mercoledì 30 novembre 2011

TAGLIARE QUESTI QUANDO ?????

Ehi Mario, prima di metter mano all'ICI, all'IVA ed alle pensioni, che ne diresti di dare una sforbiciata a questa roba qua ???????

(E pensare che li avevamo aboliti con un referendum, ma il nostro caro parlamento ha applicato quello che in informatica si chiama "salva con nome": via tramite consultazione popolare  il "finanziamento pubblico dei partiti", hanno inserito i "rimborsi elettorali".....)

Mica fessi !!!!

SILVIO E LE TRE I

Ve le ricordate le tre I di Silvio ?
Informatica, impresa, inglese.......

Già. Inglese. Siamo finiti così:

CHE BRUTTI AMICI, CARO CASINI

Di Marco Travaglio - L'ESPRESSO

Cuffaro, Romano, Cesa, adesso Naro... il leader Udc ha intorno a sé una formidabile concentrazione di malandrini. È sfortunato nelle amicizie, è attratto dai borderline, oppure c'è qualcos'altro che dobbiamo sapere?


Tutti lo cercano, tutti lo vogliono. Pier ferdinando Casini E' il politico del momento, il più abile e convinto regista dell'operazione Monti in tandem con Napolitano. Pier di qua, Pier di là. Bossi, quando si alleò con lui nel 1994, lo ribattezzò "el carugnìn de l'uratòri", e mai definizione fu più azzeccata.

Non perché sia stato coinvolto in scandali, anzi: Casini è una rara avis democrista mai sfiorata da guai giudiziari. Ma perché di inquisiti e condannati è un collezionista da Guinness. E proprio sulla questione morale, anzi penale, sarebbe interessante avere da lui qualche risposta, posto che: ha avuto un ruolo decisivo nella caduta del governo Berlusconi; detiene la golden share del governo Monti; ha imposto ministri-chiave come il Guardasigilli Paola Severino (avvocato di suo suocero Francesco Gaetano Caltagirone e di sua moglie Azzurra); i vertici del Pd sono disposti a sacrificare l'alleanza con Di Pietro e Vendola pur di averlo con sé alle prossime elezioni.

Ricapitolando. Nel 2001 Casini candida Totò Cuffaro a governatore della Sicilia con tutto il centrodestra; nel 2005 lo sistema al Parlamento europeo quand'è già imputato per favoreggiamento mafioso; nel 2006 lo fa eleggere senatore, mettendo sulla sua innocenza "non una ma due mani sul fuoco"; nel 2008 Cuffaro è condannato in primo grado, ma Casini lo rinomina senatore. Sappiamo com'è finita: Totò condannato definitivamente a 7 anni e recluso a Rebibbia. Ma non risulta che Casini si sia scusato per il plateale abbaglio, anche perché dovrebbe vagare coi moncherini come Muzio Scevola.

Nel 2006, in un'intervista a "l'Espresso", aveva giurato sulle "liste pulite" Udc: "Nelle candidature non faremo sconti: a parte Cuffaro, in Sicilia non ricandideremo nessun inquisito". Infatti dal 2001 porta tre volte in Parlamento pure Saverio Romano, allora indagato e ora imputato per concorso esterno in mafia. Il fatto che l'anno scorso Cuffaro e Romano siano passati al Pdl non è un'attenuante, ma un'aggravante di cui dovrebbero ricordarsi quanti rimproverano giustamente a Di Pietro i De Gregorio, Razzi e Scilipoti, scordandosi i voltagabbana casiniani.

  E non basta: dal 2001 siede nei banchi dell'Udc alla Camera anche Pino Naro, ora indagato per finanziamento illecito con l'accusa di aver ricevuto una tangente di 200 mila euro in contanti, nella sede romana dell'Udc, dall'impresario Tommaso Di Lernia e dal presidente dell'Enav Guido Pugliesi (pure lui inquisito e immancabilmente vicino all'Udc). Un insospettabile? Non proprio, essendo un habitué di galere e tribunali: poco prima di entrare a Montecitorio per non uscirne più, era stato condannato definitivamente a 6 mesi per abuso d'ufficio a proposito dell'acquisto con denaro pubblico di 462 ingradimenti fotografici, alla modica cifra di 800 milioni di lire; e si era salvato due volte per prescrizione nella Tangentopoli messinese (condanna in primo grado a 1 anno e mezzo) e in quella per le spese folli di Taormina Arte (peculato). Infatti era stato subito promosso tesoriere del partito, l'uomo giusto al posto giusto.

