lunedì 30 aprile 2012
OCCHIO CHE MOLLA
Non so perché, ma ho quasi la sensazione che ci stia ancora una volta prendendo per il culo.
VE LO MERITATE BEPPE GRILLO
In tutti questi anni, e ormai non sono più pochissimi, Beppe Grillo ha cercato di convincerci che “gli altri” erano tutti uguali: Pdl e “Pdmenoelle”, ma anche Vendola, Pisapia e ultimamente pure Di Pietro.
Di fronte a questa strategia politica e mediatica – “io l’unico diverso, gli altri tutti uguali fra loro, insomma l’unica scelta vera è tra M5S da una parte e il resto del mondo dall’altra” – una sinistra non completamente rimbambita avrebbe immediatamente cercato di dimostrare il contrario: mostrando con le idee, con le proposte, con i comportamenti e con i fatti la propra diversità non solo dalla maggioranza ‘ad criccam’ che ci ha governato fino a novembre ma anche dal bloccone clerico-centrista che sta formandosi attorno a Casini.
Ovviamente è successo esattamente il contrario. E cioé che Bersani ha firmato una proposta di legge sul finanziamento ai partiti con Alfano e Casini, che insieme ai medesimi sta ammannendoci anche una nuova (pessima) legge elettorale, e che (perla finale) ieri ha proposto un fronte unico contro il populismo, il che è esattamente la strategia perfetta per alimentarlo.
Boh.
Io un fronte unico con Gasparri e Cicchitto non lo farei nemmeno per combattere un’invasione aliena.
Quanto a Bersani e a chi con lui sta sbagliando ogni mossa possibile, mi viene da rispondergli parafrasando Nanni Moretti: ve lo meritate, Beppe Grillo.
domenica 29 aprile 2012
E' UN PAESE COSI'
Poi peró non lamentatevi se questa nazione sta andando allo sfascio.
sabato 28 aprile 2012
PERCHE' MONTI INIZIA A STARE SULLE PALLE A TUTTI
Per me, che non sono un analista politico, essenzialmente per tre motivi:
a) non ha piazzato una patrimoniale per far pagare chi ha veramente i soldi andando a pescare nelle tasche dei soliti noti.
b) non ha mosso un dito per porre rimedio al fenomeno dilagante della corruzione italiana e non ha modificato di una virgola il (non) reato di falso in bilancio attualmente vigente in Italia
c) non ha spostato gli equilibri economico sociali del paese, continuando a tutelare le solite lobbies e strapazzando, nel contempo, la classe medio borghese composta da pensionati e lavoratori dipendenti.
Insomma, ci avrà salvato dalla bancarotta. Ma, alla fine, non ha segnato quella inversione di tendenza di cui il paese aveva veramente bisogno.
Ed alla fine, ha pagato in popolarità e credibilità.
Qui, trovate un retroscena che potrebbe aprirvi ulteriormente gli occhi......
venerdì 27 aprile 2012
PARLA COME MANGI / PIER LUIGI BERSANI
Il segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani ha scritto una lettera agli iscritti e militanti del suo partito.
giovedì 26 aprile 2012
ED ORA CON B. COME LA METTIAMO ?
Grazie a Piovonorane
LA MAFIA ESISTE DI NUOVO
Il 9 marzo, quando uscì il dispositivo della sentenza della Cassazione che annullava la condanna d’appello a 7 anni contro Dell’Utri con rinvio a nuovo appello, scrivemmo che quel verdetto “rientra nella fisiologia del sistema giudiziario. Non comporta affatto una bocciatura delle accuse, ma solo della sentenza d’appello, che qui presentava più di un’incongruenza”. Quasi tutti i commentatori e i politici, invece, confusero la sentenza (peraltro nemmeno ancora scritta) con la bizzarra requisitoria del sostituto Pg Iacoviello, convinto che al concorso esterno “non crede più nessuno”. La spacciarono per un’assoluzione di Dell’Utri e addirittura per una condanna dei pm di Palermo e dei giornalisti che avevano raccontato i rapporti suoi e di B. con la mafia. Il Giornale: “Il flop dei maestrini. Per la Cassazione mancano prove certe e non sono stati rispettati i diritti dell’imputato. Sconfessati i magistrati e i commentatori politicizzati che da 16 anni avevano già emesso la sentenza”. Sgarbi: “Da 18 anni una magistratura infedele alla Costituzione ha cercato di far pagare a Dell’Utri il suo ruolo politico”. Libero : “Stop ai pm antiSilvio. Sentenza ammazza-toghe. Salta il teorema dei rapporti Pdl-mafia. Adesso chi paga?”