mercoledì 31 agosto 2011

VIENI AVANTI CRETESE

Marco Travaglio - IL FATTO QUOTIDIANO

È sempre bello quando parla Scajola, l’uomo che vive a sua insaputa. Il guaio è che, siccome a sua insaputa parla pure, lo lasciano parlare troppo poco. Gli avvocati difensori lo seguono come ombre, anche di notte, per evitare che si faccia del male. L’ultima volta che parlò a braccio, nel 2002, diede del “rompicoglioni” a Marco Biagi appena assassinato dalle Bierre. Da allora si decise che avrebbe aperto bocca soltanto per leggere brevi comunicati concordati con i suoi legali. Come quello diramato l’altroieri, durante le vacanze a Creta, quando s’è diffusa la voce chela Procuradi Roma, con un annetto e mezzo di ritardo, s’era finalmente decisa a indagarlo per finanziamento illecito. Una cosina da niente: 900mila euro pagati per il noto “mezzanino” da250 metriquadri con vista Colosseo da Anemone tramite l’architetto Zampolini con 80 assegni circolari, tutti da 12.500 per non insospettire l’antiriciclaggio (furbo, lui). “Sono sereno… si è trattato di un’azione di riciclaggio consumata alle mie spalle”, e fin qui tutto ok: chi non sarebbe sereno, avendo trovato un benefattore che, senza chiedere nulla in cambio, per consumare un’azione di riciclaggio alle sue spalle gli allunga 900mila euro per comprargli una casa da un milione e mezzo e, già che c’è, gli regala pure un trasformatore da 96 euro e un frullatore da 100? “… non sono mai stato interrogato…”: e buon per lui, altrimenti gli davano l’ergastolo. “… e attendo che i magistrati romani portino a termine il loro lavoro, nella convinzione che verrà certamente chiarita la mia estraneità ai fatti”. E qui cominciano i problemi con la logica: perché può darsi che alla fine si scopra che Scajola non ha commesso reati (o più probabilmente che venga prescritto, vista la fulminea rapidità con cuila Procuradi Roma si occupa di lui), ma è altamente improbabile che risulti “estraneo ai fatti”, visto che Anemone quei soldi glieli ha sborsati, Zampolini glieli ha portati e, al momento della vendita dell’appartamento a Scajola, le proprietarie li hanno incassati. A meno che, si capisce, la strategia difensiva di Scajola non punti alla totale infermità mentale, nel qual caso può succedere di tutto. Prima però s’imporrebbe una perizia psichiatrica. Che avrebbe buone speranze di successo, viste le cose che l’uomo che vive a sua insaputa è riuscito a dire negli ultimi mesi. Cominciò, alle prime notizie sullo scandalo, col dipingersi come “vittima di una campagna mediatica”. Poi la celebre conferenza stampa senza domande (c’era il rischio di risposte) in cui lesse il celeberrimo comunicato concordato con i suoi legali, davvero degni di lui: “Un ministro non può sospettare di abitare un’abitazione pagata in parte da altri”. Nel settore della stampa estera c’erano colleghi che picchiavano sull’auricolare sperando in un errore di traduzione dell’interprete. Purtroppo era tutto testuale. Così come le dichiarazioni successive: “Ora devo scoprire se qualcuno ha pagato la mia casa a mia insaputa, nel qual caso annullerò l’atto”. Una voce pietosa gli spiegò che le precedenti proprietarie non avevano alcun motivo per riprendersi la casa indietro, visto che gliel’avevano venduta così bene. Allora lui si rassegnò e annunciò: “Vendo la casa e la differenza fra quel che ho pagato io e quel che han pagato altri a mia insaputa la do in beneficenza, so già a chi”. Ora però si scopre che continua a viverci lui, ma a sua insaputa: “È vero – ammette – ne sono uscito quando mi sono dimesso, ma poi ci sono tornato. Ma solo a dormire”. Ecco, sapendo che per un terzo l’ha pagata lui e per due terzi Anemone, ha deciso di trascorrervi solo 8 ore su 24 (quelle notturne) e saltellandovi su un piede solo. Ma sul citofono del mezzanino ci sono ancora le iniziali “C.S.”. Cioè, par di capire, Claudio Scajola. A meno che non si tratti di un ben più drammatico acronimo: Chi Sono?


BOSSI, LE MILLE BALLE VERDI E LE MARCE INDIETRO PADANE

Aveva urlato ai quattro venti che le pensioni dei lavoratori del nord non si toccavano......

Aveva riempito di pernacchie chiunque avesse messo in dubbio questo concetto........

Insomma, ci aveva messo la faccia. O quello che rimane della sua faccia......

Poi, il vertice di Arcore. E le correlate novità......


Roberto Menia - Repubblica  30 Agosto 2011:

Per la prima volta si tocca una platea di lavoratori che finora era stata largamente esclusa dai correttivi. Sono per lo più lavoratori precoci, spesso operai residenti nelle regioni del Nord. Lavoratori che sono andati in fabbrica a 18 anni, e anche prima, e che in media lasciano il lavoro intorno ai 58 anni, molto prima dei 65 previsti (60 per le donne) per la pensione di vecchiaia. Il governo stima di poter ricavare da questa misura 500 milioni il primo anno di applicazione, cioè il 2013; un miliardo l’anno successivo, e poi tra 1,2 a 1,5 miliardi dal 2015 in poi. Di certo è una misura strutturale e che, come tutte quelle che riguardano le pensioni, permette di “fare cassa”. Difficile quantificare il numero di lavoratori interessati.


Ma continuiamo ad esaminare questo caso umano pietoso che ormai la Lega Nord rappresenta.

E' chiaro a tutti ormai, che i vari Calderoli, Bossi Senior e Trota Junior, quando vanno ai vertici di Arcore, eccedono nella venerazione di Bacco (a Villa S. Martino, la qualità dei vini è fuori discussione). Lo testimonia il fatto che quando questi statisti con i fazzoletti verdi escono dai vertici con il premier cantano sempre vittoria.
 E fanno cantare vittoria ai loro house organ. Questa sotto è la Padania di ieri. In sintesi, la Lega ce l'ha sempre duro. Ed ovviamente impone sempre la propria linea.



Poi passano le sbronze. Calderoli riassume una colorazione del viso quasi normale (cosa che gli capita un paio di giorni all'anno), il gotha leghista riacquista un pò di lucidità anche perchè nelle valli padane volano impropri ed insulti di ogni tipo contro quella classe dirigente padana ormai allo sbando.

E così, oggi, la PADANIA, non sa più che pesci prendere:


E si riassiste impietosamente alla solita storia. La LEGA va ai vertici di Arcore. Concorre pienamente all'assunzione di corpose decisioni politiche. Poi, quando qualcuno spiega a questi quattro fazzoletti verdi da strapazzo il significato di ciò che si è approvato, inizia la pietosa marcia indietro. Si chiedono cambiamenti. Si cerca di porre rimedio.

Ma resta il problema di fondo:  non sanno quello che fanno. Non lo capiscono. E ricorrono sempre all'indomani per mettere le pezze e prendersi i meriti. E' la Lega di lotta e di governo. O meglio, di lotta, perchè l'unica cosa che sanno governare è la disposizione delle bottiglie nelle cantine di Arcore.


NEW YORK, NEW YORK....