Ma come li sceglie, Casini, i dirigenti del suo partito: dai mattinali di questura? Il dubbio cresce se si guarda al pedigree del segretario Udc Lorenzo Cesa: arrestato a Roma nel 1993, condannato in primo grado a 3 anni e 3 mesi per corruzione aggravata nello scandalo Anas (intascò mazzette per 30 miliardi di lire per conto del ministro Prandini), Cesa si salva per un cavillo procedurale dopo aver confessato in un verbale che si apre così: "Intendo svuotare il sacco". Linguaggio degno di Gambadilegno più che di un leader "moderato".

Ora pare che lo sherpa usato dall'Udc per accalappiare la pattuglia di deputati Pdl che han costretto il Cavaliere alla resa fosse Paolo Cirino Pomicino, che vanta una condanna per finanziamento illecito e un patteggiamento per corruzione.

Forse, prima di allearsi con Casini, gli andrebbe chiesto come spiega questa formidabile concentrazione di malandrini tutt'intorno a sé: è solo sfortunato nelle amicizie, è attratto dai borderline, o c'è qualcos'altro che dobbiamo sapere? 

martedì 29 novembre 2011

DIFFICILE STAR SVEGLIO... E POI C'E' LA PRESCRIZIONE........

Ieri l'ometto, ormai defluito ai margini della vita politica, si è recato in tribunale, a Milano, per l'udienza del processo Mills. Hanno colpito un paio di frasi che si è fatto sfuggire in uno dei suoi frequenti momenti di scarsissima lucidità.

La prima:  "Difficile stare sveglio in quest'aula"

Da statista ed ex uomo di governo B. esplicita ancora una volta tutto il suo rispetto per istituzioni terze e per il potere giudiziario. Lui, di fronte a chi lo giudica dorme. Si anestetizza. Cade in un dolce riposo post bunga bunga. Mitico.....

La seconda:  "Questo processo non sortirà alcun esito perchè a Febbraio scatterà la prescrizione"

E qui, consentitemelo, c'è tutto il più becero berlusconismo.  Insomma, poco importa se ha corrotto un testimone per salvarsi le chiappe, poco importa se con il vil denaro riesce sempre a farla franca, poco importa se da uno che per tre volte è stato premier davanti ad un reato così grave ci si aspetti chiarezza e lealtà istituzionale. No, lui approfitta di leggi che si è cucito su misura e che hanno accorciato la prescrizione. Se la ride e manda tutti a remare. Perchè "tanto, a Febbraio, scatta la prescrizione...."

Ora capite perchè, a prescindere dalla grave situazione economica del momento, c'è comunque da festeggiare che questo omuncolo non ci rappresenti più ?


MINZOLINI: L'IN-CREDIBILE

Il Tg5 stacca il Tg1: cinque punti di share
Minzolini: «Non mi dimetto, la colpa è del Gp»

Distacco record, mai così alto. E secondo due studi, l'affidabilità del notiziario di Rai 1 è pari a quella di Studioaperto e Tg4

Clemente Mimun e Augusto Minzolini Non era mai successo prima: nella eterna gara agli ascolti più alti, il Tg5 delle 20 di domenica di Clemente Mimun ha staccato il Tg1 di Augusto Minzolini. Ben 5 punti percentuali, record assoluto: il notiziario principe di Mediaset ha totalizzato 5.295.000 spettatori con il 20,41% di share, mentre il concorrente ha registrato 4.178.000 con il 16,08%.
IL TG3 SALE - Se in casa Rai scendono dunque le azioni di Minzolini, salgono invece quelle di Bianca Berlinguer: l'edizione, sempre di domenica sera, del Tg3 delle 19, con il 17,69% ha avuto lo share più alto di tutti i telegiornali nazionali della Rai della serata. Ottimo il risultato anche in termini di telespettatori che sono stati quasi 3.700.000.

