venerdì 30 marzo 2012

DICEVANO ALTRO



Siamo alle solite: nella riservatezza di qualche altolocata stanza i tre moschettieri in foto, hanno deciso che prima andremo a votare, poi loro si riterranno liberi di decidere le alleanze come meglio vorranno. Insomma, se siete di sinistra e magari vorreste votare PD ma vi sta sulle palle Casini, sappiate che dopo che avrete elargito il vostro consenso al partito di Bersani, senza pensarci un attimo, il segretario del partito s-democratico,  potrà unirsi in un felice matrimonio con l'UDC. Sbattendosene del vostro pensiero.

E pensare che sostenevano questo...  :

«Non si torna indietro di 20 anni: pretenderemo la salvaguardia del bipolarismo e della democrazia trasparente. Ciascuno deve dichiarare a quale coalizione appartiene». (Angelino Alfano, 23 settembre 2011)

«Non si può tornare alla politica delle mani libere, come di fatto propone D'Alema con il sistema tedesco, delle coalizioni costruite a tavolino dopo il voto». (Rosy Bindi, 30 agosto 2010)

«Il Pd dovrebbe considerare essenziale che il cittadino sia arbitro e con il voto sceglie il parlamentare, il partito ma anche la coalizione. Non vorrei che si tornasse indietro di 20 anni con coalizioni dopo il voto. In questo modo la storia del Pd e le sue deliberazioni in assemblea verrebbero mortificate». (Rosy Bindi, 21 febbraio 2012)

«Credo che ci voglia un bipolarismo serio. Degli ultimi 17 anni ciò che non credo si possa cancellare è che quando voto non posso non sapere quale sarà il primo ministro e quale la coalizione». (Franco Frattini, 25 novembre 2011)

«Io penso che si debba garantire agli italiani che quando torneranno a votare potranno scegliersi i deputati, i senatori e soprattutto sapranno con chiarezza quale coalizione costruirà il governo dopo aver vinto le elezioni, non tornare a un meccanismo di mani libere». (Dario Franceschini, 26 ottobre 2007)

«Rinunciare al bipolarismo con un meccanismo che si accontenta di andare da soli, ma con un forte sistema di riequilibrio, che indichi in precedenza il premier e la coalizione». (Walter Veltroni, 19 dicembre 2007)

«Mi meraviglierei molto se qualcuno che è stato, è e dovrebbe essere presidenzialista volesse invece tornare al proporzionale: la destra che è presidenzialista non può certo volere una legge alla tedesca che consente di non avere un vincolo di coalizione e la designazione del premier». (Maurizio Gasparri, 2 ottobre 2010)

«Occorre non lasciare la rappresentanza di questo diffuso sentimento popolare a chi vuole usarlo come un grimaldello per sottrarre agli italiani la conquista del bipolarismo e, peggio ancora, restaurare il potere dei partiti di decidere, dopo le elezioni, come accordarsi e quale presidente del Consiglio nominare anche a dispetto degli elettori. Come avveniva quando i governi duravano 6 mesi e le maggioranze si stabilivano nelle segrete stanze del potere. Occorre formulare una proposta chiara per sventare questo tranello». (Ignazio La Russa, 19 ottobre 2011)

giovedì 29 marzo 2012

I SONDAGGI DI BALLARO'


Analizzando in maniera fredda l'ultimo sondaggio di Ballarò, si giunge ad una inevitabile conclusione: i Berluscloni non hanno futuro. Con o senza le camicie verdi sono minoranza netta nel paese. Solo un miracolo potrà riportarli al governo. Ma, come noto, quelli del PD, a fare miracoli autolesionistici, sono dei veri e propri fenomeni....

L'ART. 18 E LE MACERIE

di ALESSANDRO ROBECCHI

Fatale distrazione del governo tecnico: “Quando abbiamo messo la dinamite sotto l’articolo 18 non abbiamo pensato alle perdite umane” – Monti visita la Cina e porta in dono migliaia di operai italiani in terracotta – Ancora una volta ci pensa il volontariato: milioni di precari pagheranno le spese per i soccorsi ai lavoratori licenziati – Un dramma nel dramma: ricompare Veltroni.

E’ allarme presso la protezione civile e i vigili del fuoco per la scomparsa di alcune centinaia di migliaia di lavoratori. I soccorsi sono mobilitati, le ricerche sono state avviate, ma ancora non è chiara la dinamica dei fatti. Un testimone dice di aver visto una enorme massa di persone scomparire nel nulla: “Stavano transitando in fila indiana nello Statuto del Lavoratori, passavano dall’articolo 17 all’articolo 19, ma in mezzo si è aperta una voragine e non li ho visti più”. La causa più probabile del disastro è dunque il cedimento dell’articolo 18, fatto saltare con la dinamite dagli artificieri del governo Monti. “Non chiedete a me – dice Elsa Fornero – io eseguo solo degli ordini, faccio quello che mi dice Monti, che fa quello che gli dice l’Europa, che fa quello che gli dicono le agenzie di rating”. Un artificiere del governo confessa qualche dettaglio in più: “Monti stava per partire per la Cina e il Giappone ed era molto indeciso su quale regalo portare. Poi gli è venuta l’idea di donare ai mercati dell’est lo scalpo di qualche centinaio di migliaia di lavoratori, un bel regalo, no?”. Intanto, le ricerche dei lavoratori scomparsi nel crollo del’articolo 18 continuano senza sosta: pochissimi di loro avranno un reintegro nel posto di lavoro, agli altri verranno consegnate alcune banconote e resteranno dispersi. Il governo, intanto, continua a presentare l’attentato dinamitardo all’articolo 18 come se fosse una riforma. “E’ vero che scompariranno moltissimi posti di lavoro – dicono al ministero del welfare – ma serviranno un sacco di avvocati, e questo è un grande salto di qualità”. Date le particolari condizioni economiche del paese, comunque, si discute molto di come pagare i soccorsi. “C’è la crisi – dicono a Confindustria – e non possiamo permetterci di spendere troppi soldi per cercare migliaia di lavoratori dispersi”. Ma il governo ha una soluzione anche per questo: “Tranquilli, i soldi si troveranno. Ad esempio aumentando i contributi ai lavoratori precari”. Una soluzione che mette d’accordo tutti, insomma. Tutti i padroni, s’intende.

martedì 27 marzo 2012

BERLUSCHINE

Non ci sono più i comunisti di una volta. Quelli di adesso, come Diliberto, se la fanno con le aficionados di Berlusconi. Che delusione.

A MIA INSAPUTA

Caterina Perniconi - IL FATTO QUOTIDIANO

Case, ville, spigole, viaggi, finanziamenti elettorali: qualcuno paga, altri ricevono, ma se vengono interpellati si scopre che non ne sapevano nulla. "A mia insaputa" è diventato l'alibi della politica del terzo millennio. Dagli appartamenti vista Colosseo fino alle forniture di pesce, passando per spregiudicati tesorieri.