Lunedì (l'altro ieri) da appassionato di tennis,  mi è capitato, facendo zapping, di buttare uno sguardo agli US Open, (uno dei più imporanti tornei al mondo) in corso di svolgimento a New York.

Ho notato, 24 ore dopo il passaggio di Irene, il ciclone che poi è diventato un temporale estivo, che le partite si svolgevano sotto un sole cocente in meravigliosi impianti sportivi che non sembravano neppure sfiorati da un minimo danno collaterale dovuto alle presunte condimeteo avverse del giorno precedente.

Ed allora ho pensato che ha propro ragione  Alessandro Gilioli (Piovonorane-Espresso) quando scrive che se quello stesso ciclone, declassato a gavettone, avesse interessato qualche città africana invece della Grande Mela, non sarebbe finito neppure tra i titoli di coda dei nostri telegiornali o in trafiletti da ultima pagina dei nostri quotidiani.

New York, New York.........

martedì 30 agosto 2011

PIU' OMICIDI PER ALEMANNO


Nel 2008, cinque mesi dopo le elezioni amministrative romane, il neo sindaco Alemanno aveva fatto tappezzare la città con questi trionfalistici cartelli-spot.


Ora, tre anni dopo, la situazione è questa ....


In soli tre anni....... più omicidi per tutti.........

A SUA INSAPUTA

E' bello stamane prendere atto che in questo paese, se qualcuno ti paga la casa a tua insaputa, la cosa potrebbe anche costituire un reato.........

Ma lo sapete quale è la cosa più sconvolgente ???
E' che dopo lo scandalo che lo ha visto interessato per quel famoso immobile Scajola ha dichiarato al mondo intero che avrebbe venduto quel fabbricato dando in beneficienza il ricavato......

Lo sapete come è andata a finire ????

Così........

Perchè Claudio, la beneficienza, la fa solo a sua insaputa.......

LE RELAZIONI PERICOLOSE TRA POLITICA ED AFFARI

Luigi Ferrarella - Corriere della Sera - 29 Agosto 2011

........ a legare ricattabilità della politica e conflitti di interesse c'è il mastice dell'opacità introdotta da leggi di parte. Le Cassandre, ad esempio,  che ad ogni scudo fiscale osavano denunciarlo come regalo ai tangentisti oltre che scandaloso premio agli evasori ed iniqua beffa agli onesti, si vedono dare facile ma tardiva ragione ora che lo scudo fiscale risulta essere stato usato per appunto ripulire tangenti o creare la cassa per pagarne di nuove. E se oggi, ad esempio, Penati si vede insistentemente chiedere di rinunciare ad un suo diritto difensivo (la prescrizione del reato di corruzione) per legittimare la propria innocenza, è perchè altrimenti a privarlo del processo nel quale far valere la sua proclamata estraneità saranno gli effetti di una legge dissennata, non a caso ripudiata nel 2005 persino dal suo iniziale promotore Cirielli: la legge che ha tagliato i termini della prescrizione, e che rischia di lasciare i fatti addebitati sinora solo in indagine preliminare a Penati, come altri 200 mila procedimenti ogni anno, senza il punto fermo di un accertamento giudiziario.


Perchè se si legifera sempre per salvare le chiappe al capo, o ai suoi sodali,  prima o poi, la macelleria sociale dello stato di diritto, si realizza. E provoca più danni del ciclone Irene.....
(L'Interessato)

lunedì 29 agosto 2011

17 ANNI DI B & B E SENTIRLI TUTTI.........

Oggi ad Arcore è previsto un incontro tra Umberto Bossi e Silvio Berlusconi dal quale dipenderà l'esito della manovra finanziaria, del governo e, purtroppo della nostra cara Italia.

E' un'istantanea perpetua, che sembra non svanire mai. Che segna il nostro tempo lasciando sul campo la solita storia, i soliti sbiaditi personaggi, l'incapacità di un paese di rinnovarsi sotto tutti i punti di vista.

Correva l'anno 1994.

Il premier francese era Edouard Balladour (ora ritiratosi dalla politica)
Il premier inglese era John Major (ora ritiratosi dalla politica)
Il premier tedesco era Elmut Kohl (ora ritiratosi dalla politica)
Il premier spagnolo era Felipe Gonzalez Marquez (ora ritiratosi dalla politica)
Il presidente degli Stati Uniti d'America era Bill Clinton (ora ritiratosi dalla politica)
Il premier canadese era Jean Chreatièn (ora ritiratosi dalla politica)

 I due nostri eroi, apparivano in questo modo.


Guardate l'Umberto com'era vispo e tosto. Ed il Silvio, magro e scattante.....

Oggi, la storia, ed il nostro stoicismo, ce li riconsegneranno alle nostre memorie.

In queste condizioni:



Parlano le foto.

I commenti sono superflui.

SOLDI PUBBLICI AL CALCIATORE CHE SCIOPERA

Gian Antonio Stella - Corriere della Sera - 27 Luglio 2011

Verona come Palermo, Lecce e Messina. Soldi pubblici alle squadre di calcio


La Regione Sicilia ai tempi di Totò Cuffaro regala 105.492 euro di soldi pubblici al Palermo, 105.492 al Catania e 105.492 al Messina? «I soliti terroni!». La Provincia di Cagliari dell' allora diessino Graziano Ernesto Milia ne dà 150.000 agli amati rossoblu? «I soliti terroni!». Quella di Palermo dell' allora berlusconiano Francesco Musotto ne dona 700.000 ai cari rosanero? «I soliti terroni!». Quella di Lecce dell' allora diessino Giovanni Pellegrino ne smista 1.200.000 agli adorati giallorossi, sulla base di un accordo (poi disdetto) avuto in eredità dal predecessore, il rutelliano Lorenzo Ria? «I soliti terroni!». Ma al cuore, si sa, non si comanda... Tanto più se ci sono in ballo interessi di bottega del partito. Così Paolo Paternoster, il presidente dell' Agsm, la municipalizzata che fornisce luce e gas a Verona, ha deciso di sponsorizzare per due anni il Verona Hellas con un contrattino da 700 mila euro. Una scelta coerente: l' anno scorso, come ricorda il Corriere del Veneto , nelle vesti di presidente dell' Amia (la società che si occupa di rifiuti) aveva deciso di proporsi come «partner istituzionale» della squadra di calcio. Fossero soldi suoi, niente da dire. Il Verona Hellas, poi, merita l' affetto non solo dei suoi tifosi ma di tutti gli italiani, che ricordano con simpatia il leggendario scudetto vinto dalla squadra guidata da quel grande allenatore e più ancora grande figura d' uomo che è Osvaldo Bagnoli. Così pulito, perbene, carismatico con la sua aria da metalmeccanico in quel calderone di presidenti gradassi, ragazzi viziati e sedicenti divi insopportabilmente arroganti, da far dimenticare perfino certe idiozie razziste dei suoi tifosi. Ricambiati in una trasferta a Napoli da uno striscione entrato nel mito: «Giulietta è ' na zoccola». Il fatto è che Paolo Paternoster non mette soldi suoi, tirati fuori dalle tasche sue. Ma quelli dell' Agsm, cioè di una municipalizzata posseduta al 100% dal Comune di Verona. Del quale sono «azionisti» tutti i cittadini. Anche quelli che non sopportano il calcio. Anche quelli che fanno il tifo per altre squadre, a partire dal Chievo. Anche quelli che magari adorano il football e stravedono proprio per l' Hellas ma non riescono a capire come la scelta di usare soldi pubblici per sponsorizzare una squadra di calcio (invece che per abbassare le tariffe in questi tempi di crisi) sia un ributtante esempio di clientelismo elettorale a Palermo, a Lecce, a Messina, a Cagliari, a Catania e insomma dappertutto meno che a Verona. Tanto più che Paolo Paternostro non è solo un fedelissimo di Flavio Tosi, il sindaco leghista di Verona che benedice la decisione: è anche («piccola» commistione di interessi) il segretario locale della Lega Nord. Cioè del partito che, prima di scoprire il Potere, le poltrone, la comodità di piazzare i figli nei consigli regionali, tuonava contro questo tipo di pratiche con parole di vibrante indignazione.