LA REAZIONE DI MINZOLINI - Augusto Minzolini non ci sta e nonintende lasciare di sua spontanea volontà la direzione del Tg1. Per lui la questione dei dati d'ascolto è «una fiera dell`ipocrisia e della faziosità e tante strumentalizzazioni»sono finalizzate «a creare le condizioni per rimuovere il sottoscritto per ragioni squisitamente politiche». E il direttore prosegue:«Se vogliono, e se pensano di riuscirci, lo facciano pure. Io non me ne vado. Ma non accampino alibi che sono un`offesa al buon senso». Secondo Minzolini la colpa del k.o. è del « gran premio del Brasile, con annesso l'inutile programma di commenti fine gara. Il Tg1 perde la gara di ascolti con il Tg5 perchè al posto del traino pre-serale l'ereditá, ha un handicap pre-serale».

AFFIDABILE COME TG4 E STUDIOAPERTO - E secondo una ricerca, il Tg1 avrebbe la stessa credibilità e affidabilità, nel selezionare le notizie e nell'offerta, del Tg4 e Studioaperto: è questo uno dei dati che emerge dalla mappa dei tg secondo la percezione degli spettatori, sulla base di uno studio presentato luned' da Massimo Scaglioni, dell'università Cattolica di Milano, nel corso di una tavola rotonda sull'informazione. «Ai tg gli spettatori chiedono di selezionare le notizie veramente importanti e quindi di non nasconderle - spiega Scaglioni - Abbiamo realizzato una mappa dei tg secondo la percezione degli utenti circa la credibilità e l'estensione dell'offerta delle notizie». Così si è visto che il Tg1 «è stato paragonato alle reti commerciali - continua Scaglioni - mentre sono percepiti come servizio pubblico Tg3, il tg de La7 e quello di Skytg24 per la loro estensione e quantità».

POCHI APPROFONDIMENTI E POCHE HARD NEWS - anche un altro studio presentato da Gianpietro Mazzoleni dell'università degli Studi di Milano, conforta le conclusioni della ricerca di Scaglioni: «In Italia sono stati analizzati Tg1, Skytg24, Corriere e Repubblica - sottolinea Mazzoleni- e si è visto che la rete pubblica italiana è quella che ha approfondito meno e dato meno hard news, come le notizie di economia, politica e giustizia, rispetto ai media commerciali. I tg commerciali sono risultati i più attivi nel sottolineare le implicazioni sociali delle notizie, mentre quelli pubblici sono i «più attenti a personalizzare» le notizie.
 
www,corriere.itù

lunedì 28 novembre 2011

IL POPOLO DEGLI INTELLIGENTI

Alfonso Marra, Sara Tommasi e Domenico Scilipoti, hanno radunato l'altro ieri "Il Popolo degli Intelligenti" neo movimento intellettual politico che si oppone atavicamente al governo Monti. Dicono che conquisteranno Montecitorio e che il loro motto è "Stato, famiglia e cristianità".

A contorno dell'evento, Sara Tommasi, si è esibita in maniera succinta e cristiana.

Così:





MA QUANDO ADEGUIAMO TUTTO IL RESTO ?

Ci dicono che bisognerà introdurre l'ICI. Perchè noi italiani siamo gli unici in Europa a non avere una tassazione sulla prima casa ed allora bisogna adeguarsi. Ci dicono che bisognerà andare in pensione a 65/70 anni. Eh già, noi italiani con le nostre pensioni di anzianità rappresentiamo un'anomalia. Nessun altro paese europeo infatti pensiona un operaio o un impiegato a 58 anni d'età. Ci dicono che dovremo aumentare la percentuale di tasssazione Iva di un paio di punti. La Grecia tassa determinati beni di consumo con una percentuale del 23%, mentre noi siamo fermi ad "appena" il 21. Il che, ovviamente, è una bestemmia..

