giovedì 18 novembre 2010

SEMAFORI

Da L'INTERESSATO

Io Bersani un po’ lo capisco. L’ora delle scelte sta arrivando, e lui non sa proprio dove andare. E non ha neppure un Tom Tom ad indicargli la strada. Sembra un po’ il vecchietto con il cappello alla guida di una vecchia utilitaria fermo al semaforo rosso. Scatta il verde e lui rimane impiantato con la sua autovettura a meditare. Giro a destra ? O svolto a sinistra ?  Dietro la fila incalza. I clacson suonano. Qualcuno compie manovre spericolate. Sorpassando il vecchietto da ambo i lati. Lui rimane fermo. Tutto intorno a lui si muove. Ma questo povero vecchietto non sa proprio dove andare. Così, aspetta un altro rosso. Rimane buono. Sotto questo semaforo a meditare. Il rosso che rispunta per lui è come un’ancora di salvezza. Gli dona attimi di tranquillità. Di profonda meditazione. Mentre tutto scorre. Dietro intanto la fila si è riallungata di nuovo. Qualcuno inizia a maledire il vecchietto sotto il semaforo. Pochi lo sopportano. Molti lo mandano a quel paese.
Alla fine si deciderà. Giungerà a destinazione. Non si sa se ad aspettarlo, per rendergli omaggio, saranno in molti. O solo qualche intimo.
Allo stesso semaforo, intanto, arriva qualcuno ancora più vecchio di lui. Guida un potente mercedes. Non indossa cappelli, ma abiti eleganti ed ha il viso ben curato. Fard e cremine speciali lo ringiovaniscono. Si ferma al semaforo. Scatta il verde. Ingrana la marcia e svolta decisamente a destra. Lasciando, dietro di se, il calco dei suoi pneumatici sull’asfalto. Esibendo quasi una inebriante potenza. Dietro di lui, il traffico riprende a scorrere regolarmente. Alcuni sbeffeggiano negativamente questa esibizione di potenza motoristica e, mandandolo a quel paese, proseguono per la loro strada. Altri, invece, lo seguono. Per vedere dove si reca il vecchietto e la sua fiammante Mercedes. E’ una sorta di spirito di emulazione. Vorrebbero essere come lui.
Felicemente immortali.

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