Pubblico questo articolo perchè, oggi, il giorno dopo lo sciopero di Ibrahimovic e Totti, lo trovo particolamente significativo. E nel rileggerlo, lo confesso, ho provato molta indignazione (L'INTERESSATO)

domenica 28 agosto 2011

I CALCIATORI SCIOPERANO: LA VERITA' CHE NESSUNO DICE......

Mi è capitato di leggere, ieri, una dichiarazione di Cofferati, ex leader sindacale della CGIL, che al riguardo dello sciopero dei calciatori che oggi ha fatto saltare la prima giornata di campionato,  diceva:

«Per la prima volta si battono per dei diritti e non per motivi materiali: è una novità e va ammirata»


Penso allora che bisogna fare un pò di chiarezza sulle motivazioni di questa agitazione del mondo dorato del calcio perchè altrimenti si crede a Cofferati e non si capisce bene il senso di questa sommossa degli artisti della pedata.


I calciatori scioperano essenzialmente per due motivi:

1) Perchè non gradiscono la nuova paventata rimodulazione dell’articolo 7 del loro statuto. Le società vorrebbero introdurvi un comma che permetta l’allenamento separato di alcuni giocatori, ma i calciatori lo rifiutano dicendo che darebbe alle società un mezzo per fare pressioni sui giocatori non più graditi e che si vuole spingere alla cessione, escludendoli dal gruppo principale della squadra. Già lo scorso anno l’AIC aveva minacciato uno sciopero (poi rientrato) su un problema simile che riguardava il consenso dei giocatori al trasferimento in un’altra squadra quando erano in scadenza di contratto.

2)  Altro motivo del contendere è l'’articolo 4 dello statuto, invece, che riguarda i rapporti economici. I calciatori non accettano l’inserimento di un comma o di un allegato al contratto che permetta alle società di scaricare sui giocatori il costo di tassazioni straordinarie decise dal governo, come il contributo di solidarietà che dovrebbe essere inserito nell’ultima manovra finanziaria. La questione nasce perché molti contratti stabiliscono il compenso netto dei calciatori, e le tasse rimangono interamente a carico delle società. Modificando l’articolo 4 si intende cambiare questo meccanismo. Bisogna ricordare che il contributo di solidarietà non è ancora diventato legge e non è quindi possibile sapere che cosa prevederà nello specifico.


I calciatori dunque si preoccupano, come dice Cofferati, dei loro diritti, solo relativamente alla nuova stesura dell'art. 7 dello Statuto.

Ma l'altro motivo dello sciopero (art. 4) è assolutamente pecuniario. Insomma, i calciatori vogliono scaricare ogni tassa aggiuntiva, seppure di solidarietà alle finanze della nostra dissestata nazione, sulle società che erogano le loro retribuzioni. Questo significa che questa gentaglia strapagata non ne vuol sapere di veder dedotta la propria retribuzione, in seguito a tassazione straordinaria,  neppure di un centesimo e di essere parificata ad ogni altra categoria di lavoratori dipendenti. (che potrebbero subire il contributo di solidarietà qualora confermato)

Stiamo parlando di giovani di età compresa tra i 20 ed i 30 anni che incamerano ingaggi da sogno.

Prendiamo come esempio, tra i dati ufficiali di cui si dispone, le retribuzioni del CHIEVO, società non certo nababba che riesce a sopravvivere grazie alla parsimonia dei propri dirigenti.

Facendo la media degli stipendi netti dei giocatori del Chievo in rosa l'anno scorso (24 persone)  il dato che se ne ricava è che l'ingaggio percepito è pari a 286 mila euro annui netti.

E parliamo del Chievo, ripeto, non del Milan di Berlusconi o dell'Inter di Moratti.

286 mila euro netti corrispondono a circa 15 anni di lavoro di un operaio in fabbrica.

Un contratto triennale medio del Chievo calcio corrisponde al totale che un lavoratore di una piccola azienda incamera in una vita lavorativa.

Ecco, questa gente, così retribuita, nell'arco di una età dove il resto della società studia o è impiegata in lavori saltuari o a tempo indeterminato sottopagati nonostante il possesso di alta scolarizzazione, sciopera per questo. Non per l'articolo 7 che garantisce più diritti.

Quella è fuffa. Ciò che conta è ovviamente la grana.

E nell'attuale contesto socio economico, questo sciopero odierno, non è ridicolo.

E' semplicemente assurdo e insopportabile.




sabato 27 agosto 2011

BRANCHER, CONDANNATO E RICICLATO

La storia di ordinaria follia è tipicamente italiana. E spiega del perchè siamo finiti in queste condizioni.
C'è un parlamentare, Aldo Brancher, un Berlusconiano di ferro. Un ex detenuto per tre mesi nel carcere di San Vittore  in seguito ad una condanna di primo grado ed in appello per falso in bilancio (da uomo Fininvest) e finanziamento illecito ai partiti. Un tizio che se la cava perchè uno dei due reati va in prescrizione (finanziamento illecito) mentre l'altro viene cancellato da uno dei purtroppo "molti" governi Berlusconi (il falso in bilancio).
Basterebbe quanto sopra, in un paese normale, per relegare il virtuoso politico in uno sconfinato oblio. Magari con una pensione da parlamentare a nostre spese.
In Italia no. Il nostro eroe deve proprio avere dei meriti speciali (aver salvato le chiappe al premier tenendo la bocca chiusa) ed allora, quando viene ripescato con le mani sulla marmellata qualche anno più tardi per una storia di ricettazione ed appropriazione indebita e per questo sottoposto ad ulteriore procedimento penale, lo promuovono a Ministro del Federalismo. Non perchè ne servisse uno (di fatto, l'improbo compito spettava di diritto a Bossi....), ma perchè così facendo potesse avvalersi del "legittimo impedimento" e pertanto evitare questo secondo processo.
La cosa provoca sdegno anche in Napolitano. Brancher dopo diciotto giorni si dimette.
Ed arriva un'altra condanna. Due anni di reclusione. Per i reati di cui sopra.

Allora, uno pensa. Bene, stavolta, lo pensioniamo.

Mavalà... direbbe l'avvocato Ghedini.....

Da ieri, l'On. Brancher è presidente e responsabile con pieni poteri di un nuovo ricchissimo ente che distribuirà somme da capogiro.

Perchè il curriculum vitae di Brancher parla chiaro. Lui è uno specialista di falsi in bilancio, appropriazioni indebite, ricettazioni e finanziamenti illeciti ai partiti.

Che facciamo ? Non lo vogliamo premiare ?????????


Aldo Brancher

PENATI E LE STRANE TEORIE......