Dobbiamo adeguarci insomma. Ovvero prendere il peggio che c'è in giro ed emularlo.

Bene, ora vorrei sapere quando adegueremo la nostra bolletta energetica (la più cara al mondo) a quella tedesca o inglese (di circa 500/700 euro l'anno più leggera). Poi vorrei che qualcuno mi spiegasse quando adegueremo il nostro sistema di welfare (soprattutto in relazione agli assegni familiari ed alle agevolazioni riconosciute a chi ha figli) a quello che ne so, francese (decisamente molto più benevolo verso i nuclei familiari). Poi, fateci sapere quando adegueremo la sicurezza nei nostri luoghi di lavoro a quella della media europea (noi italiani siamo quelli che sono più colpiti da morte bianche sui luoghi di lavoro, ovviamente...). E già che ci siete fateci anche sapere quando adegueremo le nostre scuole a quelle austriache o tedesche o olandesi, per strutture ed organizzazione.

Insomma, visto che parliamo di adeguarci, facciamolo.
Ma facciamolo a 360 gradi.

Perchè di fare la figura dei pirla, consentitecelo, ci siamo un pò rotti le balle.

CONDANNATO, CIOE' INNOCENTE

Marco Travaglio - IL FATTO QUOTIDIANO

Confidando nella scarsa memoria storica degl’italiani, che evapora dopo due giorni come quella dei pesci rossi, si tenta di far   dimenticare mostri come la P4 proprio mentre il patteggiamento del protagonista Luigi Bisignani conferma platealmente la fondatezza delle accuse dei pm di Napoli e la vergogna di politici, manager e giornalisti che pendevano dalle sue labbra. Se un personaggio di quel calibro, iscritto alla P2, condannato per Enimont, uomo di Andreotti, poi di Letta e sempre del Vaticano, confessa e accetta una condanna a 1 anno e 7 mesi di carcere per 10 imputazioni di associazione per delinquere, concussione, corruzione, ricettazione, favoreggiamento e rivelazione di segreti, è chiaro che ne ha fatte di cotte e di crude.      La relativa esiguità della pena deriva dagli sconti per la collaborazione con la giustizia e per il patteggiamento, senza i quali avrebbe sfiorato i 4 anni. E poi i 19 mesi si sommano ai 2 anni e 6 mesi già totalizzati per Enimont, che impediscono a Bisi di usufruire della sospensione condizionale e dunque, una volta definitivi, li sconterà in carcere o in affidamento ai servizi sociali. E, quando sarà sentito nel processo agli altri associati a delinquere, tipo Papa, sarà testimone e dovrà dire la verità, senza potersi avvalere della facoltà di tacere. Bene, una notizia di questa portata è confinata dal Corriere in un   trafiletto a pag. 29, mentre sul Giornale il povero Sallusti la ribalta addirittura: “È l’ennesimo flop della Procura di Napoli che si era inventata un complotto ai danni dello Stato che non è mai esistito… Fiumi di fango su politici, ministri, giornalisti. Un clima fetido che ha minato la maggioranza e non certo agevolato la lotta alla crisi economica. Ecco, non era vero nulla. La società segreta non è mai esistita. E adesso chi paga per questa ennesima patacca mediatico-giudiziaria? Più che di un governo tecnico, il Paese   avrebbe bisogno di una magistratura tecnica che commissari quella togata”. Un tempo era innocente chi veniva assolto. Poi si raccontò che era innocente anche chi veniva prescritto (soprattutto uno). Ora, nell’ultima frontiera della logica sallustiana, è innocente pure chi viene condannato, anzi concorda addirittura la condanna. E proprio il fatto che uno si accolli 1 anno e 7 mesi di carcere dimostra che non c’entrava nulla, non era vero niente, le accuse erano infondate e non dev’essere lui a pagare, bensì la Procura. Ma quando arriva l’ambulanza?

