sabato 31 dicembre 2011

IN TEDESCO......

GIULIO TREMONTI IS BACK

E' tornato Giulio Tremonti. Con un articolo sermone sul Corriere della sera di ieri. Il succo del discorso è abbastanza ovvio: il problema dell'Italia è il debito pubblico. Quello, per capirci, che si è formato maggiormente quando lui era il ministro responsabile delle scelte sul piano economico  di questo paese........

IL TRIBUNALE DI CALDEROLI

di Beppe Giulietti - IL FATTO QUOTIDIANO

Tribunali del popolo contro il governo ha tuonato Calderoli, impegnato nel difficile tentativo di far dimenticare alle genti padane che proprio loro sono stati il servizio d’ordine di “Arcore ladrona”, con tutto il rispetto per i civili abitanti di quella località che, purtroppo, ospita il miglior amico suo e di Bossi.
Quel “giustizialista” di Calderoli invoca ora il tribunale del popolo ma, sino a qualche giorno fa, ha fatto il palo a quelli che volevano scappare dai tribunali ordinari.

Come hanno votato le guardie padane quando Berlusconi e i suoi avvocati hanno sostenuto la tesi del povero vecchio costretto a chiamare in questura per salvare la nipote di Mubarak?
Dove stavano quando si votavano le norme ad personam e ad aziendam?
Chi ha sostenuto tutte le leggi bavaglio?
Chi ha salvato dalla galera i deputati inquisiti votando sempre e comunque con gli amici degli amici?

Non abbiamo una particolare simpatia per il governo Monti, ma il tentativo in atto di cancellare la memoria della strage di legalità dell’ultimo ventennio non deve essere sottovalutato, perché al banco di regia siedono sempre gli stessi protagonisti.
In ogni caso se davvero Calderoli e le guardie padane hanno intenzione di onorare i tribunali e la legge, basterà che diano il loro voto favorevole alla richiesta dei magistrati di poter procedere liberamente nei confronti dell’ex sottosegretario Cosentino, un fedelissimo di Berlusconi, più volte salvato proprio dal voto delle guardie padane in parlamento.

Dal momento che si tratta degli stessi giudici da tutti celebrati per gli arresti di Zagaria e di altri componenti del clan dei casalesi, non sarà facile spiegare neppure alle “genti del Nord” perché mai quei magistrati siano cattivi e inaffidabili solo quando sfiorano un politico, settentrionale o meridionale che sia.
In attesa dei tribunali del popolo, Calderoli e suoi potrebbero iniziare a rispettare i tribunali della repubblica.

venerdì 30 dicembre 2011

COSE CHE SUCCEDONO (A CALENZANO)

Monica Castro, consigliera Pdl del Comune di Calenzano, ha voluto esprimere il suo dissenso contro la manovra Monti. E ha deciso di fare in mutande e reggiseno. Nelle mani reggeva un cartello con scritto:

 «Siamo rimasti in mutande, grazie presidente Monti».

La Castro ha dichiarato:

«La mia è una protesta seria contro la manovra e contro quei pecoroni che l'hanno votata. Sono arrabbiata con tutti e delusa anche dal mio partito che ha dimostrato di tradire i principi nei quali ho creduto».

giovedì 29 dicembre 2011

SE DAVVERO VOGLIAMO CAMBIARE QUALCOSA

Se davvero vogliamo cambiare qualcosa in questo paese, bisogna che Monti metta in pratica un pò di roba di cui riempiva i suoi editoriali quando scriveva per il Corriere della Sera. Perchè di un Monti schiavo o fortemente condizionato dal Pd da una parte e soprattutto dai sudditi del sultano di Arcore dall'altra, questo paese, purtroppo, non sa che farsene.

Viene in mente una cosa, così, tanto per cominciare.

La legge sul falso in bilancio. E la relativa depenalizzazione fortemente voluta da uno dei troppi governi Berlusconi dell'ultimo ventennio.

A tal proposito è molto interessante il parere del Presidente della Corte dei Conti, Giampaolino, che si trovava l'altro ieri su Repubblica.


La corruzione dilaga, cambiamo subito le leggi

Giampaolino, presidente della Corte dei Conti ritiene necessario "rinforzare" il falso in bilancio. "Non servono interventi episodici, soltanto repressivi, la lotta deve essere sistemica" (di Liana Milella - Repubblica.it - 27/12/2012)

L'Italia, nella lotta alla corruzione, che "inquina e distrugge il mercato, non arriva alla sufficienza". È drastico il giudizio di Luigi Giampaolino, dal luglio 2010 presidente della Corte dei conti. Che non vede, innanzitutto, "un vero, reale, profondo, sostanziale rivolgimento morale" rispetto alla "mala amministrazione".

La sua esperienza al vertice della Corte, ma prima ancora all'Authority dei Lavori pubblici, la rende un testimone prezioso sul fronte della corruzione. Se oggi dovesse dare un voto all'Italia sulla lotta al fenomeno quanto le darebbe?
"Meno della sufficienza, perché si è proseguito sostanzialmente con un'azione, peraltro episodica, soltanto repressiva. La lotta alla corruzione dev'essere invece di sistema. Essa deve iniziare dalla selezione qualitativa e di merito degli operatori, sia pubblici che privati. Proseguire con il controllo e la vigilanza sul loro operato. Concludersi valutando i risultati. Tutto ciò che fuoriesce da questo schema genera mal'amministrazione e corruzione: anzi, è esso stesso mal'amministrazione e corruzione".

In questi anni cos'è successo? La corruzione è aumentata, è diminuita, è rimasta stabile?
"É una domanda alla quale non si può rispondere, con apprezzabile precisione in via quantitativa. L'impressione è che sia rimasta stabile, soprattutto perché non si avverte un reale, profondo, sostanziale rivolgimento morale; l'onestà,in ogni rapporto anche privato; la valenza del merito; l'etica pubblica; il rispetto del denaro pubblico e di tutte le risorse pubbliche, che sono i beni coattivamente sottratti ai privati e dei quali si deve dar conto".

Ha avvertito nella pubblica amministrazione e nelle imprese da una parte, nei governi dall'altra, un cambio di sensibilità?
"La pubblica amministrazione, anche a seguito della crisi economica, sembra che miri ad avere maggiore consapevolezza della situazione di privilegio in cui talvolta si trova. Quanto alle sue funzioni, ancora non si è realizzata una più rigorosa selezione nella provvista e la garanzia di vagliate e consolidate professionalità, che sono tra i primi antidoti contro la corruzione nei pubblici apparati. Le imprese sembrano avere maggiore consapevolezza della portata disastrosa della corruzione per l'economia in generale, e di conseguenza per esse stesse. Non va dimenticato che la corruzione fa prevalere quelle peggiori, inquina la concorrenza, peggiora, se non distrugge, il mercato".