. Ferrara: “Dell’Utri era vittima di un processo abusivo, pura demagogia politica, su cui si è montata una campagna di calunnia di pentiti, giornalisti, mozzorecchi”. Sallusti: “Sbugiardati i faziosi, tutto il resto è solo demagogia”. Facci: “Il mostro giuridico chiamato ‘concorso esterno’ è un reato che neppure esisterebbe… ora l’incredibile reato affibbiato a Dell’Utri dovrà essere ridimostrato da capo. Il che, semplicemente, non riuscirà… Ingroia andrebbe cacciato”. Gasparri: “Chi paga i danni a Dell’Utri e alla nostra parte? Bisogna far condannare chi nella magistratura ha sostenuto accuse prive di fondamento”. Quagliariello: “Infranto il tentativo di riscrivere la storia del centrodestra”. Berlusconi: “19 anni di sofferenza e di gogna, una cosa incredibile ”.Bene, ora che sono note le motivazioni, tutti questi noti esperti del nulla sono accontentati: persino il collegio presieduto da Aldo Grassi, vecchio amico di Carnevale, ha dovuto riconoscere che Dell’Utri era il “mediatore ” dell’accordo fra Cosa Nostra e Berlusconi, che le pagò “cospicue somme” per star tranquillo. Così contribuì al “rafforzamento dell’associazione mafiosa” dai primi anni 70 (quando portò Mangano ad Arcore, previo vertice a Milano con B., e i boss Bontate, Teresi, Cinà e Di Carlo) fino al 1977 e poi di nuovo dal 1982 al 1992, l’anno delle stragi, “favorendo i pagamenti a Cosa Nostra di somme non dovute da parte di Fininvest”, nell’ambito di un “accordo di natura protettiva e collaborativa raggiunto da Berlusconi con la mafia per il tramite di Dell’Utri”. Perché allora la sentenza d’appello viene annullata con rinvio? Perché contiene “un vuoto argomentativo limitatamente al periodo 1977-1982”, quando Dell’Utri lasciò B. per andare a lavorare con Rapisarda, finanziere siciliano amico di vari mafiosi, da Bontate a Ciancimino. Se (cosa assai improbabile) in quei cinque anni Dell’Utri avesse interrotto i rapporti con Cosa Nostra, il concorso esterno precedente al 1977 sarebbe prescritto e resterebbe solo quello successivo al 1982, quando Dell’Utri tornò con B. Se invece li proseguì, il reato è continuato e la prescrizione scatta solo nel 2014. Ergo il nuovo appello sarà rapidissimo: bisognerà motivare meglio il concorso esterno fra il 1977 e l’82, mentre è già certo che Dell’Utri era alleato della mafia quando lavorava per B. La Cassazione dunque non ha dubbi sul reato di concorso esterno, sia in astratto, sia a proposito di Dell’Utri, con buona pace del dottor Iacoviello e dei tanti maestrini del nulla. La sentenza di ieri risponde anche alla domanda dei Gasparri e dei Belpietro: chi paga? Tranquilli, paga B.. E Cosa Nostra incassa.
mercoledì 25 aprile 2012
FREQUENTAVA ABITUALMENTE BOSS MAFIOSI
PERCHE' DELL'UTRI NON E' STATO CONDANNATO
di Stefano Zurlo - IL GIORNALE
Adesso il peccato originale è la paura. Sì, Silvio Berlusconi temeva un sequestro di persona, frequente nella Lombardia degli anni '70 ed era corso ai ripari chiedendo aiuto a Marcello Dell'Utri. Dell'Utri a sua volta mediò con Cosa nostra. Questo ci dice oggi la Cassazione nelle chilometriche motivazioni della sentenza con cui ha annullato la condanna a sette anni del senatore per concorso esterno in associazione mafiosa. Diciotto anni di indagini serrate, 18 anni di scavi da parte di più procure, 18 anni di piste investigative e suggestioni portano a questa disarmante verità: il Cavaliere era «vittima» di Cosa nostra e Dell'Utri, che lavorava per lui, cercò di tenere alla larga la piovra. In questi lunghissimi anni, veramente, ci avevano detto altro: ci avevano spiegato che i capitali mafiosi e solo quelli potevano illuminare le fortune del signore di Arcore e poi avevano ricamato sulla nascita di Forza Italia, con la benedizione dei padrini. Addirittura ci avevano dipinto Berlusconi e Dell'Utri come possibili mandanti esterni delle stragi. Adesso la fiction sull'asse Palermo-Arcore viene riscritta in vista del nuovo processo d'appello. Intendiamoci: Dell'Utri non è stato assolto e, anzi, dal punto di vista della Suprema corte la pena ipotetica che si profila all'orizzonte potrebbe persino essere più pesante. Ma tutto si gioca nel perimetro delle intimidazioni. L'imprenditore si sentiva minacciato da Cosa nostra, il suo collaboratore, palermitano doc, cercava gli agganci giusti per evitare amare sorprese. Altro che trame oblique e affari con la coppola. La Cassazione dà per accertato «un accordo di natura protettiva e collaborativa raggiunto da Berlusconi con la mafia per il tramite di Dell'Utri». Non solo. Per la Cassazione il Cavaliere pagò all'organizzazione criminale «cospicue somme» per garantire la propria sicurezza e quella della propria famiglia. Punto.