Luigi Bisignani

domenica 27 novembre 2011

L'AKKORDO

IN BOSSI VERITAS


Ebbene si. Ora che il leader leghista non è più marcato stretto dalle sue badanti e può parlare liberamente ci sarà da divertirsi. Ora che non dovrà più recarsi ogni lunedì sera a quelle noiose cene con Berlusconi a Villa San Martino dove si parlava del sogno del federalismo,  Bossi è un uomo finalmente libero. E può togliere ogni tipo di freno inibitorio alla propria lingua.
L'altro ieri ha iniziato il suo personalissimo show: ci ha raccontato che B. si è dimesso perchè altrimenti le sue aziende avrebbero toccato valori borsistici da temperatura polare. Certo, ogni persona cerebralmente normo dotata non aveva certo creduto alla storia dell'ometto che motivava le sue dimissioni con la scusa del grande "senso di stato".  Ma sentirselo da dire da un Bossi in versione nuda e cruda, lo ammetterete, ha un altro valore. Chissà quante altre ce ne racconterà nei giorni a venire. Ora che non sono più amici. Ora che uno siede all'opposizione e l'altro sostiene il governo Monti che gli deve salvare le proprie aziende.  Ci sarà da divertirsi. State sintonizzati....

sabato 26 novembre 2011

MAFIA SPA, LA PRIMA IMPRESA DEL PAESE

L’usura uccide cinquanta imprese al giorno

Ogni ora chiudono due imprese commerciali a causa dell’usura. D’altra parte, Mafia spa è una delle prime holding del paese con un fatturato di 138 miliardi di euro e utili per 78 miliardi. Sono questi i numeri dell’ultimo rapporto Sos Impresa di Confesercenti, che ha elaborato anche un vero e proprio bilancio che voce per voce analizza dal punto di vista economico un vero e proprio freno illegale alla concorrenza e alla crescita.
Leggi il resto qui

FATECI SAPERE DI CHE MORTE DOBBIAMO MORIRE

Ma come ? Tutti ad elogiare Napolitano che in due giorni netti è riuscito a far approvare la legge di stabilità e toglierci dalle palle B. per affidare l'incarico ad un qualcuno di più competente (e non ci voleva molto a trovarlo....) ed ora il neo governo presieduto da un Monti impegnato in  una settimana di (doverosi) viaggi e meeting europei si riunisce (ieri) e discute di ratifica di alcuni accordi con gli Stati di San Marino, Isole Cook e Mauritius ? Ma non dovevamo avere fretta ?

E contemporaneamente la Merkel, da Strasburgo ci dice che il piano di risanamento italiano che noi non conosciamo è impressionante ?

Eh no cazzo. Datevi una sbrigata e diteci di che morte dobbiamo morire !!!!!!

NO TAXATION WITHOUT REPRESENTATION

Niente tasse senza legalità (di Paolo Flores d’Arcais)

Il Fatto Quotidiano  25 Novembre 2011


mario-monti
Niente tasse senza democrazia (“notaxation without representation”) fu la bandiera della rivolta americana che portò all’indipendenza, e poco più tardi del Terzo Stato a Parigi e in tutta la Francia. Perché la Nazione è appunto “bene comune”, incompatibile col privilegio. Aggiornata all’Italia del governo Monti suona perciò: niente sacrifici senza legalità.

Non si può chiedere a decine di milioni di cittadini onesti di risanare le casse dello Stato rinunciando a qualcosa delle sudate pensioni o dei piccoli patrimoni messi insieme in una vita, se poi si continua a garantire spudorata impunità ai signori della grassazione continua, ai rapinatori delle cricche d’establishment, ai gaglioffi del potere che hanno trasformato lo Stato in “Cosa loro” e trattato ogni ente e risorsa pubblica come privatissima proprietà, spolpandoli e dunque derubandone i cittadini cui la “cosa pubblica” in democrazia appartiene.

La Grande Malversazione scoperchiata da Mani Pulite vent’anni fa era infatti ben poca cosa, e imbrigliata nel controllo dei capipartito e capicorrente, se paragonata alle scorrerie senza più argini cui ha dato il “la” il regime di Berlusconi, per il quale “governo”, “potere” e “patrimonio” sono sinonimi (quando sono i suoi).