Dal Corriere della Sera di ieri:

Penati:



Il G.I.P.  :





IMPEDIMENTI

venerdì 26 agosto 2011

IL FRATTINI LIBICO E LE QUATTRO FASI

Quando finirà l’intervento militare italiano in Libia? Le risposte del ministro degli Esteri, Franco Frattini, sono state essenzialmente di quattro tipi.

Primo tipo: non inizierà neppure

3 marzo: «Escludo categoricamente che l’Italia possa partecipare ad un’azione militare in Libia, per ovvi motivi legati al nostro passato coloniale».
10 marzo: «L’Italia non parteciperà a bombardamenti mirati sul territorio libico».
16 marzo: «La guerra non si può fare: l’azione militare la comunità internazionale non la deve, a moi avviso, non la vuole e non la può fare».
(19 marzo: «Sì, parteciperemo direttamente ad azioni militari, parteciperemo a interventi per proteggere la popolazione civile nel caso di nuove aggressioni delle forze di Gheddafi»)

Secondo tipo: difficile stabilirlo

1 maggio: «Fissare una data certa [per la fine dei bombardamenti italiani] è complesso [...], di sicuro non parliamo di azioni militari che durano mesi e creano uno status quo pericoloso».
4 maggio: «È assolutamente evidente, come appare nella mozione di maggioranza, che la data esatta entro cui si concluderanno le azioni militari sarà il risultato di un confronto con le organizzazioni internazionali, quindi innanzi tutto con la Nato e con gli alleati. Non è oggi da parte mia possibile dire in quest’Aula quale sarà questa data».

Terzo tipo: c’è una data (o comunque ci siamo quasi)

6 maggio: «Vi sono ipotesi ottimistiche di pochi giorni e ipotesi più realistiche di qualche settimana, tre-quattro».
13 maggio: «Stiamo lavorando perché in poche settimane si arrivi a una tregua, a un cessate il fuoco, a un governo senza Gheddafi. Ci sono tribù incerte che stanno defezionando, vi sono ormai delle voci chiare dall’interno del regime che anche esponenti molto importanti che hanno lasciato il regime stanno raccontando di un collasso».
13 maggio: «Io credo non manchi molto».
16 maggio: «Il regime libico ha le ore contate».
20 maggio: «Gheddafi ha le ore contate».
20 giugno: «C’è un limite molto chiaro [per la partecipazione italiana ai bombardamenti]: il limite di settembre, fissato dalla Nato, ma credo che al di là dei bombardamenti una soluzione si debba trovare molto prima di settembre. [...] Stiamo lavorando perché la missione termini prima della scadenza di settembre, non certo per andare oltre».

Quarto tipo: meglio tornare sul vago

26 giugno: «Quello che noi vogliamo è la pace in tempi rapidi».
5 luglio: «La comunità internazionale chiede che Gheddafi lasci il potere, mentre gli esponenti del regime continuano a dire che Gheddafi non deve lasciare il potere».
12 luglio: «La pace è la soluzione politica per vincere molto rapidamente».
15 luglio: «Non si tratta di stabilire se, ma solo come e quando Gheddafi lascerà il potere».
O quando Frattini, viste (tra le altre) le capacità ‘divinatorie’, lascerà la Farnesina.
 
(Grazie a IL NICHILISTA)

Il Min. Frattini - L'uomo da una sola parola.

LA MINETTI, FORMIGONI, A SUA INSAPUTA


La Minetti? «Molto peggio di Ruby ma per quanto ne sapevo io aveva patecipato solo a Colorado caffè».

Roberto Formigoni - 24 Agosto 2011 -Lungomare di Rimini


Ne deduciamo, per consecutio logica, che quando gli hanno piazzato la Minetti in quel listino bloccato che garantiva a prescindere la sua certa elezione da consigliera regionale,  lo abbiano fatto a SUA INSAPUTA.

Perchè non ci crederete, ma a Rimini, l'altro ieri Formigoni, alla domanda se il caso Ruby avesse influito sul calo dei consensi del PDL,  ha poi aggiunto:

«È stato peggio con la Minetti, in fondo gli italiani pensano che ognuno a casa possa fare quello che vuole ma se c’è di mezzo una funzione pubblica allora si arrabbiano».



THE OSCAR GOES TO.....DONEGANI !!!!!!

"Faccio un appello ai miei colleghi parlamentari affinchè si lavori tutti uniti per l'istituzione della provincia di Gela......"

On. Miguel DONEGANI


AVEVA VISTO GIUSTO ?

Straordinario documento del 2008. A un vertice dei leader arabi in Siria, Gheddafi invita i colleghi dittatori a preoccuparsi della presenza americana in Iraq e della conseguente condanna a morte di Saddam Hussein. Guardate, ha detto Gheddafi ai suoi colleghi, che se non facciamo niente prima o poi toccherà a voi. Grandi risate del tiranno siriano Bashar Assad e di tutti gli altri leader. Ma Gheddafi allora era un analista politico molto più raffinato dei nostri commentatori, sapeva di che cosa stava parlando (del resto è stato il primo a consegnarsi agli americani dopo la caduta di Saddam nel terrore di essere lui il successivo). Il Colonnello era serio e ha ribadito una seconda volta l’avviso ai colleghi. Di nuovo grandi risate dei tiranni arabi. Impensabile. Fantastico. In due minuti la spiegazione visiva dell’importanza dell’interventismo americano in Medio Oriente.





Grazie al blog di Christian Rocca.

giovedì 25 agosto 2011

OLTRE UNA BADANTE

Per chi non l'avesse ancora capito: le badanti non bastano più.
Ripeto: le badanti non bastano più.
Ora ce l'ha veramente duro (il gesso....)

FAMOUS FELLATIO......



Per capire come ci siamo ridotti. Tratto da weeds, serie TV vista da qualche milione di persone......

Grazie a Nonleggerloblogspot.com

EPPURE E' UN MINISTRO

Il ministro ragazzino. E' fatto così.
Non si controlla proprio.....

LA PADANIA STA ARRIVANDO

Ohibò....
E chi non se ne era accorto.
Uno apre la PADANIA di ieri.
E che ci trova ?
Una notizia non da poco.
Una cosa di cui nessuno si era minimamente accorto.
Una novità assoluta.
Dopo vent'anni ce l'hanno fatta.
Si erano solo dimenticati di avvertirci.......

DOMENICO STRAUSSI CANI

FAMIGLIA CRISTIANA ED I SERIAL KILLER....

La Manovra economica di luglio e la Manovra-bis di Ferragosto hanno assestato alla famiglia una serie di colpi micidiali. Un serial killer non avrebbe potuto fare meglio. Anziché tassare i patrimoni dei ricchi, coloro ai quali anche un forte prelievo fiscale non cambierebbe la vita, s’è preferito colpire quell’ammortizzatore sociale italiano per eccellenza che è la famiglia. Unico vero patrimonio del Paese. È una politica miope, da “statisti” improvvisati, che non hanno un’idea sul futuro del Paese. Tanto meno pensano al bene comune. Unica loro preoccupazione soddisfare il proprio elettorato. Unico orizzonte le prossime elezioni. Nel frattempo, il Paese va alla deriva e perde credibilità. Una nave senza timoniere.