Certo, per la Suprema corte è provato un episodio scioccante: l'incontro fra Berlusconi, accompagnato da Dell'Utri, e i boss mafiosi nel 1974. Il meeting avvenne negli uffici del Cavaliere e in quell'occasione Berlusconi incontrò boss del calibro di Bontade, Di Carlo, Teresi. Soprattutto quel giorno si decise, di far arrivare ad Arcore Vittorio Mangano, il famoso stalliere al centro di mille presunti intrighi e crimini. Va detto che il pg della Cassazione Francesco Iacoviello aveva espresso nella sua requisitoria, quasi un' arringa pro Dell'Utri, forti dubbi su quel presunto meeting. E aveva anche fatto a pezzi il concorso esterno, il reato che non c'è nel codice. Per la Cassazione, invece, il faccia a faccia ci fu. Non solo: il concorso esterno è provato, eccome, ma si basa, par di capire, su quel ruolo di trait d'union per mettere al riparo il costruttore di Milano2. Lo Stato allora stentava anche solo a riconoscere l'esistenza di Cosa nostra e ciascuno si arrangiava. Come poteva. Altro non c'è. O meglio, ci sarà un ulteriore passaggio in aula: la storia del pizzo al Cavaliere è ancora lontana dalla fine.
ECCELLENZE LOMBARDE
di Alessandro ROBECCHI
Non basta. La criminalità disorganizzata lombarda pesca nel torbido mondo della politica. Il tesoriere della Lega Belsito, per esempio, aveva un dossier su Bobo Maroni, di cui Il Misfatto è entrato in possesso. Il dossier contiene tutte le cose intelligenti compiute da Maroni mentre sedeva al ministero dell’Interno e consiste in due pagine. Bianche. In compenso, il Nord non rinuncia a presentarsi come un esempio per tutti. “Certo che rubiamo – dicono all’unisono in CL e nella Lega – ma poi ci facciamo beccare, e questa è una grande lezione morale”. Proprio su questo punto verte il dibattito nelle carceri italiane: “Per far funzionare un’azienda non basta avere tanti soldi, servono esperienza, professionalità, impegno”. A parlare è un boss siciliano detenuto al 41 bis che commenta le recenti vicende lombarde e chiosa con un lapidario: “Dilettanti”.
martedì 24 aprile 2012
ULCERE
lunedì 23 aprile 2012
ANDARE AVANTI: CON UN 75ENNE.....
Ma davvero questa nazione per andare avanti, si deve affidare ad un signore di 75 anni che siede in Parlamento da trenta ?
Quale visione di futuro pensiamo di avere con questi mancati ospiti di dorati ospizi ?
domenica 22 aprile 2012
PROSTITUZIONE E BURLESQUE
Alessandra Mussolini, 20 Aprile 2012
"Le ragazze, le donne sono per loro natura esibizioniste.....
facevano gare di burlesque e si esercitavano....."
Silvio Berlusconi Tribunale di Milano 20 Aprile 2012
sabato 21 aprile 2012
SOLDI PUBBLICI DALLA FINESTRA
venerdì 20 aprile 2012
giovedì 19 aprile 2012
LA DIFFERENZA TRA NOI E LORO
Ed il fatto più preoccupante è che loro, non se ne rendono neppure conto.
IL PARTITO DEI CAZZI DI LUI
mercoledì 18 aprile 2012
FORMI E RENATO
Di Marco Travaglio - IL FATTO QUOTIDIANO
I fan di Cochi e Renato non possono che apprendere con un velo di mestizia i particolari delle vacanze di Renato Pozzetto. Che non fa più coppia fissa con Cochi Ponzoni, ma con Roberto Formigoni. Poi però, ascoltate le spiegazioni della nuova spalla di Renato, a tempo perso governatore della Lombardia, devono riconoscere che, per tempi comici, battute folgoranti e costumi di scena, non ha nulla da invidiare al vecchio Cochi. La questione è nota: secondo le cartedella Procura di Milano, a Capodanno 2010 il Celeste andava in ferie tra Parigi e St Martin (Caraibi) non solo col fratello, la cognata, il segretario Perego (condannato per falsa testimonianza sul caso Oil For Food) e Pozzetto, ma anche col faccendiere Pierangelo Daccò e con l’ex assessore Antonio Simone, arrestati l’altro giorno per i fondi neri della Fondazione Maugeri. Entrambi ciellini e habituè delle patrie galere (il primo era appena uscito dal carcere per il crac da 1 miliardo del San Raffaele, il secondo era finito dentro già nel ’92 per Mani Pulite), fanno i facilitatori nella jungla dei fondi pubblici alle cliniche private anche grazie al poter spendere il nome del confratello Roberto. Risultato: 56 milioni portati in Svizzera a botte di fatture per consulenze mirabolanti, tipo quella volta ad accertare “le possibilità di vita su Marte”. Il minimo che Daccò potesse fare era pagare il conto dei voli e delle ville caraibiche. E la multiforme biografia di Formigoni