Da Tangentopoli a Criccopoli il salto è abissale, e non a caso stava trascinando l’Italia intera nell’abisso, perché il crimine è stato non solo praticato (accadeva già in quantità industriale con democristiani e socialisti ), ma teorizzato, esaltato, spudoratamente esibito, trasmutato in “leggi ad personam”: santificato come virtù. E nemici del popolo sono diventati, con parossistico linciaggio mediatico, i magistrati che qualche crimine del potere provavano ancora a perseguire. Si illude perciò il professor Monti se pensa di poter affrontare e avviare a soluzione la questione economica senza prendere insieme di petto la questione morale, il cancro dell’impunità per “eccellenti” e altri boiardi che in questi anni di buio civile hanno messo a sacco il paese, cioè la nostra “proprietà comune”, tra grandi opere, protezioni incivili, aziende a controllo governativo e tutte le P (3, 4 …n) della destra criminal-cialtrona che ha ridotto l’Italia in macerie.

Chieda pure sacrifici (“da ciascuno secondo le sue possibilità”, però: di ricchezza reale, non di infedeli dichiarazioni di reddito) ma non dia più copertura ai ladri, soprattutto se ai vertici. Una legge “americana” su falso in bilancio e ostruzione di giustizia sarebbe un inizio promettente per un nuovo “contratto con gli italiani”. Quelli onesti.

 

venerdì 25 novembre 2011

MANGIO' VERDURE DI FUKUSHIMA. ORA HA LA LEUCEMIA

Mangiò verdure di Fukushima, star tv con leucemia
Norikazu voleva dimostrare che non c'era nulla da temere
(Grazie a quotidiano.net)
Subito dopo l’incidente, provocato dal forte terremoto e dallo tsunami, le autorità di Tokyo restrinsero la vendita di determinati prodotti alimentari. Quando il divieto fu tolto i giapponesi non si fidavano e così il presentatore tv mangiò in diretta cibo della zona contaminata



Tokyo, 25 novembre 2011 - Voleva tranquilizzare la popolazione giapponese a aiutare gli agricoltori locali dopo il grave incidente nucleare di Fukushima dello scorso marzo, e per questo ha mangiato davanti alle telecamere delle verdure coltivate nelle vicinanze della centrale danneggiata.
Ora però a Otsuka Norikazu, famoso presentatore della tv giapponese, i medici hanno diagnosticato una leucemia linfatica acuta. Lo riporta il sito web del quotidiano spagnolo El Mundo.
Subito dopo l’incidente, provocato dal forte terremoto e dal sisma che ha colpito il Giappone lo scorso marzo, le autorità giapponesi proibirono alla popolazione di avvicinarsi all’area contaminata e restrinsero la vendita di determinati prodotti alimentari, come il latte e le verdure, provenienti da Fukushima.
Alcune settimane dopo il governo ha revocato tali restrizioni, ma la popolazione continuava a non fidarsi e a non comprare i prodotti considerati a rischio per la fuoruscita di radiazioni.
Per convincere i giapponesi che non c’era nulla da temere Yusuhiro Sonoda, esponente del Partito Democratico al potere, ha bevuto davanti alle telecamere un bicchiere di acqua proveniente dalla centrale, opportunamente trattato.
Analogamente, il presentatore Otsuka (63 anni) ha mangiato in diretta tv verdure di Fukushima, insieme alla sua collaboratrice. Pochi giorni dopo i medici gli hanno diagnosticato la leucemia. Otsuka non si è perso comunque d’animo e ha promesso che tornerà in tv la prossima primavera.

IN PENSIONE A 70 ANNI ? ECCO COME SI LAVORERA' NEGLI UFFICI......

Questa che segue è una rappresentazione, per immagini, di cosa accadrà negli uffici allorchè verrà sancito per legge il diritto di pensionamento al compimento dei 70 anni.......



Un grazie all'amico Alberto per la segnalazione.

ONOREVOLE BIANCOFIORE.... TORNI A SCUOLA !!!!!