L'inventore della scusa più in voga negli ultimi due anni è l'ex ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola che dichiarò in una conferenza stampa "ho scoperto dai giornali che qualcuno ha comprato casa a mia insaputa" con vista sul Colosseo.

Ma dopo di lui l'incredibile giustificazione è diventata una prassi. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Malinconico, è stato costretto a dimettersi dopo essere andato in vacanza all'hotel Pellicano di Porto Ercole a spese della cricca: "Mi fu detto dall'albergo che per i precedenti soggiorni era stato provveduto - dichiarò Malinconico - ma senza specificare da parte di chi. Pensai fosse stato Balducci e ugualmente insistetti per non gravare su quest'ultimo. Non ci fu modo di riuscirvi".

Poi Francesco Rutelli, "vittima" inconsapevole del suo tesoriere di fiducia, Michele Emiliano e gli insospettabili carichi di pesce, Roberto Formigoni che non lascia la poltrona nonostante le inchieste che stanno falcidiando la giunta lombarda, fino a Massimo D'Alema che ha trasformato la sua giustificazione in un elemento di difesa davanti agli inquirenti dichiarando di non sapere che rapporti intercorressero tra il manager Morichini e la Rotkopf Aviation con la quale volò 5 volte gratuitamente. Inchiesta archiviata.

C'è poi chi, "a sua insaputa" gestisce un comune con infiltrazioni mafiose. L'ex sindaco di Salemi, Vittorio Sgarbi, ha dichiarato di non essersi mai accorto "di cosa stesse succedendo" fino allo scioglimento della nuova giunta da parte del ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri.

MASSIMO D'ALEMA
"Non era consapevole di compiere un reato volando su quegli aerei". Con questa motivazione il giudice delle indagini preliminari ha archiviato due giorni fa l'indagine riguardante Massimo D'Alema, nell'ambito di uno dei capitoli dell'inchiesta sugli appalti Enac, per i voli fatti con gli aerei della "Rotkopf Aviation". D'Alema aveva usufruito di 5 passaggi gratuiti viaggiando sui velivoli della compagnia appartenente a Viscardo e Riccardo Paganelli. Ma a quanto pare non sapeva perché per quei viaggi non doveva pagare. Ascoltato dai magistrati D'Alema disse che i voli gli erano stati forniti da Vincenzo Morichini, già manager di Ina Assitalia, e che non era a conoscenza dei rapporti che intercorrevano tra lui e Paganelli.

FRANCESCO RUTELLI
Nelle casse del suo partito mancano almeno 23 milioni e Francesco Rutelli sostiene che la responsabilità è tutta del tesoriere Luigi Lusi mentre lui è una "vittima" dell'accaduto. Dalla Gruber aveva ammesso: "Siamo stati degli ingenui". Poi si era infuriato: "Ma lo volete capire che io sono la parte lesa! Lo volete capire che sono una persona onesta e perbene? Lusi è un ladro e mi pone in stato di intimidazione e mi minaccia". All'Annunziata aveva dichiarato: "C'è qualcosa che ho preso io? No, neanche un centesimo!!! Ho chiarito, le ho risposto. Mi faccia anche dire: ‘mo basta (...) ho finanziato, io, personalmente, di tasca mia e ancora mi rompete le palle? E basta!". In cerca di elogi - nientemeno - per non aver vigilato.

MICHELE EMILIANO
Trecento euro di pesce da Gerardo Degennaro, (consigliere regionale Pd) imprenditore, titolare insieme al fratello Daniele della Dec, società vincitrice di appalti pubblici al Comune di Bari, fanno tremare il sindaco ex procuratore Antimafia, Michele Emiliano. Ma lui minimizza: "Non mi dimetto per un po' di pesce". E poi: Le spigole? Mia moglie mi aveva chiamato - ha detto il sindaco - le ho dovute mettere nella vasca da bagno". Degennaro - la cui figlia Annabella è stata assessore della giunta Emiliano - è accusato di aver truffato l'amministrazione comunale, a partire dagli appalti per due parcheggi sotterranei. Nel 2009 i due fratelli imprenditori appoggiarono la lista civica "Realtà pugliese" determinante per la vittoria del sindaco.

VITTORIO SGARBI
Cado dalle nuvole, ha detto Vittorio Sgarbi dopo aver appreso la notizia di un dossier del ministero dell'Interno per sciogliere il comune siciliano di cui era sindaco, Salemi. Centinaia di pagine firmate da tre ispettori che si sono mossi sulle tracce di infiltrazioni mafiose e appalti truccati hanno portato il ministro dell'Interno Cancellieri a chiedere le dimissioni della giunta. "Salemi - ha detto Sgarbi al consiglio comunale all'indomani delle sue dimissioni di febbraio - è diventata con me la prima capitale d'Italia. E vorrò ricordarla solo per questa sua nobile condizione". Alla mafia meglio non pensare. "Sgarbi? Non è un mafioso, è un pirla" ha detto il fotografo Oliviero Toscani, "le infiltrazioni c'erano, non si poteva fare nulla senza chiedere permesso e passare da un'infernale macchina burocratica che è mafia".

ROBERTO FORMIGONI
La Regione sta affondando sotto i suoi piedi ma lui resiste: con dieci consiglieri indagati e mezzo ufficio di presidenza sotto inchiesta, un altro governatore avrebbe chiesto scusa o si sarebbe dimesso. Invece lui al massimo apre "un dibattito". La scusa è questa : "Non so come mai, ma tutto quello che accade in Lombardia viene analizzato in maniera spasmodica, quando arriva un avviso di garanzia in altre parti d'Italia o alla sinistra nessuno dice nulla, questi due pesi e due misure sono inaccettabili". Risposta a sua insaputa anche dall'assessore La Russa (Romano): "Sono indagato per un errore tecnico-burocratico". Gli pagano i manifesti e la campagna elettorale, ma è un errore. "Avrei dovuto registrare le cifre nella mia rendicontazione - ammette - ma stiamo parlando di 4-5 mila euro". Cosa volete che sia.

CLAUDIO SCAJOLA
L'appartamento nella Capitale con vista sul Colosseo è diventato meta per curiosi e turisti. Del resto non è facile vivere nell'ombelico del mondo "a propria insaputa". L'ex ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola è stato l'inventore della scusa più usata degli ultimi due anni. La casa di 180 metri quadrati fu acquistata con 80 assegni circolari per un valore di 900 mila euro, a lui intestati dall'imprenditore Diego Anemone, coinvolto nell'inchiesta sugli appalti del G8. Ma in conferenza stampa Scajola negò di conoscere il benefattore di tanto privilegio: "Quando trovo la persona che ha pagato quella casa a mia insaputa...". Il 26 giugno ci sarà la prima udienza del processo a carico dell'ex ministro davanti al giudice monocratico del tribunale di Roma. Con lui a processo andrà anche Anemone.


lunedì 26 marzo 2012

ERA SICURO DI ARRIVARCI (AL 51%)

Il Giornale  26 Marzo 2009 -  B. puntava al 51% dei consensi elettorali



Il Giornale  16 Marzo 2012  - Ci si accontenta di meno della metà......