si arricchisce ogni giorno di un nuovo mestiere: campione di scherma, membro (con rispetto parlando) dei Memores Domini ciellini con voto di castità incorporato e poi forse scorporato, vicepresidente (uno dei 14) del Parlamento europeo Dc ai tempi di Andreotti, dirigente del Ppi, sgovernatore di Lombardia da 18 anni e ora comico di sicuro avvenire. Ieri s’è detto “limpido come acqua di fonte” e ha ricordato che “anche Gesù sbagliò a scegliere qualche collaboratore” (sì, ma Giuda non era mai stato arrestato né condannato, quindi era più facile sbagliarsi). L’altroieri aveva dato degli “sfigati” ai giornalisti del Corriere che avevano rivelato le sue ferie a sbafo. Sfigati perchè “io, come tutti gli italiani, faccio vacanze di gruppo” e loro no. Le vacanze di gruppo, per chi non fosse italiano, funzionano così: “Uno si fa carico dei biglietti perchè conosce l’agenzia, l’altro paga l’hotel, il terzo le escursioni, il quarto i ristoranti, poi a fine vacanza ci si trova insieme ed eventualmente si conguaglia”. E’ tutto spiegato nel Manuale delle Vecchie Marmotte: lui, mentre gli altri pagavano voli, alberghi, escursioni e ristoranti, portava le camicie a fiori e le cravatte a righe fucsia e marron per tutti, così gli altri si ammazzavano dalle risate e non gli chiedevano il conguaglio. In ogni caso, ha aggiunto il fine umorista, “verificherò se quel viaggio l’ho veramente svolto”. Chiederà un po’ in giro: sapete mica se ho veramente svolto quel viaggio a Parigi e poi a Saint Martin? Perchè lui non lo sa. Ieri La Stampa titolava: “Viaggi pagati, l’ira di Formigoni”. Ecco: appena ha appreso di aver viaggiato, per giunta a spese altrui, s’è incazzato come una biscia. Se scopre chi gli ha pagato le ferie, gli fa un mazzo così. In attesa di sapere chi gli scrive i testi (Pozzetto?), gli specialisti studiano questa nuova forma della sindrome ”a mia insaputa”, ancor più preoccupante di quella che ha colpito Scajola, Malinconico, Rutelli, Fede e Bossi. Due alternative.
1) Alla parola “ferie”, Formigoni cade subito in trance (ma c’è chi giura che sia proprio letargo).
2) Avendo paura dei voli, non solo non li paga, ma si fa ipnotizzare o anestetizzare all’imbarco. Lo risvegliano poi con comodo,al rientro,con una secchiata d’acqua purissima di fonte. Ma prima che riprenda conoscenza occorrono tempi lunghi. Il che spiegherebbe perchè al Pirellone si aggirano decine di soggetti con passamontagna, mascherina, calzamaglia, grimaldello, piede di porco e sacco in spalla, ma lui non nota mai nulla. Il giorno che scopre come lo vestono, fa una strage.
LA RIVOLUZIONE LEGHISTA
martedì 17 aprile 2012
DAI VERBALI DEL PROCESSO RUBY
Nicole Minetti alle prese con un ballo, vestita da suora, tipo sister act e Iris Berardi travestita invece da Ronaldinho, anche lei alle prese con performance in balli ose’. (…) Interrogata dal pm la ragazza ha parlato delle tante occasioni in cui e’ stata invitata alle serate organizzate a Villa San Martino. serate a cui ha partecipatio inizialmente ‘perche’ ero disperata,lavoravo poco a ambivo a incarichi importanti’. In una di queste cene Imane Fadhil racconta di avere visto ‘Nicole Minetti e Barbara Fagioli travestite con una tunica nera, un copricapo bianco e la croce, fare una performance tipo sister act per poi spogliarsi’. In un’altra serata, invece, e’ stata Iris Berardi al centro della scena insieme ad una delle gemelle De Vivo: ‘Ricordo che si travesti’ da Ronaldinho con tanto di maglia, maschera del giocatore, ha ballato per poi rimanere in perizoma’.
lunedì 16 aprile 2012
L'ANTIPOLITICA
Dice Bersani che l'antipolitica puó spazzare via i partiti.
L'antipolitica ?
E una piccola analisi su cosa ha scatenato l'antipolitica la vogliamo fare Pierluigi ?
CINQUE LINGOTTI D'ORO
domenica 15 aprile 2012
PIETA'
Come pensate che saranno trovati i fondi ?
Con una patrimoniale cui capitali immobiliari superiori al milione di euro ?
Con un inasprimento della lotta all'evasione fiscale trasformando questo reato in un gravissimo reato penale ?
Con una lotta seria alla corruzione che ogni anno costa a questa nazione paccate (parlo come la Fornero...) di miliardi di euro ?
No, si provvederà ad incrementare di cinque centesimi il litro il prezzo della benzina. Insomma, la solita ulteriore accisa.
A questo punto sarebbe richiesto, per lo meno, uno sforzo di fantasia.