Gli articoli che puniscono corruzione e concussione, ma anche il falso in bilancio e i reati connessi, sono adeguati o andrebbero rivisitati?
"Andrebbero rivisitati, avendo a parametri non tanto il bene e il prestigio della pubblica amministrazione, ma i valori costituzionali, in particolare gli articoli 97 (buona amministrazione, ndr.) e 41 (libertà d'impresa, ndr.). Indicazioni giunte, per la verità, dalla stessa dottrina penalistica fin dagli anni '70, ma rimaste per buona parte inattuate nella riforma dei reati della pubblica amministrazione. In particolare, la fattispecie del falso in bilancio andrebbe ripristinata in tutta la sua portata di tutela di beni fondamentali dell'economia e di sanzioni di comportamenti che ledono".
Dall'Europa viene spesso la raccomandazione a modificare la prescrizione, i cui termini sono troppo stretti per perseguire reati complessi e "nascosti" come la corruzione. Lo trova un allarme necessario?"É senza dubbio giusto".

La Ue e l'Onu hanno approvato convenzioni internazionali che l'Italia tarda a ratificare. Se ne può fare a meno?"É un grave errore, soprattutto perché da lì arrivano modelli vincenti di lotta alla corruzione. Non misure solo repressive, ma accorgimenti organizzativi delle strutture pubbliche e delle imprese private, come nel caso del decreto legislativo 231 del 2007 sulla responsabilità amministrativa delle imprese, emanato proprio per attuare una convenzione internazionale. Ma è soprattutto con i rimedi organizzativi interni alla pubblica amministrazione che occorre agire. Ciò che, per la verità, già in parte persegue il disegno di legge sull'anticorruzione, ora in discussione alla Camera".

Non trova anomalo che quel ddl, dopo due anni, non sia stato ancora approvato?"Senza dubbio è un ritardo da lamentare e in più di un'occasione, nelle mie audizioni in Parlamento, me ne sono lamentato" [...]

Il neo ministro della Giustizia Paola Severino propone di introdurre la corruzione tra privati all'interno dell'impresa. Utile o superfluo, visto che le leggi già esistenti vengono aggirate?"Sono d'accordo col Guardasigilli, dal momento che le imprese devono essere chiamate, con le loro responsabilità, a ovviare ai grandi fenomeni corruttivi" [...]

Un ultimo quesito. L'Italia affronta un drastica manovra economica. Era necessario inserirci un duro capitolo sull'evasione fiscale? "La manovra, in tutte e tre le scansioni succedutesi quest'anno, è molto fondata sulle entrate e su un rilevante aumento della pressione fiscale. La lotta all'evasione rientra in una tale strategia, anche se non va dimenticato che quanto più viene elevata la pressione fiscale, tanto più vi è pericolo d'evasione. É necessario pertanto spostare l'attenzione anche su altri fattori della struttura economica. Il problema strutturale rimane quello della spesa pubblica e di una riduzione qualitativa della stessa. Una "dura" lotta all'evasione fiscale presuppone sempre, come contropartita, una severa attenzione su come si spendono i soldi pubblici e la certezza che vi sia un'eguale osservanza di tutti gli altri obblighi costituzionali che contornano, se non addirittura sono il presupposto, di quello previsto dall'articolo 53 della Costituzione, l'obbligo per tutti di concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva".

BENE O MALE, PURCHE' SE NE PARLI

Bene o male, pur che se ne parli” … anche senza mutande!


Io capisco che il motto è “bene o male, pur che se ne parli“, ma se per Sara Tommasi il modo per far conoscere il “signoraggio bancario” agli Italiani, è farla vedere a tutti com’è successo l’altro giorno al Chiambretti Night (dove è stata cacciata dagli studi), credo proprio che l’unica cosa che riusciremo ad ottenere (per lei) sia un posto di lavoro in qualche night club!
 
O al massimo in parlamento
 
 
 Grazie a  informareperesistere

mercoledì 28 dicembre 2011

REGALO ALLE BANCHE O AIUTO REALE ALL'ECONOMIA ?

Duemila miliardi di prestiti. A un tasso dell'1 per cento. Una decisione senza precedenti per volume di denaro e per condizioni di favore. Servirebbe per rilanciare l'economia. Ma non è accompagnata da nessuna misura per imporre agli istituti regole che impediscano nuovi tentativi di speculazione come quelli che hanno causato la crisi

La crisi del mercato creditizio deve essere molto grave. Non si spiegherebbe altrimenti la qualità e la quantità dei provvedimenti messi in campo in tutta fretta dai governi nazionali oltre che dalle autorità europee. In Italia, col decreto d'emergenza, si è deciso di concedere la garanzia dello Stato sulle obbligazioni che gli istituti emetteranno nei prossimi mesi per rimpinguare le loro casse. Una scelta pesante perché lo Stato non potrà non registrare l'onere di simili fideiussioni sul grande libro del debito pubblico.

In Europa si è fatto ancora di più. La banca centrale di Francoforte, infatti, offre fino a 2 mila miliardi di prestiti agli istituti dell'eurozona al tasso ufficiale vigente dell'uno per cento per una durata che può arrivare a 36 mesi. Il tutto accettando in garanzia vuoi titoli dei debiti sovrani (anche quelli più a rischio) vuoi obbligazioni emesse dalle banche medesime vuoi crediti adeguatamente cartolarizzati. Una decisione senza precedenti per volume di denaro e per condizioni di favore. Perciò l'unica spiegazione è che Mario Draghi e i suoi colleghi considerino la situazione davvero molto critica.

La storia, del resto, insegna che le banche - quando siano in seria difficoltà - dispongono di un oggettivo ed enorme potere di ricatto sull'intera filiera delle istituzioni politiche ed economiche. Il fallimento di un istituto di credito non secondario, infatti, ha conseguenze sistemiche pesantissime. Lo si è visto nel corso della depressione degli Anni Trenta del Novecento. Lo si è appena rivisto con il "default" di Lehman Brothers. Correre ai ripari per scongiurare il ripetersi di simili tragedie è, dunque, un imperativo categorico sia per le banche centrali sia per le autorità politiche.