L'AMBULANZA

Quel centinaio di persone che quotidianamente seguono questo blog sanno perfettamente che da queste parti si è sempre considerato il governo Monti come quell'ambulanza che raccoglie la chiamata, si reca in luogo ben preciso e raccoglie un paziente in fin di vita, provvedendo a fornirgli ossigeno  per non mandarlo in crisi cardiaca e respiratoria.

A mio personale e sindacabile modo di vedere, l'ambulanza ha egregiamente svolto il suo compito. Il famigerato spread è lì a testimoniarlo. L'Italia ha ritrovato uno straccio di credibilità internazionale. Non abbiamo più di che vergognarci quando andiamo sopra delle Alpi.

Ora però che questo ruolo emergenziale è stato svolto, bisogna chiedersi quali possono essere le ulteriori mansioni che possono essere affidate ad un governo emergenziale. Può, ad esempio, essere autorizzato a sconvolgere il mercato del lavoro in maniera tale da ricevere apprezzamenti solo da Alfano, Cicchitto e Gasparri ?   E perchè allora non occuparsi, di provvedimenti più urgenti come la lotta alla corruzione, la revisione dell'annacquatissimo reato di falso in bilancio, la questione della televisione pubblica eternamente condizionata dai partiti, o una revisione costituzionale che porti alla diminuzione dei deputati e senatori ?

Ecco, personalmente, penso che le misure di cui sopra siano ancora attinenti alla caratteristica emergenziale di un governo tecnico. La riforma del lavoro e dell'articolo 18 no. Per quella, bisogna che torni in campo la democrazia ed il relativo consenso elettorale. Il lavoratore non è un numero da esuberare a piacere. E se si deve incazzare è giusto che lo faccia con chi magari ha votato.

Non con una Fornero piovuta dal cielo.





domenica 25 marzo 2012

venerdì 23 marzo 2012

POPULISMI


Odio il generale banalizzare. Odio i beceri populismi. Odio i tentativi di condizionare cerebrolesi. Odio l'informazione deviata e sparata in prima. Odio la strumentalizzazione del razzismo. Odio lo sparare nel mucchio. Odio gli sfondi verdi con le scritte nere. Odio la mancanza di argomentazioni. Odio la povertà del linguaggio. Odio l'ignoranza premeditata.

Insomma, odio la Lega.

giovedì 22 marzo 2012

SORGE IL DUBBIO

Sorge l'atavico dubbio che se in concomitanza del varo della riforma del lavoro il famigerato spread sia passato nel breve volgere di  qualche ora (o giorno) da 275 punti a 316 punti (+ 41 punti, ovvero circa 7 milardi annui di maggiori costi per interessi sul debito pubblico) significhi che il mercato abbia sonoramente bocciato la predetta riforma. 
Perchè così  come castigava Silvio (575 punti il suo record), il mercato non guarda in faccia a nessuno.
Benchè meno alla Fornero.



APPLE: PIU' CHE UNA MELA

Ho deciso: mi comprerò l'IPAD 3 o new IPAD. Contribuirò pertanto a quanto sotto che, se permettete, è assolutamente allucinante.....


Partendo dall’andamento delle azioni di Apple, sul Financial Times hanno pubblicato un grafico immaginando che cosa sarebbe successo se invece di acquistare il primo iPod messo in vendita nel 2001, i soldi necessari fossero stati investiti in azioni della società. L’investimento di 399 dollari all’epoca si sarebbe tradotto in una cifra intorno ai 26 mila dollari oggi.


martedì 20 marzo 2012

NON HO PESCI NELLA VASCA DA BAGNO

Di Alessandro Robecchi

Quando si dice sentirsi inutile, insignificante, socialmente irrilevante. Ecco qui. Non ho un fratello con una cooperativa, rossa, o blu, a cui regalare un milione. Non conosco imprenditori a cui dare una mano in cambio di pesce e champagne, e così non ho nemmeno la piccola soddisfazione di dire a mia moglie di sistemare il pesce nella vasca da bagno come l’arguto sindaco di Bari Emiliano. Non ho la barca, ci manca solo quella, e quindi nessuno mi corrompe offrendomi un molo, un approdo al riparo dalle tempeste in cambio del via libera per la costruzione del porto di Imperia, di cui pure sento drammaticamente la mancanza, come del resto l’ex ministro Scajola. Non mi presento alla regione Lombardia con fasci fruscianti di banconote nascosti nelle custodie dei cd, e nemmeno, ahimè, ne ricevo. Cosí come non prendo carta e penna come fa il prestigioso governatore Formigoni per scrivere al Corriere che "la corruzione nella nostra regione non è per nulla un sistema", anche se gli stanziamenti per comprare arance da portare ad assessori e consiglieri detenuti lieviterà sensibilmente nei prossimi mesi. Non ho vinto aste col trucco per certi mirabolanti aeroporti di Milano siti, ve lo giuro, a Varese. Non ho preso alcuni milioni per costruire un’autostrada in Toscana che non esiste. Non ho nemmeno una fodazione, se devo dirla tutta, e scopro leggendo i giornali che questo mi colloca ai gradini più bassi della società italiana. Il mio tesoriere si chiama Bancomat, e se prima non gli verso dei soldi mi fa marameo al momento del prelievo. Non ho concusso nessuno per far rilasciare dalla questura di Milano qualche mia giovane amica, e quindi non posso fare pressioni sul prestigioso governo dei tecnici per rivedere la legge sulla concussione e ordinarne una su misura. Ora che ci penso, non ho nemmeno giovani amiche, dannazione. Voi capite che a uno gli prende lo sconforto! Che ci faccio qui? Non sarà meglio farla finita? Addio. mi mancherete. Vi lascio il mio Iban, non si sa mai…

ODIO TWITTER

Odio Twitter. Si, certo, adoro chi ha la capacità di sintetizzare. Ma apprezzo ancora di più chi è abile nell'argomentare, catturandoti con la forza delle parole. Che, possibilmente, debbono necessariamente essere più di 140.....

lunedì 19 marzo 2012

ERANO DI MIA MOGLIE

Se c'è un personaggio surreale e nel contempo drammaticamente comico che incarna in maniera perfetta gli attuali giorni di un'Italia invasa dal dramma della corruzione, questo è sicuramente "sciaboletta Scajola. Tra posti barca e, come al solito, pagamenti mancati o saldati a sua insaputa.....