Perchè continuare nel procedere con la solita solfa di questi provvedimenti, sarebbe capace anche la mia minchia (per dirla alla Crozza maniera).
Scusate la volgarità. Ma quando si raschia il barile, poi, anche le buone maniere, vengono meno.
sabato 14 aprile 2012
LA DISFATTA DI MONZA
A Monza c'é vita. E pulsano i cervelli. Anche quelli leghisti. Prima i ministeri farlocchi. Poi i ladrocini padani. Troppo. Decisamente troppo.
venerdì 13 aprile 2012
IL MALLOPPO LO HA INTASCATO UMBERTO BOSSI
Di Gad Lerner
Possono girarci intorno finché vogliono, là in via Bellerio. Espellere Belsito e mandare al rogo Rosi Mauro, graziare Renzo Bossi e chiudere un occhio su Calderoli, fingere un repulisti che in verità è solo la vendetta della corrente fino a ieri minoritaria (ma non esclusa dalla pappatoia generalizzata). Possono girarci intorno finché vogliono, ma in cuor loro i leghisti lo sanno benissimo che il maggiore beneficiario di denaro pubblico illegalmente adibito a portafoglio privato, si chiama Umberto Bossi. Bossi è l’unico parlamentare della Lega che non risulti aver versato alcun contributo al suo partito. Ha mantenuto nel lusso i figli mal educati, probabilmente ha rubato un’eredità (l’appartamento di via Mugello a Milano) su cui non fornisce ancora spiegazioni. Il vecchio slogan del fascista Pisanò, “si scrive leader, si dice lader”, sembra confezionato su misura per il fondatore della Lega. State pur tranquilli che la cittadinanza ne è consapevole.
IL DENTISTA DI BOSSI (PAGATO DA ME)
Posso essere leggerissimamente incazzato ? Me lo consentite ?
Padania ladrona !!!!!!!!!!!!
PER DARE UN SENSO
giovedì 12 aprile 2012
SPREAD LEGHISTA
Cioè, non so se lo avete capito, ma questa nazione nel caso in cui Napolitano si dovesse prendere oggi una influenza che dovesse costringerlo ad una degenza a letto e Schifani (Presidente del Senato) fosse nel frattempo impegnato in una visita ufficiale all'estero, sarebbe in mano a Rosy Mauro. Una che a scuola era un asina.
Poi ci lamentiamo dello SPREAD a 400.
Finiamola di analizzare lo spread come un dato macroeconomico.
Lo spread è, ideologicamente, il differenziale tra il nostro essere buffoni e la serietà di chi siede dignitosamente in Europa.
E con un asina che potenzialmente può guidare una nazione, lo spread a 400, consentitemelo, è un vero e proprio miracolo.
LEGA SPINOZA
Bossi è stato per venticinque anni un protagonista della vita politica italiana. Ce lo ricordano per umiliarci
Dopo anni di eversione e razzismo, la Lega si gioca la credibilità per i soldi. È come rimproverare Jack lo Squartatore per l’alito cattivo.
Sulla Lega l'ombra della ‘ndrangheta. Ma anche viceversa
Denaro pubblico ai figli del capo. Pare sia un’usanza celtica.
In una intercettazione si parla delle cattive frequentazioni di Renzo Bossi. È il racconto del pranzo di Natale.
“Non abbiamo nulla da nascondere”, ha detto il tesoriere Belsito. È già tutto al sicuro.
Sei milioni di euro per le esigenze della famiglia Bossi. Però guardate che biblioteca.
Umberto Bossi è ancora incredulo: “Mio figlio si sta laureando. Mi ha fatto vedere i pensierini”.
Sembra che la linea della Lega sia quella di far passare Bossi per un incapace. È quella che comporta meno sforzi.
Bossi: “Denuncerò chi ha utilizzato i soldi della Lega per sistemare la mia casa. E anche il tizio che mi sta cagando nei calzoni”
La responsabile amministrativa della Lega rivela: “Renzo sulla macchina aveva la paletta”. Gli serviva quando portava il padre ai giardinetti.
Gli agenti hanno sequestrato numerose carte e alcuni computer. Che servivano a fermarle.
Tosi garantisce: “Bossi avrà sempre un ruolo nel partito”. L’importante è imbalsamarlo subito.
A Trapani nuovo sbarco di clandestini. Ora però non cambiate discorso.
mercoledì 11 aprile 2012
PRENDERSELA CON LA BADANTE
Il padrone di casa combina un casino. Inguaia i figli incapaci, manda a zampe all'aria una intera organizzazione e la colpa di chi è ?
Della badante: Rosy Mauro. Peraltro chiaramente terrona (lo dice google...)
Accidentalmente vice presidente del Senato.
Non lo trovate incredibile ?
INTELLIGENCE LEGHISTA
Decisamente oltre ogni limite di umana sopportazione.
MARIO, ABBIAMO UN PROBLEMA....
