mercoledì 25 aprile 2012

ECCELLENZE LOMBARDE

LA CRIMINALITA' ORGANIZZATA. UNA VERA ECCELLENZA LOMBARDA

di Alessandro ROBECCHI

Formigoni: “Mai preso un euro”. Belsito: “Nemmeno io, meglio i diamanti”. CL aumenta gli incontri di preghiera: “Sì, preghiamo che non ci prendano tutti!”. Spunta un dossier contro Bobo Maroni che dice: “è una montatura schifosa!”. Parlava dei suoi occhiali.


Roberto Formigoni non ricorda le sue vacanze di Capodanno a Parigi gentilmente offerte dal faccendiere Daccò. “Intendete quando mi sono rovesciato lo champagne sulla giacca? Quando abbiamo posteggiato in divieto di sosta accanto al Louvre? Quella volta che abbiamo saltato la fila al Moulin Rouge? No, non ricordo”, ha dichiarato. Poi, fingendo una crisi mistica, si è paragonato a Gesù, a San Pancrazio martire e ha dichiarato di non aver nulla da dire alla procura di Milano: “Ho già scritto ai Corinzi la settimana scorsa”. Per molti la strategia di Formigoni è chiara: sta puntando tutto sull’infermità mentale, e ci sta riuscendo. Intanto, se le cifre sottratte alla sanità lombarda fossero confermate, CL sarebbe la seconda potenza economica mondiale, subito dopo la Cina. A preoccupare gli inquirenti non sono solo casi specifici, ma una tendenza evidente: la malavita, la criminalità, la corruzione si stanno spostando al Nord. Lo dimostrano tra l’altro, i cospicui traffici all’interno della Lega: oro e diamanti, ma anche diplomi, lauree e un grosso contrabbando di vocabolari per Calderoli che si difende: “Non ne ho mai aperto uno!”. La procura gli crede.
Non basta. La criminalità disorganizzata lombarda pesca nel torbido mondo della politica. Il tesoriere della Lega Belsito, per esempio, aveva un dossier su Bobo Maroni, di cui Il Misfatto è entrato in possesso. Il dossier contiene tutte le cose intelligenti compiute da Maroni mentre sedeva al ministero dell’Interno e consiste in due pagine. Bianche. In compenso, il Nord non rinuncia a presentarsi come un esempio per tutti. “Certo che rubiamo – dicono all’unisono in CL e nella Lega – ma poi ci facciamo beccare, e questa è una grande lezione morale”. Proprio su questo punto verte il dibattito nelle carceri italiane: “Per far funzionare un’azienda non basta avere tanti soldi, servono esperienza, professionalità, impegno”. A parlare è un boss siciliano detenuto al 41 bis che commenta le recenti vicende lombarde e chiosa con un lapidario: “Dilettanti”.

Nessun commento:

Posta un commento