Ciò non toglie che soprattutto la decisione di Francoforte costituisca un regalo davvero straordinario per i banchieri. Il conto è presto fatto: si prendono soldi all'1 per cento per tre anni dalla Bce e si comprano titoli di Stato italiani al 6 con pari scadenza da offrire in garanzia del prestito. Morale: si guadagna il 5 per cento senza correre rischio alcuno. A queste condizioni tutti saprebbero fare il banchiere, anche lo zio di Bonanni.

Si dice, però, che regalando alle banche questi profitti sicuri non si vuole soltanto evitare fallimenti a catena ma anche rimettere in moto il circuito virtuoso dei prestiti per nuovi investimenti produttivi. Questo scrupolo a favore del mondo delle imprese suona pregevole in una fase nella quale il rilancio della crescita è diventato anch'esso un imperativo categorico. Ma chi e come è in grado di asseverare che i maggiori profitti assicurati alle banche si tradurranno in finanziamenti all'economia reale?

(www.espresso.it)

martedì 27 dicembre 2011

CRISI

Ho passato l'ultima settimana a frequentare centri commerciali, con lo scopo di acquistare l'ultimo pensiero per le persone care,  barcamenandomi alla ricerca dell'ultimo parcheggio utile, tanto erano colmi di gente. Così, più di una volta, mi sono detto che forse aveva ragione Silvio:  la crisi non c'è.

Poi sono arrivati i dati ufficiali.
La crisi c'è. Ed è pure bella tosta.



Fonte: L'INKIESTA

lunedì 26 dicembre 2011

PARLANDO SEMPLICE

Parlando e ragionando in maniera molto semplice:  se gli Istituti Bancari Italiani ricevono dalla BCE 40 miliardi di euro di denaro fluttuante sul quale dovranno pagare un  misero tasso di interesse dell' 1% annuo, e contemporaneamente il denaro così ottenuto lo daranno in prestito alle imprese ad un spread oscillante tra il 5 ed il 7%, questa operazione di alta finanza, come la vogliamo chiamare ?

A me viene in mente solo un termine:  strozzinaggio.

C'E' COSI' TANTA CRISI.........

C’è così tanta crisi che i mercatini di Natale hanno aperto in leggera flessione.
C’è così tanta crisi che quest’anno, piuttosto che comprarti un regalo, tua moglie te la darà.
C’è così tanta crisi che chi ha dormito sotto i ponti ha dovuto prenotare con largo anticipo.
C’è così tanta crisi che i libri di cucina della Parodi sono negli scaffali fantasy.
C’è così tanta crisi che mia nonna mi ha regalato un passamontagna.
C’è così tanta crisi che quando mi fermo al semaforo i lavavetri fanno finta di parlare al telefono.
C’è così tanta crisi che i fagioli della tombola saranno il premio.
C’è così tanta crisi che la frase “Avremo i nonni per cena” assume tutto un altro significato.
C’è così tanta crisi che il bimbo africano che ho adottato a distanza mi ha mandato venti euro.
C’è così tanta crisi che tutti i premi superiori all’ambo saranno tassati.
C’è così tanta crisi che i Re Magi aspetteranno i saldi.
C’è così tanta crisi che nel calendario Pirelli c’è la Merkel.
(http://www.spinoza.it/)

sabato 24 dicembre 2011

EMBE' ????

l

L'On. Vincenzo Nespoli

UN SALTO DI QUALITA'

Una volta erano i cani quelli che non potevano entrare in certi locali.
Ora, anno 2011, le cose sono cambiate.
Decisamente cambiate.

OVVIO, MA DOPO BATTAGLIA LEGALE.........

Ci sono voluti anni di battaglia legale per stabilire che un personaggio istituzionale di notevole rilevanza non può comprare regali con soldi pubblici da donare agli impiegati ed ai politici amici.
Si, siamo proprio un paese meraviglioso.
Anni di carte da bollo per stabilire ciò che in un altro paese normalmente civilizzato avrebbero sentenziato con il buon senso e con un minimo di etica pubblica.
Viva l'Italia.

venerdì 23 dicembre 2011

IL CANONE RAI E L'OBIEZIONE DI COSCIENZA

E' moralmente ed eticamente proponibile sottoporre il popolo italiano al pagamento del canone Rai quando parte cospicua del ricavato viene destinata come compenso per far ballare Bobo Vieri nel programma "Ballando sotto le stelle" ?

Vien voglia di praticare una sana obiezione di coscienza: il denaro ha un valore, e costa immane fatica. E se di provenienza pubblica, non può essere sperperato per far danzare un ex calciatore milionario ed ignorante.

Perchè il messaggio che si manda, in questo momento di crisi e di generale difficoltà, è assolutamente devastante.

LA LEGA C'E' !!!!!

Che poi quando serve veramente, quando si deve decidere per le cose che contano, quando a ballare non sono i destini di milioni di poveri italiani, ma quelli di edulcorati burocrati, bene, ricordatevelo sempre, la lega c'è.......

BACIAMANI

giovedì 22 dicembre 2011

AIUTO, SI E' RISTRETTO IL PDL

Interessante sondaggio di Ballarò. Pdellini in via di estinzione. Se ne conoscete uno fotografatelo. Tra un pò potrebbe diventare merce rara.

Per quei quattro che non se lo ricordano:  alle politiche del 2008 il PDL portò a casa il 38% dei consensi.

mercoledì 21 dicembre 2011

ONORE AL DITTATORE.....

Succedono cose da pazzi in Italia.  E cose molto più da pazzi, in Corea del Nord......

NELLA CARITA' E NEL PERDONO

Don Verzé in piscina con Mario Cal e ospiti vip

Immagini scattate a febbraio 2010: relax nella fazenda in Brasile. C'è anche Renato Pozzetto


 Don Luigi Verzé che fa il bagno nella piscina della sua fazenda di Conde, in Brasile, in compagnia del suo braccio destro Mario Cal, suicidatosi nel luglio scorso. Le eccezionali fotografie (una decina), che risalgono al febbraio 2010, sono pubblicate in esclusiva dal settimanale Oggi (www.oggi.it), in edicola da mercoledì 21 dicembre. Le foto, scattate da un ospite, ritraggono il fondatore del San Raffaele nei momenti di relax nella piscina affacciata sull’Oceano Atlantico, mentre gioca a carte con gli amici e a pranzo con altri ospiti, tra i quali il comico Renato Pozzetto (in passato socio della compagnia aerea che gestiva gli elicottero del Pronto soccorso dell’ospedale milanese).  