Mario (Monti) abbiamo un problema... Te ne sei accorto ?
martedì 10 aprile 2012
SALVA CON NOME
Ma quando mai.... !!!!!
SERENO, OF COURSE.
A me, nella vita, è capitato solo una volta di esser querelato.
E non c'ho dormito per un mese !!!!!! Altro che esser sereno.
FERMATE LA FORNERO
Mi fa quasi venire nostalgia del puzzone Sacconi....
LO RIMPIANGEREMO
Bastano ed avanzano i suoi elettori.......
lunedì 9 aprile 2012
NASI COMUNICANTI
Il Moscagiuro (che Nadia Dagrada chiama nei verbali “Giuramosca”, forse influenzata dalle avventure di Ettore Fieramosca), è anche un eccellente cantante,molto apprezzato nella “batelada”, la tradizionale gita in barca sul lago di Como che il Sinpa organizza a ogni Primo Maggio (quest’anno si spera non più),dove il Pier ela Rosierano soliti esibirsi in memorabili duetti tipo “La coppia più bella del mondo” degli incolpevoli Adriano Celentano e Claudia Mori.
LE LAUREE IN CANOTTIERA
domenica 8 aprile 2012
RISTORANTI, HOTEL E CAMIONCINI
Di Fiorella Sanzanini IL CORRIERE DELLA SERA -
Esiste una documentazione finanziaria della Lega che i responsabili amministrativi avevano chiesto agli impiegati di non inserire nei bilanci. Una contabilità «occulta» che dovrà essere adesso analizzata e quantificata. Una parte di queste carte segrete sono state sequestrate a casa di Helga Giordano, contabile di via Bellerio per circa sette anni. Nel febbraio scorso la donna - che fino a qualche mese fa era assessore al Bilancio del Comune di Sedriano (Milano) - è stata licenziata perché accusata di aver truffato un'imprenditrice spacciandosi come la segretaria particolare di Bossi. Lei sostiene di essere stata in realtà «mobbizzata dal tesoriere Francesco Belsito, che mi costrinse anche a lasciare l'incarico politico». Il 3 aprile, dopo le perquisizioni scattate in tutta Italia nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione dei rimborsi elettorali, è stata interrogata dai pubblici ministeri. E si è trasformata in una testimone chiave per ricostruire l'origine di fatture e pagamenti «anomali».
Non solo. L'ex dipendente ha rivelato come i rapporti tra la Lega e il procacciatore d'affari della 'ndrangheta Romolo Girardelli siano iniziati ben prima dell'arrivo di Belsito. «Ho conosciuto Girardelli - ha verbalizzato la donna - perché accompagnava talora in ufficio Maurizio Balocchi» il tesoriere morto nel 2010. «I due sembravano legati da forte amicizia, pur essendo Girardelli del tutto estraneo al partito». In realtà i magistrati sono convinti che proprio Girardelli, attraverso le casse della Lega, riciclasse i soldi della criminalità organizzata. In questo quadro inseriscono il trasferimento dei cinque milioni e 700 mila euro a Cipro e in Tanzania. E infatti nel decreto di perquisizione firmato dal giudice di Reggio Calabria è scritto: «Si tratta di complesse operazioni bancarie di "esterovestizione" e "filtrazione" in modo da ostacolare l'identificazione della loro provenienza delittuosa. Condotta posta in essere da Girardelli per agevolare l'attività dell'associazione mafiosa e in particolare della "cosca De Stefano"».
I CONTI DI RISTORANTI E ALBERGHI - Sono decine i documenti che Helga Giordano nascondeva nel suo appartamento. E lei così ha spiegato il proprio comportamento: «Nadia Dagrada selezionava specie negli ultimi tempi una serie di fatture che, anziché passarmi affinché le contabilizzassi, se le tratteneva lei. Proprio perché mi ero accorta che vi erano delle anomalie in questa attività di contabilizzazione decisi di portarmi a casa copia dei prospetti dei bonifici da me compilati. Si tratta della documentazione che è stata sequestrata in data odierna nel corso della perquisizione. Per ciò che riguarda la cartellina che mi è stata sequestrata, contenente documentazione varia, in particolare fatture e rendiconto di carte di credito, si tratta per quel poco che sono riuscita a fotocopiarmi, di alcune spese che la Dagrada non voleva che annotassi o di spese che mi sembravano anomale».
I sospetti della donna si concentrano fra l'altro su «varie spese alberghiere che venivano sopportate dal partito in base alla scelta discrezionale di Nadia Dagrada. Nella fattura CC Hotels di Vicenza, oltre a Bossi e ad altri militanti a me noti, vi sono nomi totalmente sconosciuti».
