lunedì 29 agosto 2011

SOLDI PUBBLICI AL CALCIATORE CHE SCIOPERA

Gian Antonio Stella - Corriere della Sera - 27 Luglio 2011

Verona come Palermo, Lecce e Messina. Soldi pubblici alle squadre di calcio


La Regione Sicilia ai tempi di Totò Cuffaro regala 105.492 euro di soldi pubblici al Palermo, 105.492 al Catania e 105.492 al Messina? «I soliti terroni!». La Provincia di Cagliari dell' allora diessino Graziano Ernesto Milia ne dà 150.000 agli amati rossoblu? «I soliti terroni!». Quella di Palermo dell' allora berlusconiano Francesco Musotto ne dona 700.000 ai cari rosanero? «I soliti terroni!». Quella di Lecce dell' allora diessino Giovanni Pellegrino ne smista 1.200.000 agli adorati giallorossi, sulla base di un accordo (poi disdetto) avuto in eredità dal predecessore, il rutelliano Lorenzo Ria? «I soliti terroni!». Ma al cuore, si sa, non si comanda... Tanto più se ci sono in ballo interessi di bottega del partito. Così Paolo Paternoster, il presidente dell' Agsm, la municipalizzata che fornisce luce e gas a Verona, ha deciso di sponsorizzare per due anni il Verona Hellas con un contrattino da 700 mila euro. Una scelta coerente: l' anno scorso, come ricorda il Corriere del Veneto , nelle vesti di presidente dell' Amia (la società che si occupa di rifiuti) aveva deciso di proporsi come «partner istituzionale» della squadra di calcio. Fossero soldi suoi, niente da dire. Il Verona Hellas, poi, merita l' affetto non solo dei suoi tifosi ma di tutti gli italiani, che ricordano con simpatia il leggendario scudetto vinto dalla squadra guidata da quel grande allenatore e più ancora grande figura d' uomo che è Osvaldo Bagnoli. Così pulito, perbene, carismatico con la sua aria da metalmeccanico in quel calderone di presidenti gradassi, ragazzi viziati e sedicenti divi insopportabilmente arroganti, da far dimenticare perfino certe idiozie razziste dei suoi tifosi. Ricambiati in una trasferta a Napoli da uno striscione entrato nel mito: «Giulietta è ' na zoccola». Il fatto è che Paolo Paternoster non mette soldi suoi, tirati fuori dalle tasche sue. Ma quelli dell' Agsm, cioè di una municipalizzata posseduta al 100% dal Comune di Verona. Del quale sono «azionisti» tutti i cittadini. Anche quelli che non sopportano il calcio. Anche quelli che fanno il tifo per altre squadre, a partire dal Chievo. Anche quelli che magari adorano il football e stravedono proprio per l' Hellas ma non riescono a capire come la scelta di usare soldi pubblici per sponsorizzare una squadra di calcio (invece che per abbassare le tariffe in questi tempi di crisi) sia un ributtante esempio di clientelismo elettorale a Palermo, a Lecce, a Messina, a Cagliari, a Catania e insomma dappertutto meno che a Verona. Tanto più che Paolo Paternostro non è solo un fedelissimo di Flavio Tosi, il sindaco leghista di Verona che benedice la decisione: è anche («piccola» commistione di interessi) il segretario locale della Lega Nord. Cioè del partito che, prima di scoprire il Potere, le poltrone, la comodità di piazzare i figli nei consigli regionali, tuonava contro questo tipo di pratiche con parole di vibrante indignazione.


Pubblico questo articolo perchè, oggi, il giorno dopo lo sciopero di Ibrahimovic e Totti, lo trovo particolamente significativo. E nel rileggerlo, lo confesso, ho provato molta indignazione (L'INTERESSATO)

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