AEREO PIU' ELICOTTERO - Per recarsi nella fazenda brasiliana insieme agli amici, il prete oggi sotto accusa per il buco finanziario del San Raffaele aveva fatto acquistare un jet Challenger da 20 milioni di euro. Don Verzé e i suoi amici spesso arrivavano alla fazenda in elicottero, per evitare le cinque ore in Suv nero cilindrata 3 mila da Salvador de Bahia a Conde. Lì trovavano due piscine (in un’altra fazenda, invece, campi da tennis, pony, gabbie con scimmie). Gli ospiti in Brasile stavano in bungalow. Alle 8 della domenica mattina don Verzé celebrava messa. Prima di mangiare, a tavola, segno della croce per tutti.

(www.corriere.it)

martedì 20 dicembre 2011

MOUBARAK E' BISNONNO

ONORE A TOSI

“Quando accadono episodi come quello di Firenze, è chiaro che la comunità non può dare il benché minimo segno di cedimento o anche soltanto di ambiguità”, il pensiero del sindaco. Che poi aggiunge: “Non è possibile che per il gesto criminale di un pazzo razzista si possa estendere l’etichetta di razzismo a tutti gli italiani. Tra l’altro  Verona è una citta con oltre 30 mila stranieri, generalmente ben integrati, proprio perché ha sempre fatto dell’accoglienza un suo principio fondamentale. Per l’integrazione occorre lavorare, ma è giusto farlo”. 

Flavio Tosi -  Sindaco di Verona - Lega Nord - 17/12/2011


lunedì 19 dicembre 2011

A SUA SAPUTA

Ma non lo trovate incredibile ?
Claudio Sciaboletta Scajola è divenuto famosissimo  per aver sostenuto  la bislacca tesi che la  sua abitazione nei pressi del Colosseo fosse stata pagata a sua insaputa dall'imprenditore Anemone. Tesi che, di fatto, lo ha reso assolutamente ridicolo.
Bene, ora, le carte in tavola cambiano radicalmente. Per salvarsi le chiappe dall'accusa di finanziamento illecito ai partiti (o ai suoi esimi rappresentanti), l'ex ministro dello Sviluppo Economico racconta alla stampa (ed ovviamente ai giudici) come fosse  perfettamente al corrente del fatto che quella casa gli era stata pagata da Anemone. Si presume, per un atto di carità.

Ora, ditemi solo se un individuo del genere può ancora essere autorizzato a circolare liberamente nel panorama politico nazionale. Riciclandosi magari. E puntando da un lato sulla prescrizione che ce lo restituirà giudizialmente immacolato e, soprattutto, dall'altro,  sulla  nostra sconcertante corta memoria.



domenica 18 dicembre 2011

DOVE VAI SENZA MENTANA ?

Questo sotto è l'andamento del titolo Telecom Italia Media (LA 7) nel giorno in cui Mentana aveva annunciato le sue dimissioni da direttore del Telegiornale.


Ora avete capito perchè il CDR del TG LA 7 si è inginocchiato a Chicco e lo ha pregato di ripensarci ?

PAPI

sabato 17 dicembre 2011

CARRAMBA CHE SORPRESA

Non so cosa ne pensiate voi. Ma a mio modo di vedere, se il calendario del 2012 dei Carabinieri ha in copertina questa foto qua:



... uno si chiede:  ma arrivati a Dicembre cosa troviamo ?  L'immagine di un velivolo della Beneamata che sparge napalm ?????

SENZA PAROLE

LA PADANIA. Quotidiano della Lega Nord. Ieri. Davvero.


venerdì 16 dicembre 2011

EVASORI ? NO, PACIFISTI



Marco Travaglio - IL FATTO QUOTIDIANO

Intesa San Paolo, la prima banca italiana, ha appena versato al fisco 270 milioni di euro più interessi: a tanto ammontavano le imposte evase contestate dall’Agenzia delle Entrate fra il 2005 e il 2007. Lo stesso han fatto di recente i principali istituti di credito: Montepaschi (260milioni), Bpm (170), Credem (53,4), Unicredit (99,che però non chiudono il contenzioso, visto che il fisco le contesta altri 444,6 milioni). In totale nel 2011 i banchieri evasori hanno scucito 1 miliardo di tasse non pagate, ovviamente dopo essere stati beccati.
La notizia è clamorosa, in qualunque altro paese campeggerebbe sulle prime pagine dei giornali e nei titoli dei tg. Tanto più che Intesa San Paolo è al governo, con tre suoi papaveri ministri (Corrado Passera, ex-Ad, ed Elsa Fornero, ex vicepresidente del Consiglio di sorveglianza) o viceministri (Mario Ciaccia, ex Ad e Dg di Biis, gruppo Intesa). Invece il Corriere l’ha confinata a pagina 47, con un titolo alla vaselina (“Intesa fa pace con il Fisco per 270 milioni”) che solo un decrittatore di codici segreti riuscirebbe a collegare all’evasione, parola proibita e mai pronunciata. Le parole, diceva Moretti, sono importanti: se l’Agenzia delle Entrate contesta una somma evasa a un contribuente, non è detto che abbia ragione lei:potrebbe avere ragione lui. Ma se lui paga una somma a sei zeri, non c’è dubbio che aveva torto lui. Soprattutto se lui è una banca quotata in Borsa, con un preciso obbligo verso clienti e azionisti: non gettare centinaia di milioni. Specie in tempi di scarsa liquidità che hanno appena costretto lo Stato, tramite il governo di Larga Intesa, a garantire per le banche in caso di insolvenza. Fa sorridere la nota di Intesa che rivendica “la correttezza del proprio operato ”e spiega di aver pagato “solo in ragione dell’inopportunità di contenziosi lunghi e onerosi”.Non scherziamo: se uno ritiene di aver pagato tutte le tasse, non scuce 270 milioni per evitare un contenzioso che, per lungo e oneroso che sia, sarà sempre meno pesante di un quarto di miliardo. La nota di Intesa ricorda quella degli imputati che patteggiano anni di galera per corruzione o stupro e poi dicono: sono innocente, ma ho preferito evitare un lungo processo. Se sai di essere innocente, non patteggi: ti difendi. Anche perché, quando la notizia esce, nessuno crederà mai alla barzelletta dell’innocente che concorda col giudice 3-4 anni di galera. Per le grandi evasioni, invece, la notizia di solito non esce. E, se esce, si fa in modo che non si capisca (anche perché di solito l’evasore è editore di giornali o amico loro: Intesa possiede il 5% delCorriere). L’evasore potente e famoso non“restituisce il maltolto”: “Fa pace col fisco”. Come se scoprire che uno evade significasse dichiarargli guerra. Basta digitare su google le paroline in dolcestilnovo “pace col fisco” per trovare decine di Vip feriti sul fronte bellico del Fisco guerrafondaio e costretti, povere animucce candide, a “fare la pace”. “Mps fa pace con il Fisco per 260 milioni”, “Coppola fa pace col Fisco: verserà 200 milioni”, “Valentino Rossi e il fisco, pace da 20 milioni”, “Capirossi fa pace col fisco per 12 milioni”, “Fisichella fa pace col fisco. Accertamento per 17,2 milioni, il campione di F1 ne verserà 3,8”. Già, perché questi bei tomi ottengono pure forti sconti sulle tasse evase. Come se uno prendesse una multa da 100 euro e dicesse al vigile: “Facciamo la pace, gliene do 20 e ossequi alla signora ”. O uno rapinasse 100 milioni in banca e, una volta beccato, tornasse indietro: “Facciamo la pace, oggi mi sento buono, ve ne restituisco 20 e un bacio sopra” e i giornali titolassero “Rapinatore fa pace con la banca”. Ecco perché nessun governo fa mai una seria lotta all’evasione, né potrà farla il governo dei tecnici, cioè dei banchieri: l’evasione è nel Dna delle nostre classi dirigenti e intellettuali. In America chi evade 100 dollari finisce dentro e quando esce diventa un paria.

