lunedì 27 agosto 2012

SERVE UN COMMENTO ?

(ANSA) - TORINO, 27 AGO - Il Comune di Alessandria, che ha dichiarato il dissesto finanziario in luglio costituendosi parte civile nel processo contro l'ex sindaco Piercarlo Fabbio (Pdl) accusato di averne truccato il bilancio, questo mese non e' in grado di pagare gli stipendi dei 500 dipendenti delle partecipate Atm, Amiu e Aspal.

Dall'insediamento del nuovo sindaco Rita Rossa nel maggio scorso, il Comune ha provveduto a 'coprire' le somme mancanti alle tre societa', circa 300 mila euro mensili per ciascuna.

domenica 26 agosto 2012

DI CALCIO VIVIAMO

È partito il campionato di calcio. E tra serie A e serie B ci sono ben 13 squadre penalizzate per illeciti inerenti la vicenda delle scommesse. Sedetevi sui divani dunque, e dannatevi l'anima per la squadra del cuore. Se poi tra un anno vi diranno che vi siete spesi per un falso, una commedia, una truffa, non incazzatevi più di tanto. Funziona così: siete spettatori di uno spettacolo immaginario. Che solo una sentenza di un giudice renderà realistico. Preparatevi alla mattanza dunque. Ma siate per lo meno leggiadri. Il contesto sociale e la vita quotidiana, credetemi, vi offrono motivi molto più seri per incazzarvi.

NON TORNARE, GRAZIE

Hanno fatto una colletta. Ed hanno racimolato più di 2.000 euro. Per riempire il cielo marchigiano e romagnolo di questa roba qua. Semplicemente mitici.

 

 

ALTO LIVELLO

Di Alessandro Gilioli - Piovonorane
In un’intervista apparsa ieri sul Mattino e ripresa oggi da diversi quotidiani, Fabrizio Cicchitto ha argomentato la necessità del Porcellinum, cioé di una quota di onorevoli («almeno un terzo») che venga eletta con lista bloccata: «Altrimenti», ha spiegato testuale, «diversi parlamentari di alto livello non entrerebbero in Parlamento».
Io trovo che questa affermazione sia il più straordinario (e violento) “coming out” delle oligarchie di partito.
In democrazia, infatti, il concetto ontologico di “parlamentare di alto livello”, semplicemente, non esiste. Sono gli elettori – con il loro voto – decidere se e a quale “livello” piazzare i loro rappresentanti. Se uno non ha i voti non è a nessun “livello”. Punto, fine. Piaccia o no, la democrazia è questa. E l’unica eccezione a questa regola è il ristretto numero di senatori a vita.
L’idea che un esponente politico sia di “alto livello” indipendentemente dai consensi (anzi, a dispetto di essi, tanto che bisogna garantirne l’elezione anche se non ha i voti!) è veramente drammatica.
Perché da un lato è un palese spregio alla democrazia (”decidiamo noi partitocrati chi è di alto livello, arbitrariamente: e voi elettori zitti”) mentre d’altro lato certifica la grande cesura ormai in corso tra oligarchi e cittadini, ammettendo che i primi hanno bisogno di farsi un listino bloccato perché se accettassero la sfida del voto popolare resterebbero a casa.
Fantastico, no?

sabato 25 agosto 2012

ACQUA AZZURRA

Massimo Gramellini - BUONGIORNO - LA STAMPA

Sloggiati a forza dalle calette proibite della Maddalena, i possidenti di megayacht reagiscono con accenti che mescolano lo stupore all’arroganza, minacciando di non tornare mai più in Sardegna. Sono oligarchi russi, principi tedeschi, evasori italiani. Vorrei li accompagnasse il mio personale augurio di buon viaggio. Vadano a inquinare le coste croate, francesi o lillipuziane: qui da qualche tempo si cerca di diventare un Paese povero ma serio. È il risvolto ironico di questa estate deprimente. Finché eravamo la patria dei finti divieti e degli scontrini fantasma, il mondo degli ultraricchi ci frequentava disprezzandoci. Adesso che cominciamo a pretendere il rispetto delle regole, i moralisti di ieri si indignano per l’inaudito capovolgimento del luogo comune che ci vuole accomodanti e servili. E usano l’unica arma a loro disposizione, i soldi. Così ogni slancio di pulizia viene sottoposto al ricatto economico, che purtroppo la crisi rende particolarmente efficace.