LA PRIVACY NON E' UNO SCUDO

Lorenzo Mondo - LA STAMPA

Almeno si mettessero d’accordo. Dai vertici delle massime istituzioni di controllo dello Stato sono arrivati giudizi di segno diverso se non opposto. Il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, dopo avere denunciato il peso spropositato delle tasse che gravano sui contribuenti onesti, ha chiesto interventi anche più severi di quelli in atto contro chi non paga il giusto e rappresenta una concausa nella durezza del Fisco. Il garante della «privacy», Francesco Pizzetti, sostiene invece che le indagini sull’evasione fiscale sono troppo invasive, comportano gravi strappi nel tessuto dello Stato di diritto. Afferma che bisogna uscire alla svelta dalla situazione di emergenza, smetterla di considerare i cittadini come «sudditi», come potenziali «mariuoli». Attilio Befera, il direttore di Equitalia, non ha battuto ciglio, dichiarando di muoversi sulla base di leggi varate dal governo e approvate dal Parlamento.

Ad essere stupefatti sono milioni di italiani, titolari di reddito fisso, che del governo Monti finora hanno apprezzato soprattutto la lotta contro inadempienze che, per la loro entità, non hanno riscontro nei Paesi civili. Sono cittadini che, di questi tempi, si trovano alle prese con ben altri problemi, non hanno nulla da nascondere e reputano inoffensiva l’eventuale «intrusione» nel privato dei loro soldi. In realtà, l’emergenza cui accenna il Garante non è dovuta soltanto alla generale crisi economica ma al fatto che troppi in Italia aggirano tranquillamente il Fisco. Le parole del dottor Pizzetti si attaglierebbero a chi, come il volterriano Pangloss, pensasse di vivere, dal punto di vista dell’onestà, nel migliore dei mondi possibili.

Purtroppo, come accade in mille altre circostanze, e su argomenti diversi, si astrae dalle situazioni di fatto, dalla ruvida e brutale realtà per sottilizzare sugli alti principi, proponendosi di perseguire l’ottimo anziché contentarsi del buono. Da noi spunta sempre, in modi inopportuni, un causidico, un moralista, un filosofo che tende a sottovalutare le esigenze primarie e a mortificare il senso comune. Si capisce che il Garante, come ogni altro titolare di incarichi importanti, sia affezionato al suo ruolo, voglia evidenziarne scrupolosamente la funzione. Ma la sua reprimenda, negli attuali frangenti, suona quanto meno intempestiva. Si dia una spallata al vigente sistema di ladrocinio, si metta ordine nei conti anche dal punto di vista dell’evasione fiscale, e poi ben venga un più serrato richiamo alla benedetta «privacy».

IL CROLLO DEI VOLI DI STATO

 Chi usa gli Airbus e i Falcon viene registrato e messo sul sito di palazzo Chigi. Nei primi 2 mesi del 2012, 300 ore di volo contro 600 del 2011.

Nella flotta dei cosiddetti "voli di Stato", operati dal 31esimo stormo dell'Aeronautica militare, ci sono due Airbus A319CJ, due Falcon 900 e due Falcon 50.
Da quattro mesi a questa parte, passano più tempo a terra che in volo, con il monte ore di utilizzo che si è ridotto a 300 nei primi due mesi del 2012, a fronte delle 600 del 2011 e delle 900 del 2010. Un calo dal quale il governo Monti si attende un risparmio annuo di circa 23 milioni di euro, e che è merito delle regole ferree imposto dal premier sull'utilizzo dei voli di Stato.
Oggi, chi utilizza gli airbus o i Falcon viene registrato e la sua identità finisce sul sito web di Palazzo Chigi, con tanto di destinazione del viaggio. Conseguenza, stop all'uso indiscriminato, per non dire personale, degli aerei come accaduto in passato.
Gran parte delle ore di vole le ha fatte lo stesso Monti per andare e tornare da Strasburgo e Bruxelles, per andare negli usa da Obama, in Europa da Merkel e Cameron e in Libia.
Le altre il ministro degli Esteri Giulio terzi (che recentemente si è recato in India per la vicenda dei due marò) e quello della Difesa Giampaolo Di Paola.


domenica 18 marzo 2012

SGOMINATA LA SINISTRA !!!!

Trovare una persona onesta non indagata o ingabbiata nell'ambito della giunta di centro destra della regione più importante d'Italia, ovvero la Lombardia, è ormai un'impresa. Tra leghisti e pdellini, da quelle parti, fanno a gara per chi ruba di più.

E come titolano i due giornali house organ berlusconiani entrambi editi a Milano ?

Semplicemente mitici.



sabato 17 marzo 2012

IN CHE CAZZO DI PAESE VIVIAMO ?????

La home page di Repubblica. Di ieri mattina. Sorge spontanea una domanda:

     "in che cazzo di paese viviamo ??"



venerdì 16 marzo 2012

L'AMMORTIZZATORI VOSTRI

Problema


Il governo vuole modificare l'art. 18 e andare avanti con il TAV. Camusso si oppone alla modifica dell'art.18 però vuole il TAV perché crea posti di lavoro.

Calcolate il peso specifico che nella costruzione del TAV hanno le cooperative rosse, aggiungetelo alla probabilità che Angeletti e Bonanni firmino qualsiasi cosa gli mettano davanti e infine calcolate, tolto il valore degli ammortizzatori sociali meno il volume delle lacrime della Fornero raccolte in un recipiente di forma cilindrica alto 10 cm. x diametro 5 cm., quale sarà il prezzo della firma della CGIL sulla modifica dell'art. 18, meno il numero delle tessere restituite dagli iscritti per il SI al TAV, moltiplicato per 3,14 ?
 

LA (SUA) AFRICA

giovedì 15 marzo 2012

ED ORA, COME TITOLERA' IL GIORNALE ?

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FANCULO ALLA PRIVACY

Da una parte, in questa nazione, in questi giorni, sta succedendo questo:

a) la benzina sfiora i due euro al litro
b) nel mese di Marzo per i lavoratori dipendenti stangata sullo stipendio a causa dell'aumento delle addizionali comunali e regionali
c) crollo a tutti i livelli dei consumi
d) conseguenziale aumento delle ore di cassa integrazione

 In un altro ovattato mondo, nel contempo,  il garante della privacy, nel contesto sociale sopra rappresentato, denuncia che la lotta all'evasione non rispetta la privacy dei cittadini.

Bene, se il fatto di dover rispettare la privacy degli evasori o mancati contribuenti a vario titolo, ci ha portato allo sfascio attuale, e sfido chiunque a dimostrare che il fenomeno non sia direttamente connesso, allora sapete cosa vi dico ?

FANCULO ALLA PRIVACY !!!!!!!!!


mercoledì 14 marzo 2012

SOLO PER METTERE I PUNTINI SULLE I

Da giorni sento sui telegiornali, allorchè si parla del caso del tesoriere Lusi e delle sue spese pazze, che il tipino se la spassava con i "soldi della Margherita".

La cosa, se permettete, provoca in me dell'accentuato nervosismo, in quanto palesemente falsa.