Da noi vige la regola classista di Trilussa: “La serva è ladra, la padrona è cleptomane”. Il poveraccio che evade è un evasore, il Vip è un pacifista.


RIVOLUZIONE LEGHISTA

A me questi leghisti che sbraitano nelle aule parlamentari contro la manovra Monti, lo ammetto, stanno un pò simpatici e sinceramente li compatisco. Sono anni che votano sbobba del tipo che Ruby fosse la nipote di Moubarak, o il loro NO all'arresto del Ministro Romano e del Sottosegretario Cosentino, entrambi in odore di colludere con associazioni criminali.

Ora che si sentono finalmente liberati dal risiedere muti e zitti nella  gabbia cui l'ometto di Arcore li aveva relegati, cosa volete, che non facciano un pò di casino ?

Vorrei vedere voi, cosa potreste combinare, scevri dai lacciuoli di un potentato che vi aveva relegati a cagnette da passeggio !!!!!

Del resto, se ora Bossi incontra B. sapete cosa fa ?
Si mette a ridere.....

LUI CI DORME SOLTANTO (UN PAIO DI VOLTE A SETTIMANA)

Insomma, l'ha ripetuto ancora una volta: Claudio Scajola, nel suo "mezzanino" all'ombra del Colosseo, ci dorme soltanto un paio di volte alla settimana. E non vede l'ora di liberarsene. Da due anni, ormai........

UNO STATO NON PUO' E NON DEVE FARE QUESTE COSE

Silvio Berlusconi, alla presentazione dell'ennesimo libro di Vespa, ieri:

"Non si possono cambiare le pensioni se si toccano i diritti acquisiti, o fare la patrimoniale continuativa per i capitali rientrati con lo scudo fiscale. Non ne facciamo una battaglia perchè gli evasori non sono simpatici  ma uno Stato non può e non deve fare queste cose»

Concordo caro Silvio. Uno Stato serio non può inventarsi uno scudo fiscale facendo pagare la miseria di una tassa del 5% sui capitali  fatti rientrare da evasori incalliti e recidivi.

Eh già....

Il governo di uno Stato serio, queste cose, non le fa.


giovedì 15 dicembre 2011

357 MAGNUM

A Brugherio, profondo nord, ha appena aperto i battenti il primo "caffè padano".

Rom, romani ed extracomunitari, ne debbono obbligatoriamente stare alla larga. E gli aperitivi, ovviamente, sono a base di maiale. Prendere o lasciare.

I padani entreranno, si prenderanno un caffè, ed alla vista di certe scritte si faranno sicuramente due risate.

Stigmatizzando.

Fino a quando qualcuno non impugnerà una 357 magnum e si farà una passeggiata nel mercato cittadino. 

Diventando magari un eroe.




mercoledì 14 dicembre 2011

EFFUSIONI MODESTISSIME

Scusatemi se nel pieno della discussione della manovra lacrime e sangue dell'attuale governo torno un attimo al caso Ruby. Ma a chi si lamenta dell'attuale governo che sta svolgendo le funzioni di una sala intensiva di un ospedale dove si cerca di tenere in vita il paziente ormai spacciato, vorrei ricordare che fino ad un mese fa avevamo B.  O meglio, avevamo l'imputato B.
E tra i vari processi che il nostro ex presidente del Consiglio ha in corso, ovviamente, come non riparlare un attimino del caso Ruby ?
Ma ve lo ricordate quando il nostro eroe ci ricordava queste cose qua, a proposito delle cene ad Arcore:

"La menzogna, le calunnie di cui mi hanno ricoperto in questi ultimi tempi trasformando le mie cene eleganti e corrette, divertenti ed allegre certo, in cose indicibili e licenziose, cose che io ho giurato non ho mai visto in casa mia, sotto gli occhi di un mare di gente, capitare nemmeno una sola volta"

Bene, ora nella fase dibattimentale, la verità sta venendo a galla. Spuntano foto di effusioni tra donne, e minorenni vestite da Babbo Natale in abiti succinti.

Mitica la difesa dell'instancabile "mavalà" Nicolò Ghedini in versione ridimensionatore:
  
     "Si tratta di effusioni modestissime"


Insomma, un'elegante palpatina alla tetta della minorenne qua ed un bacio saffico là. Ma sempre nel segno dell'eleganza e della correttezza sia chiaro......

                     




martedì 13 dicembre 2011

PER NON FARLO PIU'. ORA.


  Francesco Pinna, anni 20. Morto mentre montava il palco di Jovanotti per 5 euro l'ora.

 

CAVALIERE, OFFRA UN EURO

Dice B. che un'eventuale asta per le frequenze tv del digitale terrestre (che questo governo sta regalando a Rai, Telecom ed ovviamente Mediaset e che dicono gli esperti potrebbe portare ad un incasso di circa 4 miliardi di euro), andrebbe deserta.

Cavaliere, da buon liberista, le prospetto una soluzione. Lei faccia indire l'asta ed offra un misero euro per aggiudicarsela.

Se non avrà concorrenti, vorrà dire che aveva ragione lei. E per il prezzo di un caffè si porterà a casa le frequenze.

lunedì 12 dicembre 2011

IL CETO MEDIO CON L'ELICOTTERO

www.ilsole24ore.it

42mila poveri con la super-barca. Tra chi dichiara meno di 20mila euro in 518 hanno anche l'aereo.