In effetti avremmo potuto scegliere un momento più propizio per redimerci, ma abbiamo accumulato ritardi ventennali e, come tutti i ritardatari, ci tocca fare i compiti all’ultimo minuto. Siamo a metà del guado: non abbiamo più i vantaggi che garantiva l’illegalità e non intravediamo ancora quelli che verranno dall’onestà. Ora, delle due l’una. O torniamo indietro e ci perdiamo per sempre. Oppure andiamo avanti, fino a quando cominceremo ad assomigliare a quello che da sempre dovremmo essere: un paradiso da contemplare e non da usare.

lunedì 20 agosto 2012

PD-SEL+UDC

Un centrosinistra esplicitamente aperto al dialogo politico, finanche alla collaborazione su temi di comune interesse, con l’UDC, tanto per dare un nome alle perifrasi bersaniane, in una temperie storica che, in particolare sul tema cruciale del significato europeo, non vede un lineare sereno all’orizzonte. Ovvero l’inversione dell’approccio seguito nell’ultimo ventennio dalle correnti maggioritarie della sinistra italiana, D’alema per intenderci, che dall’accordo strategico col centro avevano fatto l’elemento centrale della loro linea su alleanze e programmi.

In questo percorso si esclude l’IDV, non per una preclusione sui temi programmatici, che quel partito ha condiviso con SEL, in quest’ultima fase del periplo dipietresco, ma per l’impossibilità di addensare una seria prospettiva di governo con chi, in tutta evidenza, non riesce ad abbandonare la tattica della guerriglia contro gli alleati, a mero scopo di visibilità. Così si sarebbero potuti leggere i giorni a cavallo di luglio e agosto, senza eccedere in forzature ottimistiche, solo per stare a fatti e dichiarazioni.

Nicky Vendola. 20 Agosto 2012

CASTITÀ

Per una poltrona che vale oro......

NOVITÀ

La minacciosa home page de IL GIORNALE. Ora.

 

 

PASSIONI

Passioni politiche. Al servizio della comunitá.

SFIDUCIA

 

 

sabato 11 agosto 2012

UN MILIONE. AD OTTOBRE

Segnatevi questa. Un milione in piazza per Silvio. Ad Ottobre. Lo rivela oggi la home page di Libero.

Non ditelo allo spread.....

 

 

giovedì 9 agosto 2012

SCHWAZER, TRA LA TESTA ED IL CUORE

MASSIMO GRAMELLINI - LA STAMPA

Le avventure di Schwazer, il Dopato Buono, dividono gli italiani. Ma non come succede di solito: gli uni contro gli altri. Stavolta la scissione è avvenuta dentro di noi.

Il cuore prova umana simpatia per questo reo confesso che ha osato autodenunciarsi pubblicamente.

Tanto più in un Paese dove persino l’assassino colto in flagrante urla al complotto della magistratura. Se avesse accusato, se avesse negato, sarebbe stato sepolto dal disprezzo che in Italia è riservato non a chi infrange le regole, ma a chi si fa beccare. Invece ci ha messo la faccia. Anzi, ha fatto televisivamente di meglio: l’ha tenuta nascosta fra le mani per tutta la durata della confessione. Con quella voce frignante, sempre sull’orlo di franare in pianto, ma capace di soprassalti puntuti, strano impasto di coraggio virile e debolezza bambina.

Anche la nostra pancia è un po’ schwazeriana. Rapita dalla curiosità, benché assalita da un certo disgusto per il rito sacrificale della gogna in diretta. Piena di comprensione per questo italiano dal cognome irto di consonanti che ha denudato un’anima fragile, i complessi di inferiorità nei confronti della fidanzata famosa, la paura di illudere, di deludere, di perdere e quella nausea nei confronti del suo sport che lo avvicina al tennista Andre Agassi, il quale in un libro memorabile ha raccontato il suo odio per il tennis, trasformatosi in passione solo dopo il ritiro.

Rimane ancora, chissà per quanto. La testa. E quella ovviamente stecca sul coro. La testa zittisce la pancia, suggerendole di non provare pena per un privilegiato che aveva liberamente accettato le regole crudeli e i ritmi folli dello sport moderno. Tutti i lavoratori faticano e molti sono nauseati dal proprio lavoro, più oscuro e peggio pagato di quello di Schwazer. E tutti i corridori vogliono arrivare primi, ma non per questo sono disposti a passare col rosso.