La stretta economica che si preannuncia provocherà collassi ovunque. Una situazione già insostenibile, che fa scivolare il ceto medio nella povertà. A pagare saranno i soliti noti. Ci si accanisce, ancora una volta, sui lavoratori dipendenti e sugli statali. Questi si vedono, addirittura, minacciata l’abolizione della tredicesima. A pagare un prezzo altissimo è chi ha già dato. Sonni tranquilli, invece, per i più ricchi, gli evasori e i grandi speculatori. Questi ultimi, tra l’altro, sono tra i principali responsabili della crisi finanziaria che sta devastando i mercati e incrementando paurosamente i debiti sovrani dei Paesi dell’Occidente.

Eppure, le indicazioni su alternative fiscali, come una tassa sui grandi patrimoni, non mancano. Di “tesoretti” intoccabili ve ne sono tanti. A cominciare dai centoventi miliardi annui di evasione fiscale. Una cifra definita «impressionante» dal cardinale Bagnasco, presidente dei vescovi italiani. E che ha spinto anche Giorgio Napolitano, al Meeting di Rimini, a lanciare un appello: «Basta con assuefazioni e debolezze nella lotta a quell’evasione, di cui l’Italia ha ancora il triste primato». Per non parlare, poi, dei sessanta miliardi spesi in corruzione e dei novanta miliardi “fatturati” dalla criminalità organizzata. Su cui poco si è intervenuto.

Mentre è in corso l’esame della Manovra economica, è partito l’assalto alla diligenza. Ognuno ha qualcosa da salvare. O da proteggere. I sacrifici si scaricano su chi non ha “santi in paradiso”. O, meglio, nelle Aule parlamentari. Senza equità nei sacrifici, e se non si mira al bene delle famiglie e del Paese, difficilmente ne verremo fuori. Soprattutto se chi può dare un “elevato” contributo troverà modo di sfilarsi dalla solidarietà nazionale. Come i calciatori (ignobili!). Ma anche la casta politica, che danza allegramente sulle macerie del Paese. Vanta sacrifici e riduzioni, ma non dà un taglio risoluto a costi e privilegi, ingiustificati e immorali.

Ancora una volta, i politici cattolici stanno alla finestra. Insignificanti e a corto di idee. Si confondono nel mucchio, per non disturbare i “manovratori”. In entrambi i campi. Spettacolo, anche questo, avvilente. (Famiglia Cristiana)


mercoledì 24 agosto 2011

SERVE UNA CASSETTINA ?

Italiani. Popolo sempre previdente......



CHE POI, SIA CHIARO, SI RICOMINCIA DACCAPO.......

Come se dicessimo: abbiamo fatto un casino, abbiamo sperperato e bruciacchiato tutto. Abbiamo evaso le tasse, fatto debiti, fatturato in nero. Non chiedevamo lo scontrino perché ci faceva comodo lo sconticino subito, piuttosto che un Paese decente chissà quando. Abbiamo tagliato la coda allo sportello, lisciato il primario extra moenia per farci fare l’operazioncina, abbiamo parcheggiato in doppia fila, non protestate, finisco il caffè e la sposto subito. Abbiamo protestato col professore per far cambiare il 5 in geografia dato al nostro figlio asino, e lo stesso a Natale gli abbiamo regalato lo scooter nuovo. Abbiamo mischiato l’umido con la plastica. Abbiamo affittato la seconda casa in nero, e cornificato la moglie con la badante irregolare. Abbiamo fatto assumere decine di migliaia di idioti perché pur se idioti erano i nostri idioti, erano parenti o amici fidati, e pazienza per quelli bravi che sono andati a metter assieme Royale con formaggio da Mc Donalds o, se fortunati, all’estero a far di meglio. Avevamo un po’ di soldi da parte, ma invece di usarli per aprire un’aziendina abbiamo acquistato venti garage in centro, anzi, li abbiamo fatti appositamente costruire. Oppure l’aziendina l’abbiamo aperta, sul serio, ma all’estero.

Avevamo le nostre cazzo di ragioni, ok? Abbiamo eletto dei banditi, o al massimo dei mediocri, li abbiamo arricchiti, li abbiamo rieletti, e oggi protestiamo contro quella casta che abbiamo creato con le nostre croci su milioni di schede, anno dopo anno. Abbiamo eletto un miliardario che è il più bandito di tutti Presidente del Consiglio. Tre. Volte. Perché ci faceva comodo, perché noi siamo quella roba lì, ce la siamo cercata con lucida follia, tutta e fino in fondo. Sognavamo di poter cacciare il nostro rais: quegli altri ce l’hanno fatta, pare, noi non possiamo, nel caso dovremmo cacciare noi stessi per primi.

E quindi, adesso dateci un bel Governatore di Banca Centrale, uno che non è stato eletto da un cazzo di nessuno, ce lo meritiamo. Uno che ci salvi il culo, e pazienza se nel frattempo ce lo sodomizza, lui sì, fortissimo. Sopporteremo, e berremo l’amara medicina, ci faremo spellare vivi, sappiamo di meritarcelo.
Almeno per ora. Poi, chiaro, si ricomincia daccapo: che vi credevate?

(Grazie a Popolino)

DON'T FORGET YOUR FRIENDS

martedì 23 agosto 2011

MI CHIAMO SILVIO

Mi chiamo Silvio. E sono un assoluto specialista nell'arte del taroccare.........

TRE IDEE PER COMBATTERE L'EVASIONE

Ogni anno in Italia vengono evasi o elusi circa 150 miliardi di euro al fisco.
E' una cifra spaventosa che, se recuperata seppure in maniera molto parziale, consentirebbe a questo paese di fare un salto di qualità incredibile, sotto tutti i punti di vista.

Io ho tre idee. Chiamatemi pure "poliziotto della Stasi". Ma i tempi di crisi in cui viviamo dovrebbero per lo meno farci capire che non si può più stare a guardare per il sottile:

1) Pubblichiamo subito tramite web, come fece Visco nel 2007 per lo spazio di una mattinata, tutte le dichiarazioni dei redditi degli italiani. Per una volta che la privacy vada a farsi fottere. Io voglio sapere quanto dichiara il libero professionista che mi abita di fronte e che possiede villino, suv e parte tre volte l'anno per le vacanze. Così come voglio sapere quale reddito dichiara il proprietario di quel piccolo capannone trasformato a piccola azienda che vedo dalla finestra di casa mia.
Mettiamo tutti i nostri redditi alla luce del sole. Poi, ci faremo due risate. Perchè scatterà automatico un meccanismo di denuncia, di ribrezzo, di schifo. E, statene certi, porterà risultati insperati.
Gli onesti vedranno cosa dichiarano i disonesti. I disonesti andranno in giro abbassando la testa per la vergogna.

2) Bisogna istituire subito dei numeri verdi presso le agenzie delle entrate o le caserme della guardia di finanza cui un cittadino possa rivolgersi in caso in cui, al cospetto di un qualsiasi libero professionista, si trovi davanti al solito baratto del "120 euro con la fattura e 100 euro senza".Quando le segnalazioni su un singolo soggetto o professionista saranno plurime dovrà scattare in automatico un controllo. Pensateci bene: se un dentista continua con quel solito giochetto e venisse denunciato al numero verde di cui sopra anche in forma anonima da più persone, la GdF potrebbe mandare un suo agente in borghese ad effettuare una pulizia dei denti. Ed una volta al cospetto della solita proposta di truffa potrebbe mettere i sigilli allo studio.