Si, perchè i soldi che Lusi scialacquava e di cui disponeva a piacimento, non erano "della Margherita", ma erano nostri. Del nostro lavoro, delle nostre tasse. Insomma soldi pubblici che più pubblici non si può.

Corre l'obbligo ricordare, infatti, che  qualche anno fa con uno specifico referendum abbiamo abolito il finanziamento pubblico ai partiti, ma nonostante tutto  questi signori hanno pensato bene di fare dello strumento un "salva con nome", ridefinendolo e reintroducendolo sotto l'appellativo di "rimborso elettorale" ed aumentandone addirittura gli importi.
Pertanto, chiamiamo le cose con il loro nome: quella di Lusi è una truffa aggravata ai danni dello stato.
Cioè di tutti noi.

E che cazzo !!!!!

martedì 13 marzo 2012

RIPOSI IN PACE

OCCHIO AL MARKETING DEI BOCCONIANI

Di Alessandro ROBECCHI -  IL MANIFESTO

Gentili utenti. Terrorizzare un’intera popolazione con cose che fino a dieci minuti prima non aveva mai sentito nominare non è stato difficile. Farlo con mostri spaziali ed epidemie son buoni tutti. Ma esserci riusciti con lo Spread indica che la strada è tracciata. Ecco le prossime mosse.

Stunt – E’ il differenziale tra le calorie ingerite da un cittadino della Corea del Nord e  quelle ingerite da un italiano. Lo Stunt ha grandi margini di miglioramento. Titoli e telegiornali convinceranno gli italiani che mangiare ogni due giorni è possibile, anzi sano.

Spritz – Si tratta del differenziale tra il consumo di champagne di Briatore e il salario di un metalmeccanico. Il governo intende operare per mantenerlo altissimo e, se possibile, aumentarlo.

Furto – Con questo strano nome si definisce il differenziale tra i tassi che pagano le banche per i soldi presi in prestito dalla Bce (uno per cento). e i tassi che poi fanno pagare a voi per un mutuo (più del sette per cento). Per una convincente campagna di stampa volta al convincimento della popolazione, magari, meglio cambiargli nome.

Skog – Gli economisti indicano con questa sigla il differenziale tra il potere contrattuale di uno schiavo assiro-babilonese del 1500 a.C. e quello di un precario italiano del 2012. Lo Skog è attualmente in perfetta parità, ma il governo intende aumentarlo sensibilmente.

Sbam – Calcolato con uno speciale algoritmo, è il differenziale tra l’utilità di una grande opera come la Tav e le manganellate distribuite alle popolazioni locali per realizzarla. In questo momento lo Sbam è uno a diecimila, ma potrebbe aumentare.

Lsd – E’ una speciale sostanza psicotropa distribuita ai maggiori esponenti del Pd per convincerli a sostenere il governo Monti.

Grazie per l’attenzione. Il nostro centro studi prosegue le sue ricerche. Nel ricordarvi che l’articolo 18 non è un tabù, vi diamo appuntamento alle prossime puntate.

domenica 11 marzo 2012

GRANDEZZA MEFISTOFELICA

Lucio Dalla ?  Solo per metà padano.

 «Era simbolo di un'Italia che noi padani non vorremmo, un autore mefistofelico e italiota. Esaltava una Bologna che accoglie tutti e nei suoi testi anteponeva il sesso al lavoro».

Così i Padani, con  la radio ufficiale, hanno voluto ricordare il cantante appena scomparso.

TESORIERI

Tesorieri di partito. Di centro sinistra......

L'On. Lusi - Tesoriere della Margherita


Per una settimana alle Bahamas con la moglie e altre cinque persone ha speso circa 80 mila euro. Per un piatto di spaghetti al caviale, 180 euro. E poi weekend a Londra, a Parigi, a Venezia, cene nei ristoranti più esclusivi della capitale con fiumi di champagne ad accompagnare le ostriche. Non ha mai badato a spese Luigi Lusi. Anche perché per quelle spese attingeva dai conti della Margherita, dove ricopriva la carica di tesoriere. La magistratura romana lo accusa di aver sottratto almeno 20 milioni di euro, la maggior parte utilizzati per acquistare immobili e per ristrutturarne altri. Dimore di lusso comprate negli ultimi tre anni. È il primo risultato dell’analisi affidata dal partito alla società di consulenza KPGM che ha analizzato fatture e ricevute emesse dal tesoriere dal 2006 al 2010.

E che in questi quattro anni ha effettuato prelevamenti allo sportello per un milione e 339 mila euro. Possibile che tutto questo denaro sia finito nelle sue tasche? Possibile che nessuno si sia mai accorto di quanto usciva dalle casse del partito? «Tutti sapevano, se parlo salta il centrosinistra», ha detto Lusi a Servizio Pubblico, la trasmissione di Santoro.

Il 5 gennaio 2011 Lusi vola a Toronto con la moglie Giovanna Petricone. Lei è nata in Canada, lì vive la sua famiglia. I due fanno anche una puntata a New York. Ma pensano anche ai parenti. E così, mentre sono all’estero, un tale Lusi B. effettua un volo Monaco-Malaga-Monaco il 7 gennaio. La coppia rientra in Italia il 12 gennaio, tre giorni dopo va a Parigi per un soggiorno di due giorni che costa circa 1.700 euro. E per la stessa cifra, due settimane dopo, si spostano a Birmingham. Agli inizi di marzo si torna a Toronto, alla fine del mese sono al Carlton di Londra. E dal 22 al 28 aprile trascorrono una vacanza da sogno presso Kamalame Cay Resort alle Bahamas. La cifra da sborsare è alta viene divisa in tre tranche da 33 mila euro, 20 mila euro, fino al saldo di 27 mila euro. Per l’annullamento di una vacanza in Montenegro a settembre Lusi paga invece una penale di 8.700 euro. Si consola neanche un mese dopo quando va in Canada con altre quattro persone e paga 14.500 euro.

Dall’8 gennaio all’8 febbraio paga 1.240 euro, rinnova il soggiorno dal 10 marzo al 10 aprile per la stessa cifra e ancora dal 10 aprile al 10 maggio. Dal 1˚ al 6 settembre paga 240 euro, poi più nulla. Chi ha ospitato in albergo addebitando la spesa, come del resto tutte le altre, alla Margherita? Pranzi e cene Già nel 2006, prima della fusione con i Ds e dunque quando la Margherita è ancora un partito autonomo, Lusi ha spese di rappresentanza molto elevate. Durante una cena al ristorante La Rosetta del 17 dicembre paga 240 euro per due antipasti, 60 euro per una bottiglia di vino. Un mese prima era andata peggio: 180 euro per un piatto di spaghettini al caviale. Tutto e sempre rigorosamente a spese del partito, come le tre bottigliette di Berlucchi acquistate in un autogrill e costate 60 euro. Da spiegare ci sono poi i prelevamenti di sportello da un milione e 300 mila euro.


sabato 10 marzo 2012

IN VIA DI ESTINZIONE

Il Pdl è al 21 per cento

L'ultimo sondaggio di Demopolis per il nostro sito fa gelare il sangue a Berlusconi. Pd primo partito ma fermo al 27, Di Pietro al 9, SeL all'8. Centristi (insieme) al 14. In crescita la Lega al 10 e il M5S al 4,5



E' molto 'liquido' e incerto il quadro delle intenzioni di voto degli italiani dopo oltre cento giorni dalla nascita del governo Monti: secondo il Barometro Politico dell'Istituto Demopolis, infatti, sei elettori su dieci affermano di non sentirsi più rappresentato dal partito votato alle ultime politiche, senza sostanziali differenze in questo spaesamento tra gli opposti schieramenti.