La testa fa vacillare persino il cuore, estraendo dal romanticismo delle sensazioni il linguaggio prosaico dei fatti: martedì Schwazer ha detto di avere comprato il doping su Internet, mercoledì di averlo comprato in una farmacia turca. Ma davvero nelle farmacie turche ti incartano il doping insieme con le supposte? Davvero un atleta che fino a un mese fa si faceva di cioccolato al latte, all’improvviso impara a prendere le dosi giuste di epo? Non serviva l’apporto di un medico specializzato, anche solo per evitare di ammazzarsi e per cercare di ingannare i controlli? Ma la testa ne ha anche per i dirigenti del nostro sport, i quali dipingono Schwazer come un solitario un po’ balzano. Capirei ancora, afferma la testa, se l’atletica italiana avesse cinquanta campioni da medaglia come Cina e Stati Uniti. Ma avendone soltanto uno, non sarebbe stato più facile, e più necessario, marcarlo stretto?

Questo e altro dice la testa, prima di lasciare al cuore l’ultima parola: l’animo umano è complesso e Schwazer ci tocca una corda profonda perché, come scrive oggi Riotta, rappresenta l’uomo del Tutto o Niente, la morale degli eroi e dei malvagi. Invece la vita di noi normali è un compromesso quotidiano e sfiancante fra il bene e il male, la fantasia e il senso comune, la disciplina e la tentazione. Proprio per questo, forse, rappresenta la forma più sottile e profonda di eroismo.

 

MORIRE DI FAME

«SE QUALCUNO NON MI RICANDIDA MORIRO’ DI FAME»

di Caterina Perniconi

 

C’aggia fa? C’aggia fa… ”

Da quando parla napoletano, l’onorevole Grassano da Alessandria?

A Roma ho dovuto imparare anche le lingue.

Come si trova nella Capitale?

Benissimo, finché mi tengono ci sto. Ancora qualche mese, è certo. Poi potrei fare l’eremita.

Col suo stipendio?

Guardi, guadagno 4800 euro e ne pago 4000 alla mia ex moglie. Non mi rimane niente. La diaria. Devo essere sempre presente in Parlamento. Se non lavoro non mangio.

La sua impresa?

Tutti i miei beni sono bloccati. Conti correnti, alloggi, terreni edificabili, tutto sotto sequestro cautelativo. In attesa della sentenza d’appello per truffa aggravata ai danni dello Stato. Sono innocente, mi hanno incastrato. È colpa dei giudici. E dei giornalisti.

Questa l’abbiamo già sentita.

Mi hanno dato quattro anni quando il massimo della pena è cinque. Non ho rubato nulla. Ma se avessi una pistola forse me ne darebbero venti a ragione…

È davvero disperato.

Sono stato dipinto come il mostro di Alessandria, e anche se verrò assolto non mi toglierò questo marchio.

È la paura del carcere?

Io non ho paura del carcere. Vorrà dire che se mi ci mettono non avrò più il problema di mettere insieme il pranzo con la cena.

Ha bisogno di una ricandidatura. Leghista, poi Responsabile . Ora?

Sono vicino al Pdl.

Cosa le hanno promesso?

Io non chiedo niente, sono nelle mani del Signore.

Parla con Berlusconi?

Non lo disturbo, sta lavorando a un progetto.

Non l’ha chiamato?

No, ma abbiamo rapporti cordiali, da quella fiducia del 14 dicembre.

Quando gli mostrò tutta la sua fedeltà…

Sono nato e morirò nel centrodestra.

Almeno con Alfano ha parlato?

Non ho avuto questo onore.

Allora con chi ha rapporti nel Pdl?

Con Rosso, con Crosetto….

Ma non è che lei è uno degli amici a cui Crosetto ha fatto un prestito?

No, perché, ne fa?

L’ha raccontato al Fatto Quotidiano: aiuta chi è in difficoltà, e non vuole niente indietro.

Allora lo vado a cercare subito. Ma un giorno spero di restituirli, o a lui o in beneficenza.

Tutta colpa della sua ex moglie?

No, tutta colpa mia. Sono discolo… le donne sono un vizio che non riesco a togliermi.

A Roma soffre di solitudine?

No, preferisco vivere da solo. Non sono come quelli del Pd che predicano l’amore libero. Che poi era l’unica cosa che mi piaceva dei comunisti.

Chi sono i suoi amici?

Mi trovo bene con Mario Pepe.

I leghisti?

Nessuno mi ha sostenuto quando ho avuto bisogno, mi hanno lasciato solo.

Del tesoriere Belsito cosa pensa?

Un compagno che ha sbagliato.