Italiani popolo di santi, poeti e navigatori. Troppo spesso evasori. Il 42,4% delle barche di lusso (in valore assoluto 42mila natanti) su cui si dovrà pagare la patrimoniale è intestata a contribuenti che a malapena arrivano a guadagnare in un anno 20.000 euro. Ma l'esercito dei "finti-poveri" ama viaggiare anche in supercar: sono 188.171 i veicoli di potenza superiore ai 185 kw oggi intestati ai 27,7 milioni di contribuenti Irpef che dichiarano al Fisco una vera miseria. A fotografare il rapporto del Belpaese tra tasse e beni di lusso è stata l'Anagrafe tributaria nel valutare l'impatto della patrimoniale dovuta da chi possiede auto, barche, aerei ed elicotteri  (continua qui)


IL PIU' BRUTTO TG1 DELLA STORIA

Dopo la caduta del sultano, anche il suo principale maggiordomo viene barbaramente messo alla porta. Pensate, lo cacciano per un uso indiscriminato e non autorizzato della carta di credito aziendale (a carico del contribuente) con cui consumava lauti pasti da 500 euro l'uno.  Un paese serio, uno come Minzolini, lo avrebbe defenestrato dopo il secondo o terzo giorno di direzione del Tg1. Noi,  per liberarci di questo inetto, ci siamo dovuti attaccare ad un cavillo che in Rai è ormai considerato prassi. Tanto che ora, il servo, sbraita ai quattro venti la sua innocenza urlando al complotto politico.

Commetteva crimini contro l'umanità e lo abbiamo arrestato per un furto di mele.

Consoliamoci. Il peggior Tg1 della storia sta andando in pensione.

Non è poco.

domenica 11 dicembre 2011

RACCONTATELO ALL'ESATTORE DELLE TASSE.......

Dichiarazioni di noti Cardinali sulla possibilità che anche la Chiesa possa pagare l'ICI:

«Non ci sono pregiudiziali da parte nostra».

(Cardinale Angelo BAGNASCO)

«È un problema particolare, da studiare e da approfondire»

(Cardinale Tarcisio BERTONE)

Ecco, ora immaginiamo un attimo che vi becchi  l'Agenzia delle entrate perchè non avete pagato l'ICI o perchè non avete versato l'IVA. E vi arrivi a casa una bella lettera con un bollettino di conto corrente allegato per saldare il maltolto.

Voi fate una bella cosa: tirate fuori la vostra arte diplomatica. E invece di pagare, fate come Bertone e Bagnasco: provate a dire che "non ci sono pregiudiziali da parte vostra" o che la somma che dovete pagare rientra in un contesto di "un problema particolare, da studiare e da approfondire".

Bene che vi andrà, chiameranno un'ambulanza e vi ricovereranno in una struttura con uno specifico trattamento sanitario obbligatorio.

Sempre meglio che pagare........

L'ICI ALLA CHIESA (LA VERA STORIA)

C'è un articolo di Curzio Maltese, su Repubblica, del 25 Giugno 2007 che spiega benissimo perchè la Chiesa continua a non pagare l'ICI sugli edifici adibiti a scopo commerciale.

E ci sono un paio di passaggi di quell'articolo, meravigliosi..... :

"Varato nel '92, bocciato da una sentenza della Consulta nel 2004, resuscitato da un miracolo di Berlusconi con decreto del 2005, quindi decaduto e ancora recuperato dalla Finanziaria 2006 come omaggio elettorale, il regalo dell'Ici alla Chiesa è stato in teoria abolito dai decreti Bersani dell'anno scorso.
Molto in teoria, però. Di fatto gli enti ecclesiastici (e le onlus) continuano a non pagare l'Ici sugli immobili commerciali, grazie a un gesuitico cavillo introdotto nel decreto governativo e votato da una larghissima maggioranza, contro la resistenza laica di un drappello di mazziniani radicali guidati dall'onorevole Maurizio Turco"

I resistenti laici avevano proposto di limitare l'esenzione dell'Ici ai soli luoghi senza fini commerciali come chiese, santuari, sedi di diocesi e parrocchie, biblioteche e centri di accoglienza. Il cavillo bipartisan ha invece esteso il privilegio a tutte le attività "non esclusivamente commerciali"
"Basta insomma trovare una cappella votiva nei paraggi di un cinema, un centro vacanze, un negozio, un ristorante, un albergo, e l'Ici non si paga più. In questo modo la Chiesa cattolica versa soltanto il 5 o 10 per cento del dovuto allo Stato italiano con una perdita per l'erario di almeno 400 milioni di euro ogni anno, senza contare gli arretrati".

"Il trucco o se vogliamo la furbata degli italiani non è piaciuta a Bruxelles, da dove è partita una nuova richiesta di spiegazioni al governo. Il ministero dell'Economia ha rassicurato l'Ue circa l'inequivocabilità delle norme approvate, ma subito dopo ha varato una commissione interna di studio per chiarirsi le idee"


                                     
                                        

ISTIGAZIONE AL SUICIDIO

Senza parole......

sabato 10 dicembre 2011

INTOCCABILI

C'è un comma nella manovra Monti che potrebbe di fatto dimezzare le indennità dei parlamentari.

Scommettiamo che lo bocceranno ??????

FINIRA' TUTTO IN UN NIENTE

Storia di G., evasore record
di Paolo Biondani - L'ESPRESSO

Negli ultimi 15 anni ha dichiarato dieci euro lordi. In tutto. Inclusi i redditi della moglie. Ma possiede 200 milioni di euro (all'estero) e diversi hotel a Verona. Ora l'hanno scoperto. Ma lui è tranquillo: «Finirà tutto in niente»