3) Ogni studio notarile deve essere presidiato da ispettori del fisco o agenti della GdF. Il grosso del nero in Italia viene prodotto dal comparto edile. Basterebbe controllare le valigie di chi entra ed esce nel post rogito notarile per trovare fiumi di contanti che andranno ad ingrassare conti in Svizzera per poi essere scudati da Tremonti ad un misero 5%.  Se si controlla il conto corrente bancario dell'acquirente dell'immobile e la relativa movimentazione nel mese antecedente il rogito, si scopriranno in automatico prelevamenti di contante che serviranno poi a coprire la parte in nero del contratto di compravendita dell'immobile.

Diciamo la verità: in un momento di emergenza come questo l'evasione fiscale si può facilmente combattere. Basta fortemente volerlo......

EVASIONE .... DALL'ITALIA

No, così...
Tanto per capire di cosa stiamo parlando....  :



BREZNEV PADANI

di Alessandro ROBECCHI

Basta con l’invasione! Con questa crisi economica non si può accogliere tutti! Vengono qui e pretendono di comandare. Si insediano nelle nostre belle città del nord. Hanno persino diritto alle case popolari, certe volte; li curiamo nei nostri ospedali senza nemmeno chiedere da dove vengono. Insomma, se proprio vogliamo essere compassionevoli, diciamolo una volta per tutte: i leghisti, aiutiamoli a casa loro! A Varese, a Monza, ad Adro. Gli paracadutiamo dei viveri, magari gli spediamo qualche libro, ma che stiano lì, nelle loro amate valli, a mangiare gli orsi, a far finta di fare il ministro: una targa in ottone e sono tutti contenti. Ha fatto più danni la Lega in trent’anni al nord che i Borboni in un secolo a Napoli. Non c’è italiano del nord, per quanto perbene, che possa andare in giro per l’Europa senza essere sbertucciato come elettore di Borghezio. E questo senza contare i riti pagani. Non solo l’ampolla del Po, Alberto da Giussano e consimili scemenze, ma anche il cerchio magico, Calderoli, Rosi Mauro la donna barbuta, il Maroni Bobo, per non dire del povero figliolo Renzo piazzato a guadagnare 12.000 euro mensili alla regione Lombardia dopo una vita di studi (sempre nella stessa classe, peraltro). E poi lui. Quella specie di Madonna Pellegrina che è il Bossi Umberto, ormai esposto alle plebi padane come una reliquia, un Breznev agonizzante, un Grande Timoniere simile a un pugile suonato che dice una cosa oggi e il contrario domani. E ogni tanto lo portano via nottetempo perché persino i fedeli mugugnano, povere bestie anche loro. Ora, finito di contribuire al disastro italiano questa bella classe dirigente di geni si rimette a cianciare di Padania. Al suo nord, ai suoi elettori, ai suoi fedelissimi, ha portato solo sfiga, disastro, tasse e depressione. Se la Lega farà la secessione come ha fatto il federalismo, avremo Bergamo in provincia di Viterbo. Niente di male, anzi, ma pensiamoci prima. Aiutiamoli a casa loro che, tra parentesi, è casa nostra anche quella, è Italia anche lì, finché dura.

lunedì 22 agosto 2011

IL PREZZO DELLA BENZINA - LA MATEMATICA DIVENTA UN OPINIONE

Luglio 2008: prezzo del barile di petrolio pari a  147 dollari. Record storico.
Prezzo della benzina alla pompa : 1,56 euro per litro.

Agosto 2011: prezzo del barile di petrolio 77 dollari.
Prezzo della benzina alla pompa: 1,62 euro per litro.

Quando la matematica diventa un'opinione........

NON E' TEMPO DI REGALI

Diciamo che lo Stato si ritrova 6 frequenze digitali da mettere all'asta. E diciamo che potrebbe ricavarci 3 miliardi di euro che, con i tempi che corrono, non sono certo da buttare.
Aggiungiamo però pure che quelle frequenze potrebbero essere regalate a concessionarie TV che ne hanno i requisiti. Una a caso ad esempio:  MEDIASET.

Tre miliardi di euro in fumo.

Non vi sembra il caso che sia giunta l'ora di incazzarsi ?

CALDEROLI. IL LAVORATORE.......

RE CESSIONE

domenica 21 agosto 2011

STRACQUADANIO E LA FRONDA DEL PDL

A me Giorgio Clelio Stracquadanio che recita la parte del frondista fa infinitamente ridere.

Insomma, non dimentichiamoci che stiamo parlando di uno che alla bisogna,  sarebbe capace di indossare gli abiti da cameriere e servire il pasto ad Arcore all'alta corte......

Mettiamola così: Tremonti sta colpendo duro. Berlusconi vuole scaricare sul Ministro dell'Economia le colpe di "aver messo le mani in tasca agli italiani" ed in questo contesto si avvale del fido Stracquadanio che gli recita la parte del frondista. Ovvero del liberale che non vuole tassare i ricchi.

Ecco, vista così, la fronda del PDL ha un significato.
Una regia padronale ed i soliti schiavi.

Appunto........

CAPITALISMO

sabato 20 agosto 2011

GOVERNO DORMIENTE (ED ASSENTE)

Grazie a Dagoreport :

Per una settimana buona nessuno sembra essersi accorto che le banche svizzere (che amministrano 698 miliardi di euro solo di contribuenti europei) sono pronte a firmare, oltre che con la Germania, anche con il Regno Unito un accordo che prevede che le banche svizzere operino una ritenuta alla fonte del 26% da girare ai governi dei rispettivi Paesi. In Italia si passa dal 12,5% al 20% dopo anni di dibattiti. Berna ci garantisce molto di più in cambio dell'anonimato dei correntisti europei.
La Germania porta a casa, subito, un miliardo di franchi svizzeri e le tasse (il 26% appunto) sugli utili futuri realizzati dai tedeschi che investono dalla Svizzera. Diventano, in qualche modo, "sostituti d'imposta" degli Stati firmatari del nuovo accordo.
Invece di parlare di nuova tassazione su capitali italiani già peraltro "scudati" (circa 100 miliardi di euro, solo in Svizzera) il governo Italiano dovrebbe affettarsi ad aprire trattative simili a quelle di Londra e Berlino.
Le banche elvetiche, secondo una rivelazione di Le Monde, oggi in edicola, avrebbero preparato quello che sarebbe chiamato il Piano "Rubik" sin dal 2009 per arrivare ad una soluzione reciprocamente soddisfacente dopo le tensioni e i risarcimenti costosissimi con gli USA. Gli svizzeri continuerebbero ad amministrare i soldi degli stranieri ma garantirebbero il versamento delle tasse ai rispettivi governi.

L'Italia ha molte ragioni per sbrigarsi: otterrebbe un congruo risarcimento da Berna (tra 500 milioni di franchi, che dovrebbero spettare a Londra e un miliardo cash di Berlino) oltre alla garanzia di incassare il 26% su tutti gli utili da capitale dei correntisti italiani comunque clienti delle banche svizzere (e dopo i tentativi, impossibili,di riaprire la questione di uno scudo che legalmente avrebbe dovuto chiudere ogni contenzioso con il Fisco italiano) si guarderanno bene dall'accedere ad un nuovo, eventuale, "scudo".

Ma se da Roma insistono a minacciare Berna senza essere in grado di trovare un accordo reciprocamente conveniente, è Roma a perderci: perchè i capitali italiani restano all'estero e l'Italia rinuncia a un miliardo subito e ad una tassazione certa in futuro. Niente sì al piano "Rubik", niente franchi svizzeri in cambio.