E di Maroni?

Ah faccio gli auguri ai leghisti. Io nel’94 c’ero e gliel’avevo detto a Bossi: non te lo riprendere.

Quindi se si votasse nei collegi non avrebbe più neanche un sostenitore.

I collegi? Ci si mettono i bambini cattivi nei collegi.

Lei non lo è? È cattolico?

Sì e mi chiedo se lo sia anche Casini che vuole allearsi con i comunisti.

Meglio Fini?

Per carità, può anche farsi un partito su misura, ma chi lo rielegge?

C’è un politico che stima?

Ha una domanda di riserva?

Ma lei lo sa che non sarà ricandidato. . .

Resto nelle mani del Signore. Intanto mi sono portato avanti diventando amico del presidente della Caritas di Alessandria, così avrò un posto dove mangiare e dormire in caso di bisogno. Un esodato illustre. Me la dovrò cavare da solo, come ho sempre fatto.

 

C'ERO PRIMA IO....

«Prima il nord!», e su questo sono tutti d’accordo. Poi «Prima la Lombardia!», perché vuoi metterti nello stesso calderone con quei scansafatiche del Trentino? Dopo ancora «Prima Monza e Brianza!», una delle province più ricche d’Europa, grazie ai brianzoli e al loro lavoro: che facciamo, la mettiamo insieme ai montanari della provincia di Sondrio, tutto l’anno in giro per i monti? E poi, «Prima i Besanesi!», perché va bene tutto, ma c’è chi produce più reddito, in Brianza, e chi ne produce meno, e i leghisti di Besana in Brianza avranno pur il diritto di rivendicarlo, no?

Grazie a cronache on the nord

 

FALSI INVALIDI

 

 

sabato 4 agosto 2012

COMPRERESTE UN'AUTO USATA DA.....

Comprereste un auto usata da uno che si fa dire "torno e ti spacco il culo" da un personaggino come Lavitola ?

Bene, non dimenticatelo, quel signore sotto perenne ricatto dai più disparati malfattori italici, ci ha già governato per tre lustri. E si candida a rifarlo.

 

giovedì 2 agosto 2012

L'IPOCRISIA DELLE IPOCRISIE

By Civati

La cosa più divertente della giornata di oggi, che sembra essere stata frutto di un’allucinazione, è che tutti negano di volersi alleare con l’Udc. Anche molti democratici che fino a qualche giorno fa volevano aprire a tutti i costi a quelli che definiscono moderati, ora precisano, smorzano, trattano e ritrattano.

O, meglio, per precisare la precisazione, non è che neghino (sarebbe troppo forte e netto e deciso), sostengono che bisogna confrontarsi sul programma e verificare se ci sono convergenze, da Vendola a Casini.

Come se il partito di Casini fosse una new entry della politica italiana e avessimo ancora qualcosa da chiederci su quello che pensano lui, Cesa e Buttiglione. O moderati come Magdi Allam.

Come se il partito di Casini non fosse alleato in tutto il Sud – dove ha i voti – con il Pdl guidato da Berlusconi (perché Berlusconi, fino a prova contraria, è ancora il candidato premier del Pdl, giusto?).

Come se Buttiglione non avesse provato già ad andare in Europa (la nostra meta, ha detto Bersani) con esiti straordinari, come se non sapessimo che cosa pensano di lavoro (legge 30), di famiglia, di energia, di cemento, di molte altre ‘cose’ che a quelli di sinistra (sempre che ce ne siano) dovrebbero importare. E che Casini ha fatto quando – dopo la parentesi forlaniana, finita un po’ così – è passato per quattordici anni a sostenere Berlusconi. Un’altra parentesi che si è chiusa nel migliore dei modi.

Sta a vedere che l’ho proposta io, «di persona, personalmente», l’alleanza con l’Udc.

P.S.: la versione più curiosa, che si legge tra le righe di qualche dichiarazione e di più di un commento, è la seguente: «tanto poi, alla prova dei fatti e dei programmi, l’Udc non ci starà». Beh, non è male. Mesi e mesi a parlarne. Ed era solo un bluff.

QUELLO CHE.....

Quello che "i ristoranti sono sempre pieni".......

 

 

 

mercoledì 1 agosto 2012

LA SORCA COSTA....