Aveva una montagna di soldi, almeno 201 milioni di euro, investiti in una meravigliosa società-cassaforte lussemburghese. E' conosciuto in tutta la provincia di Verona, ma anche a Venezia, Gorizia, Treviso o nell'Est Europa, come uno dei più ricchi possidenti veneti, sempre pronto a fare affari dispensando mazzi di contanti. A Bussolengo, il paesone dove è nato e cresciuto, ha potuto costruire uno stupefacente grattacielo rosa, che porta il nome della sua famiglia e svetta, in tutta la sua psichedelica grandiosità, su chilometri di case, campi e capannoni. Eppure dal 1996 al 2008 non ha mai presentato la denuncia dei redditi. Nel 2009 si è messo una mano sulla coscienza e si è fatto vivo per la prima volta con il fisco: ha dichiarato quattro euro. Nel 2010 si è sprecato: cinque euro lui, uno la moglie. Totale dei redditi lordi denunciati negli ultimi 15 anni: dieci euro in due. E adesso che è arrivata la Guardia di Finanza a sequestrargli 52 milioni e rotti, come si sente un italiano così? Disperato? Rovinato? "Ma che rovinato... Finirà tutto in niente. Come l'altra volta. Anche Tangentopoli per me era finita in niente: prosciolto da tutte le accuse".
Giovanni Montresor, per gli amici "Lolo", 68 anni portati grintosamente, non è tipo da farsi spaventare. La sua cascina padronale, di fianco alla statale Verona-Brescia, ha uno scenografico vialone di cipressi e magnolie che è un varco obbligato. Mezzo chilometro di sterrato di sicurezza. La figlia lo avverte per telefonino che stanno arrivando i curiosi. Ma lui resta lì, in piedi, appoggiato alla cancellata in ferro, sguardo fiero e voce forte: "Non ho niente da nascondere". E le tasse mai pagate? "Balle. I redditi li hanno sempre dichiarati le mie società. Ne ho avute tante. Ma io come persona non dovevo dichiarare niente". E di cosa è vissuto, se le sue imprese non le hanno fatto guadagnare un soldo? "Glielo spiego. Se presto soldi a una mia società che poi me li restituisce, quello è reddito? No, è il rimborso di un prestito". Finanziamento soci? "Bravo". Ma su quell'affare incriminato, la vendita di terreni per 65 milioni davanti al mare di Eraclea, non avrebbe dovuto pagare almeno l'Iva? "Ascolti qua: i terreni erano di una mia società e sono passati in un fondo che è ancora mio. Quindi non c'è stata nessuna vendita. E nessuna plusvalenza da tassare"

Plusvalenza è l'unica parola che Lolo non pronuncia in veneto stretto. Calzettoni di lana, ciabatte di gomma, maglione, mani sporche da lavoro pesante, il signor Montresor sta rubando tempo al suo hobby: alleva pecore e agnelli, da immolare in grigliate memorabili. Toccherà ai giudici, dopo tre gradi di processo, stabilire se abbia davvero commesso i reati fiscali per cui la Procura di Verona ha convinto il tribunale del riesame a etichettarlo come "evasore totale" di rara sfrontatezza.

Che sia colpevole o innocente, comunque la sua vita insegna molto sull'Italia di oggi. Prima lezione di economia reale: in molti comuni, anche al Nord, ci sono famiglie benestanti che tra gli anni '70 e '80 sono diventate di colpo ricchissime, con una facilità sospetta.

Di sicuro i "Loli", il soprannome che distingue la sua famiglia in una zona dove molti estranei hanno lo stesso cognome, hanno fatto i primi soldi con la carne: Giovanni lo rivendica con orgoglio. Il padre, Brunone Montresor, era proprietario dell'unico macello. "Grande uomo", lo ricorda il figlio: "Siamo arrivati a macellare 200 tori alla settimana". Tempi eroici, quelli. A vent'anni, diplomato ragioniere, Giovanni si vedeva mettere in mano rotoloni di banconote "per andare all'estero a comprare le bestie". Allora i "Loli" avevano solo un piccolo negozio a Bussolengo, ma vendevano all'ingrosso "soprattutto al Sud", ricorda un mediatore del posto. Il salto economico arriva con la speculazione edilizia. Brunone e i suoi tre figli cominciano a trasformare vecchi fabbricati, compreso il loro ex macello, in palazzoni di cemento e vetro. E a costruire alberghi di gusto assiro-babilonese
Giovanni Montresor

venerdì 9 dicembre 2011

L'AMARA GRADITA MEDICINA


I due sondaggi sopra graficamente rappresentati ci dicono qualcosa di importante: gli italiani hanno capito perfettamente in quale guaio il governo Scilipoti/Berlusconi ci aveva cacciato e sono pronti ad affrontare  ogni immane sacrificio pur di sopravvivere. Non si spiegherebbe altrimenti come un governo che blocca le indicizzazioni delle pensioni minime, reintroduce l'ICI per la prima casa e fa schizzare il prezzo alla pompa della benzina a livelli stratosferici (siamo l'unico paese al mondo dove un litro di benzina costa più di un litro di vino....), possa godere di una così vasta fiducia e di un consenso quasi inaspettato.

Insomma, temo che di quanto sopra, i vari Di Pietro o Maroni, se ne debbano fare comunque una ragione.  Perchè è ormai acclarato che  siamo un popolo passionale, incazzereccio, disordinato e molto spesso insolente.
Ma quando siamo di fronte alla cacca, quella puzzolente, sappiamo tirar fuori delle mastodontiche dosi di sano pragmatismo.

NE MANCA SOLO UNO.........



Ma si, secondo il Giornale mentre tutta l'Italia è costretta a sacrifici infiniti, Monti e Napolitano, con le rispettive signore se la spassano alla prima della Scala. Guarda caso, hanno scelto una foto che nasconde un tipetto ben noto a Sallusti e Feltri.

Chi è ?  Uno a caso. Robertino Formigoni. Governatore della Lombardia del PDL.
Eccolo qua, che in un altra foto che non trovate sul quotidiano della "famigghia" compare in tutto il suo splendore....


Grazie a NLQB

QUELLO CHE SI POTEVA FARE

Massimo Gramellini, con la solita verve, ci racconta quello che, purtroppo, non si è voluto fare.....

giovedì 8 dicembre 2011

NON E' MICA UN DILETTANTE.......

Ebbene si. Come molti avevano già previsto, sembra che recuperare ulteriore moneta dai capitali scudati sia una operazione piuttosto complicata e difficilmente realizzabile.

Normale, oserei dire. Ma che pensate, che quando B. e Tremonti studiarono e realizzarono quella misura, non abbiano fatto le cose per bene ? 

Ovvio che la pratica doveva avere la caratteristica di divenire "tombale".

Per favorire gli evasori, B. ha sempre dato il meglio di se stesso. Anche come fine giurista......

INDIGNADOS

In un altro paese, questa roba qua, avrebbe causato una rivoluzione.
Si, è vero. Siamo troppo buoni.

PER RIDERCI SU

mercoledì 7 dicembre 2011

PECCATO PERO' CHE NON SE LA SONO POSTA.......