 Follìa pura.

SEI PEGGIO DI BOCCHINO

EVADO E TORNO

venerdì 19 agosto 2011

C'AVRANNO MICA COMPRATO VIAGRA ????

Qualcuno mi dica subito come ha potuto la Camera dei Deputati spendere in meno di 8 mesi 80 mila euro in farmaci.  Dieci mila euro al mese.

Non è che comprano viagra a spese nostre ????

ECCO LE SCADENZE CHE FANNO TREMARE TREMONTI

Nei prossimi anni dovranno essere rimborsati Cct, Btp e altri prestiti per centinaia di miliardi di euro e l’anno più impegnativo sarà il 2012. Riuscirà il Tesoro italiano a trovare nuovi creditori per rimpiazzare i titoli che arrivano a maturità? Ecco nell' infografica quali sono le scadenze finanziarie più impegnative per l’Italia.



 L’anno più impegnativo è il 2012, quando il Tesoro dovrà rimborsare quasi 250 miliardi di euro. Le risorse – al netto degli effetti dei risparmi e delle nuove entrate previsti dalla manovra – andranno recuperate emettendo nuovi titoli da collocare presso gli investitori. 

Avranno ancora fiducia in noi in maniera tale da comprare ulteriore nostro debito e consentirci di ripianare le scadenze ?

CHE POI, A FORZA DI INSISTERE......

Diciassette anni di filo Berlusconismo.
Diti medi mostrati ovunque.
Pernacchie elargite in ogni dove.

Poi, ci sta che si faccia questa fine qua......

PAGHI DUE EVADI TRE

PERCHE' ?

giovedì 18 agosto 2011

UN CASO UMANO




Ebbene si. Quest'uomo, ormai, è divenuto un caso umano pietoso.
Dov'è finito il vispo Brunetta che davanti a sterminate platee ed in trasmissioni televisive non ne perdonava  neppure una ? Dove è finito il Brunetta che insultava i precari ? O quello che dava dei cretini ad intere piazze ? O che rivolgendosi genericamente alla sinistra italiana riferiva che "dovevano andare tutti a morire ammazzati" ?  E che dire poi del mini-stro Renatino che definì i poliziotti come un branco di panzoni ?

Dove è finita quella intraprendenza ? Quello sputare insulti a ripetizione ?

Perchè ultimamente, Renatino, si fa dare dello scemo da Tremonti e Sacconi durante una conferenza stampa. Dopo che lo stesso ministro dell'economia, qualche consiglio dei ministri fa, lo aveva ovviamente già minacciato con un "non ti avvicinare altrimenti ti prendo a calci in culo"

E' poi storia di questi giorni l'epiteto di Bossi che definisce little Brune come il "nano di Venezia che non deve rompere i coglioni" .

Il tutto senza batter ciglio e replicare.

Si, perchè lui è così. Fortissimo con i deboli.

Inesistente, nullo e silenzioso con i potenti.

E sia chiaro, non è il silenzio della saggezza.

E' l'essere inerme della vacua arroganza.

mercoledì 17 agosto 2011

CHANGING MY IDEA

Perchè sia chiaro, Bersani è uomo di coerenza unica. Insomma, mica cambia idea come Bossi, per capirci...
Lui quando pensa e dice una cosa, è quella e basta.

Infatti il 2 Agosto 2011 diceva:


e due settimane dopo invece:


Insomma, dalla richiesta di elezioni al governo tecnico "dans l'espace d'un matin"....
Mitico Pierluigi.........

martedì 16 agosto 2011

NANI E BALLERINE

E' stata dura oggi in spiaggia spiegare ai miei vicini di ombrellone Parigini, come possa essere possibile che un ministro della Repubblica italiana abbia apostrofato un altro ministro della Repubblica Italiana e pertanto suo collega di governo, con questa frase :

"nano di Venezia non romperci i coglioni !!"

Si. Perchè loro mi raccontavano che se fosse successa una cosa del genere in Francia ad un governo Sarkozy o ad un qualsiasi altro esecutivo, si sarebbe scatenata una seconda rivoluzione francese con relativa ri-presa della Bastiglia.

E quando la coppia incredula d'oltralpe mi ha chiesto:

"ma come è possibile che in Italia possa accadere una cosa del genere senza nessuna conseguenza ?"

mi sono limitato a far finta di non sentire, indossando gli occhialini per abbandonarmi in una rilassante e spensierata nuotata.



RIEPILOGANDO

Hanno varato una manovra finanziaria che ci sta spezzando le ossa. Ora un parlamento che pochi mesi fa ha convintamente creduto che Ruby fosse la nipote di Moubarak, la convertirà in legge definitiva dello stato. Un parlamento, per capirci, composto da deputati che incamerano il compenso per il portaborse per poi pagarlo in nero, o comunque non regolarizzarlo, ci sta parlando di lotta all'evasione ed elusione fiscale. Un parlamento che qualche settimana fa ha varato un provvedimento sotto il nome di "decreto per lo sviluppo", nel quale, di fatto, (art. 7 comma 1a) si impedisce al personale preposto ai controlli degli esercizi commerciali di perseverare per sei mesi nelle ispezioni ad esercenti autonomi beccati in castagna, dovrà adottare misure per scovare i grandi evasori. Il tutto, in un paese, dove a pagare sono i soliti noti. Il tutto in un paese dove una società di capitale su due dichiara reddito zero o perdita grazie all'arguzia di abili commercialisti.
E' il paese dell'assurdo. Dove l'ingiustizia non ha mai fine.
Ma è anche il paese di gente assopita. Che in maniera piacevolmente insensibile continua ad esporsi in silenzio a continue legnate.
Sotto l'ombrellone tanto si parla d'altro.
L'Inter sta vendendo Etò.
E domani, dice Tremonti, avremo un mondo migliore.

Auguri a tutti.


VOGLIAMO PARLARE DI SVILUPPO ???

Asca - 14 Agosto 2011

Il taglio di 6 miliardi ai ministeri previsto nella manovra di Ferragosto arriverà attraverso la riduzione dei fondi Fas. In particolare, si tratta di tagli alla banda larga per quanto riguarda il ministero dello Sviluppo economico, meno risorse per la prevenzione di rischi di dissesto idrogeologico per quanto riguarda il ministero dell’Ambiente. Queste voci (dissesto idrogeologico e banda larga) sono infatti finanziati attraverso i fondi Fas.

lunedì 15 agosto 2011

MENO TASSE PER TOTTI

Buon ferragosto a voi.
Anche a quelli che gli hanno sempre creduto.