Se si andasse oggi alle urne per il rinnovo del Parlamento, più di un italiano su quattro resterebbe a casa e il 23 per cento non saprebbe per chi votare.
A risultare maggiormente penalizzati da questa situazione -secondo la fotografia scattata dall'Istituto Demopolis - sono le due forze principali, ma in modo diverso: il Pd infatti è sceso al 27 per cento - perdendo circa due punti in cento giorni - ma si attesterebbe come il primo partito; catastrofico invece il risultato del Pdl, che passa dal già pessimo 24 per cento di tre mesi fa al 21 per cento, decisamente il valore più basso della sua storia, lontanissimo dal risultato delle politiche del 2008.
«In questi dati pesano in modo consistente gli indecisi, i delusi, i potenziali astensionisti», sostiene sostiene il direttore di Demopolis Pietro Vento: «Si tratta di un'area di grande appeal per i nuovi scenari che, in questi primi mesi di governo Monti, sembrano ridisegnarsi in Italia in vista delle Politiche del 2013».

Secondo l'indagine dell'Istituto Demopolis, restano stabili l'Udc (8 per cento) e l'area di Centro in generale (con i finiani di Fli al 3,9, l'Api di Rutelli all'1 e l'Mpa di Lombardo all'1,1%).

Si rafforzano nel complesso i partiti a sinistra, critici verso alcune scelte dell'esecutivo attuale: l'Idv ottiene il 9 per cento , mentre SeL di Vendola sfiora l'8 per cento; il 2,2 per cento viene attribuito alla Federazione della Sinistra (Rifondazione).

Grazie a L'ESPRESSO

venerdì 9 marzo 2012

PADANIA LADRONA

La miglior prima pagina della settimana, del mese e dell'anno.

IRRESPIRABILE

Marco Alfieri - IL SOLE 24 ORE -  A proposito di Formigoni

Fateci caso: Formigoni è presidente della Lombardia da prima che il governo Prodi portasse il Paese nella moneta unica (1998). A sua volta il Carroccio è un socio decisivo di maggioranza da quando le Torri Gemelle c’erano ancora (2001). In politica sono ere geologiche. Perché alla lunga le dinastie finiscono per usurarsi se non c’è alternanza nei gruppi dirigenti. Senza ricambio i sistemi s’inceppano, l’aria diventa viziata e la trasparenza si opacizza, al cospetto di un’opposizione colabrodo mai davvero in grado di farsi alternativa. E’ a quel punto che il fortino diventa autoreferenziale, ci s’immagina autosufficienti, e i suoi membri intoccabili. I controlli si allentano e scoppiano impunità e scandali. Tanti, troppi. A metterli in fila, con cadenza ormai settimanale, fanno impressione. Dalla contabilità regionale sono esenti solo Udc, Idv e Sel.

mercoledì 7 marzo 2012

COSTITUIRSI


O Formigoni è il massimo docente di lectio magistralis basate sul tema del  "a sua insaputa", oppure è il capo di una banda di incalliti malfattori. Fate voi. In ogni caso, in un paese normale, non potrebbe rimanere al potere un minuto di più.

IMPRESENTABILI

Come ci ricorda L'ESPRESSO, tra poco più di un anno il parlamento dovrà eleggere il nuovo presidente della Repubblica.  Se i candidati, sono questi riportati sotto, penso, senza margini di errore, che abbiamo il 70% di possibilità di eleggere un impresentabile.

 E se dovessero scegliere il primo in basso (molto in basso...) a sinistra, ci dovremo solo vergognare.

martedì 6 marzo 2012

FORMIGONI, IL SARTO.

Era già famoso per le famose impresentabili giacche color orange. Insomma, si era capito che aveva un gusto stravagante per il cucito su misura. Stiamo parlando di Formigoni, governatore della Lombardia. Per gli amici: il sarto. Specialista in confezioni legislative su misura. Il cliente ? Quel buontempone di Don Verzè.
Ovviamente......



Mario Gerevini e Simona Ravizza - IL CORRIERE DELLA SERA

"Io ho  protetto Geronzi". Quattro parole sussurrate da Nicolò Pollari a don Luigi Verzé. La data: 13 gennaio 2006. Il luogo: l'ufficio privato del prete-manager. Pollari in quel momento è il capo del Sismi (si dimetterà a fine 2006), il Servizio segreto militare. Cesare Geronzi è il presidente di Capitalia e uno dei banchieri più influenti nel mondo finanziario. Le quattro parole non sono un'indiscrezione fatta trapelare da qualcuno. La fonte è diretta, non si può equivocare: è la voce di Pollari captata dalle microspie piazzate dalla Procura nello studio del sacerdote, fondatore e presidente del San Raffaele.
«Caro Roberto...», «Carissimo don Luigi...». Due lettere riservate tra il governatore della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e don Verzé. Il sacerdote chiede soldi, il governatore elenca, in modo dettagliato e inconfutabile, tutti i favori fatti al San Raffaele.

I file audio delle microspie
Le «protezioni» di Pollari (non soltanto Geronzi era sotto tutela) e le lettere sono due notizie che emergono da carte e archivi che il Corriere ha consultato e «ascoltato» e che sono alla base del libro-inchiesta «I segreti di don Verzé», da domani in edicola con il Corriere della Sera. In primis l'archivio sterminato, e in gran parte vergine, di sette mesi di intercettazioni ambientali e telefoniche a partire dal dicembre 2005. Sono migliaia di file audio.
Le cimici sono state piazzate nell'ambito di un'inchiesta sulla maga Ester Barbaglia per presunto riciclaggio (accusa poi rivelatasi infondata) del denaro del clan calabrese dei Morabito. La Barbaglia alla fine del 2004 aveva creato, nello studio di Enrico Chiodi Daelli, notaio storico del San Raffaele, una Fondazione con un patrimonio di 28 milioni destinato alla Fondazione Monte Tabor di don Verzé, ovvero l'ente al vertice del gruppo ospedaliero. È il nesso, probabilmente, che ha fatto scattare le intercettazioni. Le indagini, però, hanno subito escluso qualsiasi ipotesi a carico del fondatore del polo sanitario milanese. Tant'è che il fascicolo è rimasto sepolto e intatto per anni. Tra novembre e dicembre si era dato conto dei brogliacci, ovvero i riassunti scritti di alcune conversazioni ritenute rilevanti per le indagini.