E ancora: «Le fatture emesse da Paola Prada, Andrea Calvi e Luigi Pisoni, ad esempio, le avevo sulla scrivania perché recapitatemi direttamente dal postino e mi furono tolte dalla Dagrada dicendomi che non andavano inserite nel prospetto ufficiale delle spese/bonifici. Tra tutte le spese indicate nei prospetti di bonifico non vi sono voci "sospette" nel senso che almeno da una prima visione mi sembrano spese inerenti l'attività di partito. Vi sono significative spese di rappresentanza in ristoranti, che potranno essere discutibili dal punto di vista del contribuente con i cui soldi vengono finanziati i partiti, ma si tratta di prassi consolidata e normale in tutte le formazioni politiche. Dove si vede la voce "asilo" nella colonna "Manifestazioni/Riferimento", si tratta dell'asilo che si trova all'interno della sede della Lega Nord che svolge appunto un'attività di asilo per bambini a pagamento, anche per persone che non appartengono al partito».
RISTRUTTURAZIONI E CAMIONCINI - Le dichiarazioni della Giordano confermano l'accusa che numerose spese accreditate alla Lega fossero in realtà spese personali della famiglia di Umberto Bossi o comunque di persone inserite nel «cerchio magico» del leader. Ma anche affari gestiti per proprio interesse da Belsito. Afferma la testimone: «Tra le spese anomale inserisco le fatture della "Cori.cal service" che erano singolari perché, tenuto conto che si tratta di una ditta di pulizie, avevano oggetti anche diversi dalla semplice pulizia e lo stesso importo delle fatture mensili era oscillante mentre invece ragionevolmente poteva ritenersi che dovesse essere più o meno fisso, o comunque non discostarsi troppo da un importo stabile. Indubbiamente sono molte le fatture della "Cori.cal service" con importo variabile e spesso con reiterazione di lavori tinteggiatura. Sembra che sia una ditta che lavori spesso in tandem con la "G&A soluzioni edili". Mi si chiede se questi lavori di rifacimento facciate, pulizia straordinaria, manovalanza, siano stati effettivamente svolti e io rispondo che non sono in grado di stabilirlo. Tutta la questione della manutenzione della sede di via Bellerio veniva seguita da un nostro dipendente, il signor Luca Canavesi».
Ci sono poi altri pagamenti «anomali». Afferma la Giordano: «La fattura della "Italtrade", oltre ad essere indubbiamente assai elevata per la prestazione fornita, richiamò la mia attenzione perché il fornitore mi chiamò per essere rassicurato sul pagamento. Si tratta di 1.000 euro al mese per il parcheggio di un camioncino con la vela pubblicitaria sopra, per complessivi 43.000 euro ed oltre, per sei camion in un semestre. E la fattura della "Boniardi Grafiche" perché non è emessa alla Lega, bensì a Massimiliano Orsatti».
LA LISTA DELLE MACCHINE - Tra i fogli inseriti nella cartellina di Helga Giordano ci sono quelli relativi alla macchina di Daniela Cantamessa, la segretaria di Umberto Bossi. Lei spiega di averli presi perché l'auto era nella lista della Dagrada «sulle spese da non annotare». Su questo viene interrogata il giorno dopo la stessa Cantamessa che così spiega il possesso dell'auto: «Circa l'autovettura Focus che uso in via esclusiva, si tratta di vettura presa in leasing o comunque con un finanziamento con riscatto finale da parte della Lega. Le spese di riparazione dell'autovettura sono a carico del partito».
Anche nella sua abitazione sono stati sequestrati documenti contabili, in particolare «una copia del bilancio 2010 e i tabulati relativi alle autovetture del partito». E lei, per giustificare la scelta di portare via le carte dalla sede di via Bellerio, ha dichiarato: «Avevo redatto delle note critiche sulle spese e volevo darle a Roberto Castelli affinché svolgesse un accurato controllo».
Fiorenza Sarzanini
MA I LEGHISTI SANNO LEGGERE ??
Io non dico che dai fazzoletti verdi mi sarei aspettato che si fossero comportati come quel manipolo di giustamente rivoltosi che ormai un ventennio fa attesero Craxi fuori dall'Hotel Raphael a suon di monetine, ma prendere atto, dopo che sono uscite intercettazioni che non lasciano adito a nessun dubbio, del fatto che i nostri soldi servivano a foraggiare la "famigghia" Bossi e ripudiare conseguentemente a vita il Senatur, penso fosse veramente il minimo. Invece se ne stanno tutti lí ad osannare il loro capo malato.
Che riceveva moneta contante ma non se ne accorgeva neppure.
Allora il dubbio sorge spontaneo: ma i leghisti sanno leggere ?
sabato 7 aprile 2012
venerdì 6 aprile 2012
LA FINE DI UN SOGNO
CASE, PORSCHE, LAUREE. LA LISTA DEI SOLDI A BOSSI
Di Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella - IL CORRIERE DELLA SERA
voi finite in manette
Il contesto delle conversazioni è la vigilia della convocazione che Belsito riceve da Bossi a Roma e che, anche sulla base del gelido commento di Rosy Mauro («la vedo brutta»), interpreta come anticipo della propria defenestrazione da tesoriere leghista, a causa delle spinte che dentro il partito (a suo dire specie da Castelli e Stiffoni) lo vorrebbero estromettere in seguito alle prime notizie giornalistiche sui milioni di euro di rimborsi elettorali investiti da Belsito in Tanzania.