E I TOPI FINGONO DI ABBANDONARE LA NAVE

Di Alessandro ROBECCHI

Abilmente travestiti da Gianni e Pinotto, i due più pericolosi rapinatori del paese hanno messo a segno il loro colpo migliore. Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti, quelli che hanno aumentato di 250 miliardi il debito pubblico in tre anni (chapeau!), hanno compiuto il più grande furto della loro epoca. Sacconi faceva il palo, e anche per questo è strano che non li abbiano presi. Vittime della rapina: ceti medi e bassi penalizzati dal taglio dei servizi e dell’assistenza (che i rapinatori astutamente chiamano tagli ai costi della politica), e quella parte minoritaria di ceti medi e medio-alti che paga le tasse. Beneficiari della rapina, le categorie protette dal governo Berlusconi: i super-ricchi che vivono di rendite e gli evasori fiscali. Mentre si valutano gli effetti della rapina, i rapinatori si mostrano dispiaciuti. E’ un vecchio trucco: il povero Silvio si duole di aver derubato gente per bene e aiutato i soliti delinquenti a cavarsela ancora una volta, è contrito di aver messo le mani nelle tasche degli italiani, invece che, come tradizione e vanto, sul culo delle italiane. Si registrano, in più, alcuni testacoda assai divertenti. Quello del vicedirettore di Libero, per esempio, un certo Bechis che annuncia: “mi autosospendo da elettore del centrodestra”. Uh, che ridere! Sarà lo stesso Bechis che in decine di occasioni abbiamo visto in tivù strologare sul genio di Silvio? Non sarà un po’ comodo autosospendersi adesso? Dove ha vissuto negli ultimi anni, su Saturno? Resti lì, Bechis, andiamo, un po’ di dignità! Sorprendente anche un certo Feltri Vittorio, che sbraita e strepita sulla manovra iniqua, e che avrebbe preferito, bontà sua, una patrimoniale e una riforma delle pensioni. Niente male per uno che è andato in pensione a 53 anni (nel ’97) e che negli ultimi decenni è stato il primo tifoso del padrone di Arcore, e da lui sontuosamente stipendiato. E’ proprio vero: quello dei topi che fingono di abbandonare la nave è uno spettacolo unico, straordinario, impagabile. Peccato davvero che invece ce lo facciano pagare. E carissimo, anche

domenica 14 agosto 2011

HO MESSO LE MANI IN TASCA AGLI ITALIANI

Il contrappasso del Cavaliere
deve aumentare le odiate tasse

Dal '94 il sogno di ridurre le imposte. Mai realizzato Lo slogan «Non metterò le mani nelle tasche degli italiani»

Sergio Rizzo - Corriere della Sera  13 Agosto 2011


Non più tardi del 3 agosto, davanti ai deputati, il Cavaliere prometteva «un regime di tassazione più favorevole alle famiglie, al lavoro e all'impresa». Promessa sempre più pallida e sbiadita, ora mandata in frantumi dalla lettera della Banca centrale europea. Che ha consegnato Silvio Berlusconi alla legge del contrappasso: quella per cui l'uomo che ha vinto tre elezioni dichiarando guerra alle tasse garantendo che non avrebbe mai messo «le mani nelle tasche degli italiani», ora in quelle tasche dovrà rovistarci a fondo.
I maligni diranno adesso che almeno poteva risparmiarselo. Ieri lo attaccava perfino Libero , quotidiano berlusconiano a quattro ruote motrici. La parola «Tradimento» campeggiava sul titolo in prima pagina. E dentro, la pugnalata: un manifesto del Cavaliere sorridente (era la campagna elettorale del 2001) a fianco della scritta «Meno tasse per tutti».

IL CONTRATTO - Già, il mitico 2001. Ricordate il contratto con gli italiani firmato a Porta a Porta? «Abbattimento della pressione fiscale», c'era scritto testualmente, «con l'esenzione totale dei redditi fino a 22 milioni di lire annui; con la riduzione al 23% per i redditi fino a 200 milioni di lire annui; con la riduzione al 33% per i redditi sopra i 200 milioni di lire annui». Sette anni prima aveva sbaragliato la «gioiosa macchina da guerra» di Achille Occhetto garantendo la rivoluzione dell'aliquota unica al 33% sognata da Antonio Martino. Ma il suo governo era durato troppo poco. Senza perdersi d'animo, dall'opposizione aveva continuato a martellare.
L'EVASIONE PER NECESSITA' - Fino a giustificare gli evasori «per necessità». «Ieri sono stato dal mio dentista e ho visto che paga il 63% di imposte e allora non volete che chi è sottoposto a un furto così non si ingegni? È legittima difesa», raccontò a Repubblica il 15 ottobre del 2000. Giusto qualche mese prima di tornare al governo, contratto con gli italiani in tasca. Da allora è stata una sfilza incredibile di propositi e annunci fantastici. Ma solo quelli. Come la volta, era il 5 luglio del 2002, che dichiarò: «Il Consiglio dei ministri che approverà oggi il Dpef darà anche il via libera alla riduzione delle tasse più grande della storia della Repubblica». O quando rivelò a Porta a Porta: «La pressione fiscale globale sulle famiglie si è già ridotta del 7,5%». Da dove arrivasse quella stima, non si è mai capito. Ma poco importava. Due mesi più tardi, a un convegno della Confindustria, si lanciò in una metafora calcistica: «Ora che l'economia verrà rilanciata con un deciso taglio delle imposte, l'Italia tornerà a vincere come il Milan, che vince e diverte». Intanto sventolava spavaldo il contratto firmato da Bruno Vespa: «Ho la speranza di arrivare al 23% e al 33% entro la fine della legislatura. Se non ci riuscirò non mi ricandido». Non ci riuscì, e a giugno del 2004, puntando l'indice contro gli alleati, ringhiava: «Se avessi avuto il 51% avrei già ridotto le tasse». Ma si ricandidò, dopo aver ottenuto dal Tesoro di Domenico Siniscalco una spuntatina all'Irpef, con l'aliquota massima ridotta al 43%: dieci punti sopra il fatidico 33% promesso. Taglio peraltro compensato da rincari di bolli e balzelli vari.
LE PROMESSE - La campagna elettorale incombeva e a Porta a Porta sparò: «Abbiamo ridotto la pressione fiscale dal 45% al 40,6%». La sparata non fu sufficiente. Romano Prodi vinse e rimodulò le aliquote abbattendo i benefici concessi ai più abbienti: venne crocifisso dalla destra e dai giornali vicini a Berlusconi. Su uno di questi comparve perfino un orologino che ogni giorno segnava la progressione del debito pubblico. E meno male che nessun giornale ha fatto lo stesso da quando, nel 2008, il Cavaliere è tornato a Palazzo Chigi. Promettendo, per la terza volta, di tagliare le tasse. Sappiamo com'è andata. La crisi americana, la recessione, la speculazione... «Nessuno più di me vuole ridurre le tasse», andava ripetendo ancora qualche mese fa. Mentre insieme a Umberto Bossi cercava di convincere Tremonti a usare il bisturi, dopo la batosta presa alle amministrative. Ma contro l'evidenza dei numeri.

LA PRESSIONE FISCALE - L'Istat dice che nel nostro Paese la pressione fiscale aveva raggiunto nel 2009 un livello del 43,2%, quasi quattro punti sopra la media europea. Per una ragione precisa: secondo la Banca d'Italia negli ultimi dieci anni la spesa corrente al netto degli interessi sul debito pubblico è salita di oltre sei punti sul Prodotto interno lordo, passando dal 37,6% al 43,8% fra il 2001 e il 2010. Con gli interessi, aveva raggiunto nel 2009 il suo massimo storico: 48,2%. Dal 2000 al 2008 il volume della spesa corrente è salito del 37,8%, quasi 16 punti più dell'inflazione (21,9%). Insomma, un macigno insormontabile, accumulato proprio durante gli anni del governo Berlusconi. Il quale, in un momento di realismo, il 13 gennaio del 2010, ha confessato forse per la prima volta: «La crisi non permette nessuna possibilità di riduzione delle imposte». Ma aumentarle, però... E tassare le rendite finanziarie come voleva fare Prodi, poi...