Il Sismi e gli intrighi
L'audio «diretto», però, è un'altra cosa, riconsegna la totalità delle conversazioni. Si spalanca così una finestra sul sistema di relazioni e di potere che aveva al centro il San Raffaele. E l'orizzonte si allarga ben oltre i fatti interni dell'ospedale. È una stagione particolare, oltretutto, perché il governo Berlusconi è agli sgoccioli e ad aprile 2006 dovrà cedere il passo, per una manciata di voti, a Romano Prodi. E poi è caldissimo il fronte delle scalate bancarie, epoca «furbetti», con le inchieste, gli arresti di Gianpiero Fiorani & C., e il governatore Antonio Fazio costretto a licenziarsi dalla Banca d'Italia.
Pollari confida al prete seduto davanti a lui le informazioni di cui è in possesso. Delinea un quadro di intrighi, lotte di potere, amici, nemici, compresi quelli, secondo lui, che attaccavano Geronzi. Già ma perché un banchiere privato godeva della protezione di Pollari e quindi del Sismi, organismo deputato a tutelare la sicurezza nazionale? E da chi doveva essere protetto? Sentiamolo direttamente dal numero uno del Sismi: «All'inizio era una truppa ... un'artiglieria a distruggere, a distruggere - dice Pollari captato dalla microspia ambientale - chiunque venisse indicato come amico di Geronzi era messo all'indice ... questa squadra che ti ho delineato ... fa capo a Bernheim (Antoine, ex presidente Generali, ndr ), Valori (Giancarlo Elia, dirigente d'azienda dalle fittissime relazioni, ndr) e Giulio Tremonti». Ma non solo. Sempre secondo Pollari, nell'asse contro Geronzi e Fazio c'era anche il pm (oggi ex) della Procura di Roma Achille Toro che aveva perquisito e indagato il banchiere di Capitalia nell'ambito dell'inchiesta Cirio. «Questo - confida a don Verzé - lo dico solo a te: Toro faceva squadra con Tremonti e con Elia Valori».

Arriva Geronzi
Qualche giorno dopo è lo stesso Geronzi ad accomodarsi nell'ufficio dell'uomo che ha fatto grande (e indebitato) il San Raffaele. Sono amici, si danno del «tu», entrambi diffidano dei comunisti. La conversazione è sciolta, su Giovanni Bazoli, Matteo Arpe, ecc... Silvio Berlusconi è sempre un comun denominatore. Dice il banchiere di Capitalia a proposito delle aziende del Cavaliere: «Non si muove foglia (che Berlusconi non voglia, ndr). Lui cerca di dare tutta la libertà a Piersilvio a Marina ... però ti devo dire ... non gli sfugge nulla».
È un centro di gravità, il sacerdote, tutto passa da lui e lui si occupa di tutto, con una competenza, una curiosità e un entusiasmo coinvolgenti e sorprendenti per un uomo di 86 anni, tanti quanti ne aveva sei anni fa. E poco è cambiato anche successivamente. Sempre lui in mezzo al campo. Più che mai quando ci sono da muovere le pedine giuste tra gli amici al governo o in Parlamento. Un giorno con il ricercatore Claudio Bordignon (direttore scientifico del San Raffaele dal '98 al 2006) commenta soddisfatto il risultato del pressing per avere i fondi pubblici per la ricerca: «Siamo riusciti a ottenere da Gianni Letta la promessa di 15 ( milioni, ndr) per il primo anno, poi 1 e 1 ( per i successivi due anni, ndr)».

«Caro don Luigi, ecco tutti i favori fatti al San Raffaele»
Ma già erano evidenti le crepe nei bilanci dell'ospedale. E quando i tecnici (cioè i funzionari) delle banche nicchiano, don Verzé e il suo vice Mario Cal, suicida nel luglio 2011, muovono i «piani alti». In molte conversazioni, per esempio, si parla di presunte intercessioni di Fabrizio Palenzona, vicepresidente di Unicredit, sulle pratiche di fido. I «buchi» finanziari dell'ospedale sono strutturali e i debiti inversamente proporzionali alla qualità dell'assistenza e della cultura scientifica del San Raffaele. Però la ricerca di aiuti esterni è spasmodica. Anche nelle piccole cose. Un giorno si presenta da don Verzé il dipendente che gestisce le campagne di Illasi, il paesino nel veronese dove don Verzé è nato. «Don Luigi - gli dice - paghiamo 15 mila euro al mese di stipendi agli operai ma vendiamo vino per 150 mila euro, non sta in piedi...». E don Verzé? «Devo parlare con il ministero». Lo scambio di corrispondenza con Formigoni è sulla stessa linea. «Caro Roberto, come ti affermai anche quest'anno chiudiamo con un passivo di 35 miliardi (di lire, ndr )... non costringermi a provvedimenti traumatici le cui conseguenze lascio alla tua immaginazione ...».
La data è fondamentale: era il 2001, dieci anni prima dell'esplosione ufficiale della crisi. Vuol dire (lo dice don Verzé) che già allora il San Raffaele non stava in piedi. Vuol dire che da allora nessuno ha suonato l'allarme. C'era bisogno di batter cassa, quasi a chiedere soldi a un'azionista. I toni sono molto sbrigativi. Ma la Regione non potrebbe fare differenze, non dovrebbe. Quanto dell'eccellenza sanitaria del San Raffaele è stato negli anni costruito sottraendo soldi pubblici ad altri ospedali non altrettanto «ammanicati»? «Carissimo don Luigi - replica Formigoni - ritengo il tuo giudizio ... un po' ingeneroso ...». Segue l'elenco dei favori fatti dalla Regione all'ospedale milanese: accreditamento non regolare di posti letto con il servizio sanitario, rimborsi discutibili, norme e regolamenti confezionati «sartorialmente» per fare guadagnare di più il San Raffaele, ecc..
Nel documento inviato a don Verzé si fa riferimento, tra l'altro, al lotto IV del San Raffaele dedicato alle malattie cardiache: qui «l'istituto, pur non autorizzato, ha esercitato attività sanitaria in regime di accreditamento e di solvenza (...). Abitualmente in questi casi, prima si dispone l'interruzione delle attività e poi eventualmente si attiva l'iter per il rilascio dell'autorizzazione». Altro passaggio, nuovo trattamento di favore: «Nella fase di accreditamento di Ville Turro si è consentita la trasformazione di posti letto di psichiatria in riabilitazione (...) per ottimizzare la fatturazione delle prestazioni rese... La tariffa è più remunerativa». Nella sua lettera, comunque, il governatore Formigoni mette le mani avanti: «È stato un susseguirsi di tentativi di trovare soluzioni a problemi, ovviamente nel rispetto delle leggi».