VERGINITA' (MAI) PERDUTA

Aldo Grasso - Corriere della Sera


Il "verginello" Formigoni

Fra un imbarazzo e l'altro, sono sedici lunghi anni che Roberto Formigoni regna in Lombardia. A volte persino indossando imbarazzanti camicie frou frou o giacche color salmone o mise da barista. Ogni volta che succede qualche fatto inquietante, il presidente della Regione fa trapelare di provare imbarazzo. A commento dell'inchiesta su rifiuti e tangenti che ha coinvolto di recente il vicepresidente del consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani, il governatore è parso « vistosamente imbarazzato » .
E poi quella maledetta microspia piazzata nell'ufficio di don Verzé: « Adesso vado dal presidente e là gli dirò... quando hai avuto bisogno siamo intervenuti noi e ti abbiamo salvato Roberto Formigoni la faccia e anche il c... perché saresti andato di mezzo con certezza » . Formigoni, pur con un po' di imbarazzo, ribatte rivendicando sempre la bontà e la trasparenza del suo agire.
Vabbé, c'è la stretta amicizia con l'evasore totale Pierangelo Daccò, ora in carcere per bancarotta.
E poi la testimonianza della segretaria di Mario Cal, l'ex vicepresidente morto suicida: dice di avere prenotato un volo per Saint Martin a bordo del quale ci sarebbe stato anche Formigoni. Risultato? Solo qualche imbarazzo. Lo stesso mostrato quando il governatore è stato sorpreso a svacanzeggiare sullo yacht di Daccò.
E vogliamo parlare dell'imbarazzo provato per la Minetti, quando il governatore ( « Il Formiga » per Nicoli Cristiani) ha scoperto che la sua consigliera regionale era indagata per favoreggiamento della prostituzione nell'ambito dell'indagine sulle Olgettine?
Piccoli incidenti di percorso capaci solo di creare refoli di imbarazzo: la parola deriva dallo spagnolo « embarazo » e sta ad indicare la molestia o l'impaccio nel compiere liberamente un'operazione ( « embarazo » è anche la gravidanza). Detta così, alla spagnola, sembra un'antica arte di governo, una sottile forma di dominio rintracciabile in qualche pagina di El Político don Fernando el Cathólico di Baltasar Gracián: con qualche imbarazzo morale, per essere inamovibili bisogna dimostrarsi molto elastici.

martedì 6 dicembre 2011

TUTTI I BLUFF VENGONO AL PETTINE


Il signore della foto di cui sopra si chiama Giorgio Mulè. Sembra che si fregi del titolo di "giornalista". Berlusconiano di ferro, ex direttore di Studio Aperto (il non plusultra del trash televisivo inerentemente al mondo delle news) ed ora direttore di Panorama, periodico di proprietà della "famigghia" di Arcore.
Ebbene, questo premio Pullitzer mancato, appena 14 giorni fa scriveva proprio su Panorama un articolo dal titolo "TUTTI I BLUFF VENGONO AL PETTINE" in cui blaterava quanto sotto:

"Poi un giorno dovremo forse guardare alle nostre spalle, riavvolgere il nastro e riascoltare le parole dette e scritte per capire fino in fondo il Grande Inganno. Soprattutto le parole di quegli «esperti» che, per mesi e mesi, ci hanno raccontato con la sicumera degli arroganti un mucchio di frottole sul motivo che sta alla base della differenza di rendimento tra i nostri titoli e quelli tedeschi (il famigerato spread). Fate mente locale e mettete a fuoco professoroni e professorini che si rimpallavano il valore dell’addio di Silvio Berlusconi sul mercato dei Btp. Il problema, a sentire loro, era tutto lì: anche il semplice annuncio delle dimissioni avrebbe dato respiro ai titoli. Un respiro di sollievo che subito dopo, al momento delle effettive dimissioni, si sarebbe trasformato, con lo stesso slancio di un gol ai Mondiali, in uno sfavillante successo con ribassi di 100, forse 200, addirittura 250 punti di spread. Bum e ancora bum. Martedì 15 novembre, settimo giorno dell’Italia liberata dal tiranno, il mostro si era avvicinato ai 540 punti. Vorrei sommessamente ricordare che l’8 novembre, all’annuncio di dimissioni di Berlusconi, non arrivava a 500"

Molto bene caro Mulè, nella giornata di ieri lo spread aveva questo valore:


Pertanto, sono bastati appena 17 giorni di lavoro di un governo semplicemente più autorevole ed affidabile  di quello guidato dal miglior presidente del consiglio della storia della Repubblica Italiana per far scendere di ben 200 punti lo spread facendo risparmiare alle casse pubbliche qualcosa come 38 miliardi di euro, ovvero una volta e mezzo il valore della manovra in discussione in queste ore.

Noccioline insomma caro Mulè.

E' proprio vero,  tutti i bluff vengono al pettine.

lunedì 5 dicembre 2011

ICONOCLASTA

Si piange.

Aumenta l'IVA, si andrà in pensione più tardi e chi è già in quiescienza vedrà il proprio assegno mensile non rivalutato, aumenteranno le addizionali regionali e ritorna l'ICI sulla  prima casa. Una mazzata colossale. Lacrime e sangue. E da oggi, si presume, di Monti e dei suoi ministri se ne diranno peste e corna.

Ma che volete farci. Io sono un sentimentale.

E se chi mi fa piangere, nel preannunciare le mie lacrime, a sua volta piange perchè sa che mi farà piangere, io piango un pò meno.

Di questi tempi,  mi accontento di poco.

Sempre piangendo, ovviamente.



domenica 4 dicembre 2011

QUASI QUASI CI RIPENSO...........

Il giudice li querela, Feltri e Sgarbi ritrattano.

Vittime della stessa macchina del fango con cui da anni colpiscono i nemici politici del loro padrone e, con particolare violenza, i giudici. Stavolta è andata male a Vittorio Sgarbi e a Vittorio Feltri, costretti ad una clamorosa ritirata: dopo essere stati querelati dall’ex procuratore di Palermo, Giancarlo Caselli, hanno dovuto ammettere l’errore, o meglio la montatura. Dopo la precisazione dei due, Caselli ha ritirato la querela. Che figuraccia.


NO, DA VESPA NO.......

Non so cosa ne pensiate voi. Ma a me la mossa di Monti di andare da Vespa a raccontare la manovra non piace per niente. Perchè mi da l'idea che non sia cambiato proprio nulla e che si passi dal contratto con gli italiani alla stangata agli italiani.

Sempre rimanendo nell'ambito del pietoso teatrino di Porta a Porta.

Ma quando è che anche in questo settore si diventa un pò più "europei" ?

Non era forse meglio una bella conferenza stampa in diretta TV ?