Ma altro che Tanzania, prospetta la responsabile leghista dei gadget nel suggerire a Belsito: «Gli dici (a Bossi, ndr): capo, guarda che è meglio sia ben chiaro: se queste persone mettono mano ai conti del Federale, vedono quelle che sono le spese di tua moglie, dei tuoi figli, e a questo punto salta la Lega (...). Papale papale glielo devi dire: ragazzi, forse non avete capito che, se io parlo, voi finite in manette o con i forconi appesi alla Lega».
L'elenco che i due riassumono al telefono poco prima di mezzogiorno del 26 febbraio (e che viene riassunto dai carabinieri) comprende «i costi di tre lauree pagate con i soldi della Lega», «i soldi per il diploma (Renzo Bossi)»; «i 670.000 euro per il 2011 e Nadia dice che non ha giustificativi, oltre ad altre somme ingenti per gli altri anni»; «le autovetture affittate per Riccardo Bossi, tra cui una Porsche»; «i costi per pagare i decreti ingiuntivi di Riccardo Bossi»; «le fatture pagate per l'avvocato di Riccardo Bossi»; «altre spese pagate anche ai tempi del precedente tesoriere Balocchi»; «una casa in affitto pagata a Brescia»; «i 300.000 euro destinati alla scuola Bosina di Varese per Manuela Marrone (moglie di Bossi, ndr), che Belsito non sa come giustificare, presi nel 2011 per far fare loro un mutuo e che lui ha da parte in una cassetta di sicurezza».
dei ragazzi di RenzoIn altre telefonate la lista si allunga con «l'ultima macchina del Principe, 50.000 euro... e certo che c'ho la fattura!». Oppure con «i costi liquidi dei ragazzi di Renzo» (forse gli uomini di scorta), che Belsito ricorda in «151.000» euro ma Dagrada corregge in «no, un momento, 251mila euro sono i ragazzi, ma sono fuori gli alberghi, che non ti riesco a scindere quando girano con lui, mi entrano nel cumulo e riprendere tutte le fatture è impossibile». Poi c'è la casa di Gemonio, e più precisamente «i soldi ancora da dare per le ristrutturazioni del terrazzo»: «Che io sappia, pare che siano 5-6.000 euro», ridimensiona Belsito alla Dagrada, che teme invece la somma sia molto più alta anche a causa di minacce di azioni legali dai fornitori, e che sprona Belsito: «Gli devi dire poi: capo (Bossi, ndr), c'è da aggiungere l'auto di tuo figlio».
per Rosy Mauro
Spesso Belsito ironizza su chi nel partito lo avversa ma non sarebbe in condizione di farlo perché parimenti da lui beneficato: «Sai quanto gli ho dato l'altro giorno alla nera? (Rosy Mauro, ndr)? Quasi 29mila, 29.142 in franchi eh... vuoi che ti dica tutti gli altri di prima?»: ovvero quelle che poi gli inquirenti traducono come «altre somme che le dà mensilmente», e come i «200.000-300.000 euro dati al sindacato padano Sinpa» che avrebbe «bilanci truccati».
La dipendente leghista Dagrada raccoglie lo spunto sull'atteggiamento di Rosy Mauro e rilancia, invitando Belsito a dire alla vicepresidente del Senato: «Se apro bocca io, il capo salta e se salta il capo tu sei morta...Perché se lei non c'ha il capo a difenderla, lei domani è in mezzo a una strada, e non è detto con le gambe intere». A Bossi, la donna auspica che il tesoriere dica chiaramente: «Gli devi dire: noi manteniamo tuo figlio Riccardo, tuo figlio Renzo, tu gli devi dire guarda che tu non versi i soldi, tuo figlio nemmeno, ed è da quando sei stato male. Gli devi dire: capo, io so queste cose e finché io sono qui io non tradirò mai, ma ricordati cosa c'è in ballo, perché se viene fuori lo capisci che cosa può succedere, altro che barbari sognanti».
e documenti come prova»
Si prepara un ricatto al Senatur? No, questo no, almeno a sentire i due che parlano al telefono la notte dell'8 febbraio. Nadia Dagrada suggerisce: «Non è che tu glielo metti come ricatto», piuttosto si tratterebbe di informare Bossi che «i militanti si spaventano di più se esce fuori Rosy che non la Tanzania».
Belsito si prepara a giocare le proprie carte se il partito lo metterà al muro. E dice di poterlo provare : «Dico cosa mi volevano far fare, glielo dico della Fondazione e... che dovevo portargli dei soldi». Dagrada gli domanda: «Giusto! Ma tu quello poi ce l'hai registrato?». Belsito: «Sì». Dagrada: «Dopodiché si affrontano le due signore (Rosy Mauro e Manuela Marrone, ndr) ....altro che la Tanzania se vanno in mano ai militanti! Non vengono a prendere me, le dici eh, vengono a prendere voi!».