NON LASCIAMO VELTRONI ALLA DESTRA

Di Alessandro ROBECCHI - IL MISFATTO

Feroce polemica su Walter Veltroni: dove collocarlo? A destra, a sinistra o finalmente in pensione? – La difesa dei militanti Pd: “E’ tutto falso, se Veltroni fosse di destra noi saremmo al 70 per cento!” – Le preoccupazioni della base: “Se Walter fosse di destra, Massimo si sposterebbe a sinistra e nessuno capirebbe più niente” – La sintesi del segretario Bersani: “Appunto!”.


Sempre alle prese con i grandi interrogativi, con le domande più difficili, con i dubbi più assillanti, la sinistra italiana si dilania in questi giorni terribili con un nuovo inquietante quesito: Walter Veltroni è di destra? L’angosciosa questione, lanciata qualche giorno fa da Nichi Vendola, divide – tanto per cambiare – la sinistra italiana. Una risposta articolata viene dalla sezione Sabrina Ferilli del Pd di Frosinone (già sezione Karl Marx): “Walter è un leader storico della sinistra italiana, e visto come vanno le cose nella sinistra italiana, beh, il dubbio che lavori per la destra viene. Ma in quel caso sarebbe un genio, e questo lo escludiamo”. Ribatte il segretario della federazione Pd del Molise: “Walter di destra? Ma non fatemi ridere! La destra vince da anni: se Walter fosse dei loro questo non succederebbe!”. Sono in molti a difendere il leader dei veltroniani Walter Veltroni, e qualche voce si alza anche dallo schieramento berlusconiano: “Insomma, basta! – dice un esponente del PdL – ogni volta che qualcuno fa la figura del fesso dite che è dei nostri!”. Argomenti solidi, come si vede. Ma il dibattito non si placa. Walter Veltroni ha deciso di rispondere per le rime e in un’affollata conferenza stampa ha elencato dettagliatamente tutte le battaglie di sinistra della sua carriera politica: quasi mezz’ora di assoluto silenzio che ha sconcertato i presenti. C’è chi getta acqua sul fuoco: “E’ una polemica stupida perché se Walter è di destra, io cosa sarei, un leader dell’impero austro-ungarico?”, ha detto Luciano Violante. Poi si è tolto l’elmetto chiodato e ha lasciato la sala. In ogni caso, la discussione non sembra esaurirsi. In un recente sondaggio, alla domanda “Veltroni è di destra?” i militanti del Pd hanno così risposto: “No, altrimenti governerebbe la sinistra” (43%); “Sì, ora che mi ci fate pensare…” (32%); “Di destra? Ma quello non era D’Alema? (25%). Naturalmente la polemica continua, perché dividersi sulle cazzate, per la sinistra italiana è una tentazione irresistibile.

lunedì 5 marzo 2012

I GRANDI AMICI DI SILVIO

Sarà sempre troppo tardi quando il PD la smetterà di salvare Silvio.
Sorge quasi il dubbio che non ne possano fare a meno.

FOLLOW THE MONEY

Segui il Dio denaro. E troverai Dennis Verdini, coordinatore del PDL.....

SCUSATE PER LO STRAZIO

Grazie a L'INKIESTA


Siamo ormai alle confessioni. Ed allo strazio. Gli ultimi giorni di Pompei, insomma......


RENZI ED I DE-LUSI

Dal blog di Gad Lerner :

Spiace doverlo leggere su “Libero”, per la penna di Franco Bechis. Sarebbe stato meglio ce lo raccontasse prima il diretto interessato. Pare che dalle fatture 2009 emerga un contributo economico del tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, per un totale di quasi 122 mila euro alla campagna elettorale dell’attuale sindaco rottamatore di Firenze, Matteo Renzi. Non è ancora chiaro se soldi destinati alle primarie (come a me pare probabile) o alle vere e proprie elezioni amministrative. Farebbe parte, questo contributo, delle spese altamente discrezionali, opache, decise non si sa da chi e per conto di chi, con cui il partito-defunto ma straricco della Margherita ha continuato a finanziare alcuni nella competizione con altri. Non occorre nessuna convocazione di alcun organismo di partiti viventi o defunti perchè i politici che hanno elargito queste somme, e i politici che ne hanno beneficiato, comincino a spiegare il quanto il come e il perchè. Se non lo faranno in fretta, e di loro sponte, perderanno definitivamente la fiducia di chi li ha sostenuti.

domenica 4 marzo 2012

CANDY

Ecco, dopo un inno come questo, ovvero la musica della canzone del cartone animato Candy con il testo cambiato, voglio proprio vedere cosa rimarrà del misero 22% del PDL del sondaggio qua sotto......


Qui sotto Maria Rosaria Rossi, deputata del PDL, organizzatrice accannita di festini ad Hardcore. Una personcina per bene insomma, che veste sempre sobrio. Soprattutto in parlamento.


sabato 3 marzo 2012

COTA A PEZZETTINI

Quanto mi fa godere quando una persona preparata fa a pezzi un incompetente..... !!!!!

venerdì 2 marzo 2012

AGO-SBALLI

LE SPESE PAZZE DEL GOVERNO BERLUSCONI
 
Un'agopunturista esperta di postura e terapia antaglica, costo: 8.750 euro più iva in 6 mesi. Due traduttrici, diventate "esperte" del comitato di biosicurezza, che hanno percepito 6 mila euro in 9 mesi. Cinque "esperte di televisione", guarda caso ex collaboratrici della tv delle Libertà. Sono alcune delle voci, svelate in un pezzo su Repubblica a firma di Annalisa Cuzzocrea, che fanno parte del bilancio dell'esecutivo precedente, guidato da Silvio Berlusconi. Spiegano come abbia fatto Monti a tagliare 43 milioni di euro nella sola gestione di Palazzo Chigi.
Non manca di certo, fra gli spendaccioni, il Dipartimento della Protezione civile, che fino al 2011 ha realizzato ben 29 contratti esterni, fra cui alcuni veramente esorbitanti. Come quelli dei consiglieri giuridici Giacomo Aiello (80 mila euro) e Ettore Figliola (70 mila euro). E ancora 130 mila euro ad Antonio Gabrielli, a capo della struttura per gli esproprio a L'Aquila, e 85 mila euro alla coordinatrice dell'ufficio stampa, Francesca Maffini.
Voci che si sommano ad altre non meno esorbitanti, come i 361 mila euro di stipendio per le 20 persone di cui si serviva un solo ministro: quello alla Semplificazione Roberto Calderoli, che di certo non ha "semplificato" il proprio entourage da ministro.
 
(LEGGO)

CIAO LUCIO

Ad un artista che ho amato follemente. Ciao Lucio. Ci mancherai.