Franco Bechis - LIBER

Se non l'hanno rovinato, poco ci manca. L'anno nero delle Olgettine - il 2011- è stato un terremoto per la finanza personale di Silvio Berlusconi. Il Cavaliere ha prelevato dai conti delle sue quattro holding che controllano Fininvest la bellezza di 127,7 milioni di euro, quasi prosciugandoli: alla fine restavano appena 16,9 milioni di euro contro i 144,7 dell’anno precedente e i 152,3 registrati al 30 settembre 2009. Ad essere prosciugati sono stati i conti correnti detenuti dalle quattro holding presso il Monte dei paschi di Siena. E per essere avvenuta una esigenza di spesa che non si era mai presentata in queste proporzioni negli ultimi dieci anni nelle quattro holding del Cavaliere, significa che non si poteva più attingere ai dividendi che le stesse quattro società avevano versato nel febbraio 2011 sul conto corrente 1/29 del Monte dei Paschi di Siena intestato a Silvio Berlusconi: 127,5 milioni di euro.

Per sapere quanto l’ex premier ha speso l’anno scorso bisogna dunque sommare i dividendi ai prelievi dai conti correnti delle quattro holding, e in tutto fanno 255,3 milioni di euro. Una somma di proporzioni gigantesche, che non ha precedenti nemmeno nella storia di un uomo straricco come il Cavaliere. Dai conti correnti delle holding, tanto per fare un paragone, nel 2010 erano stati prelevati in tutto 7,6 milioni di euro. L’anno successivo ne sono serviti 120 milioni di più, e la spesa non potrà continuare a lungo perchè Berlusconi quelle somme non le può più avere a disposizione. Nel febbraio 2012 infatti le quattro holding gli anno distribuito appena 13,4 milioni di euro di dividendi, circa un decimo dell’anno precedente. Siccome i loro bilanci vivono dei dividendi pagati a sua volta dalla Fininvest, che non ne ha distribuiti né l’estate scorsa né quest’anno (per colpa del lodo Mondadori e della cifra pagata provvisoriamente a Carlo De Benedetti), per girare al Cavaliere quei 13,4 milioni di euro le holding hanno dovuto intaccare il patrimonio accumulato negli anni di vacche grasse e ridurre le proprie riserve straordinarie.

Spendere 255 milioni di euro in un anno di crisi economica e con una prospettiva nera davanti sembra quasi una follia. Dove sono finiti quei soldi? Una parte è sicuramente ricostruita nel dettaglio con il processo Ruby Bunga-Bunga. Il conto corrente 1/29 del Monte dei Paschi è lo stesso utilizzato per le regalie alle cosiddette Olgettine. Possibile che lo stesso processo in corso abbia fatto lievitare sensibilmente le spese. Berlusconi ha infatti coperto di tasca sua le spese legali delle ragazze, e ha sicuramente rifuso loro i danni di immagine e professionali riportati con risarcimenti volontari e assai generosi. Mentre prima la contabilità era un po’ disordinata, ora ad esempio ogni mese parte un bonifico per pagare gli affitti delle abitazioni di tutte le ragazze coinvolte nel processo. Poi ci saranno state sicuramente spese extra e ordinarie continuate: dallo stesso suo conto corrente il Cavaliere ha prelevato anche i 20 milioni pagati per assicurarsi l’acquisto della villa di Marcello Dell’Utri sul lago di Como. Questa contabilità è stata sostanzialmente ricostruita dai vari magistrati che hanno aperto le inchieste sul Cavaliere: quelli di Milano che si occupano di Ruby e quelli di Palermo che prediligono Dell’Utri. Tutti avevano nel mirino il conto corrente alimentato dai 127,5 milioni di euro di dividendi, a tutti però è sfuggito che la somma più che raddoppiava grazie ai prelievi straordinari fatti dai conti correnti delle quattro holding per un totale di 127,7 milioni di euro che le lascia quasi a secco di valuta. Detratte le spese personali per le case (la maggiore parte però attinte dai conti delle immobiliari, la Idra e la Dueville), è proprio il processo Ruby il vero fatto che ha cambiato radicalmente la contabilità del Cavaliere. Naturalmente anche per lui che ne è imputato le spese legali debbono avere una rilevanza notevole, ma certo non bastano a spiegare quelle cifre così astronomiche. Di sicuro il trend non può durare a lungo, perchè le riserve straordinarie restate in pancia alle quattro holding che anche quest'anno non riceveranno alcun dividendo da parte di Fininvest ammontano ormai a circa 211 milioni di euro. Un altro anno così e Berlusconi da ex superriccone è destinato ad ottenere la pensione minima sociale. Anche la benzina per le Olgettine dunque è sul punto di finire...