Gian Antonio Stella - IL CORRIERE DELLA SERA

La "tettonica" On. Biancofiore


«A scuola, allora, si cominciava con le aste, centinaia di aste su quaderni a quadretti con la matita, non ancora col pennino e l'inchiostro. Poi, si passava alle vocali; poi, alle consonanti; poi, all'assemblaggio di una consonante e di una vocale; quindi, si congiungevano le sillabe per formare parole. E si copiavano parole dal sillabario e si facevano schede d'esercizi. Esercizi che duravano dei mesi...».

Ecco, l'onorevole ripetente Michaela Biancofiore dovrebbe ricominciare da quell'ultima intervista data da Leonardo Sciascia a Le Monde prima di morire. Riparta dalle aste. O almeno dalle vocali: a-i-u-o-l-e. Perché una cosa deve mettersela in testa: deve piantarla di difendere l'italianità dell'Alto Adige commettendo strafalcioni mostruosi non solo per un deputato ma per un somaro della seconda elementare. Si è schiantata sugli accenti («dò», «stà», «pò»), ha detto che gli avversari la vogliono «distrutta, annientata, denigrata, scanzonata» (voce dello sconosciuto verbo michaeliano «scanzonare»), ha inventato «l'amantide religiosa». Creatura che, con l'apostrofo lì, è ignota in natura. Insomma: un disastro.

Prendiamo la sua ultima battaglia, contro la rimozione, dalla parete del Palazzo degli Uffici finanziari di Bolzano di un altorilievo che raffigura il Duce a cavallo. Ricordate? Berlusconi fece con Durnwalder nell'autunno 2010 un accordo scellerato: la Svp s'impegnava a non votare, in quel momento delicato, la sfiducia a Bondi e in cambio Roma dava ciò che nessun esecutivo, di destra o sinistra, aveva mai concesso: lo stop ai restauri del monumento alla Vittoria, la rimozione dell'altorilievo e lo spostamento del monumento all'Alpino di Brunico. Tre simboli dell'italianità vissuti dalla Svp come ferite. Bene: mentre scoppiava la rivolta, la ripetente «pasionaria» pidiellina se ne restò muta: «Invito tutti alla calma. Il governo ha già abbastanza problemi».

Entrata tardi in battaglia per amore berlusconiano, la Biancofiore ha però ragione: non c'è senso a rimuovere l'altorilievo. Come ricorda nel libro "Non siamo l'ombelico del mondo" Toni Visentini, che certo non è un italianista fanatico, «la piazza non è mai stata vissuta (ed è opportuno che non si cominci ora) come "fascista"» anche perché «il bassorilievo - splendido - è opera di un grande scultore bolzanino di lingua tedesca, Hans Piffrader». Cosa resterebbe se i posteri avessero distrutto tutti i ritratti di Giulio Cesare e Luigi XIV, papa Borgia o Ezzelino da Romano? Ormai è lì, ci mettano una targa che spieghi la scelta di non distruggere l'arte nonostante le infamie del Duce e fine.

Ma in nome dell'Italia, dell'italianità e della lingua italiana la Biancofiore la smetta di scrivere, come ha fatto su carta intestata, spingendo Emiliano Fittipaldi a riderne su l' Espresso, che si trattò di un accordo preso «senza sentire n'è i dirigenti del Pdl n'è verificare la sensibilità dei nostri elettori...». Ma chi l'ha promossa in terza elementare? Pensa di avere, come deputata, l'immunità ortografica?


LA REPLICA DELLA ONOREVOLESSA.... (In rosso i commenti del blogger Tafanus...)

Caro direttore,
mi consenta di usufruire del diritto di replica nei confronti del giornalista Gian Antonio Stella che da anni, precisamente dal 2003, mi perseguita costantemente con un livore giustificabile solamente con motivazioni personali, che peraltro ignoro. Si tratta, ictu oculi, di un turpe attacco personale che nulla ha a che vedere con pur legittime differenze di pensiero o orientamento politico. Questa volta Stella ha oltrepassato ogni limite, costringendomi anche a riservarmi di adire le vie legali. Intendo quindi replicargli, pur non esprimendo con ciò alcuna considerazione personale di (circa) un giornalista che non conosco e che ignora tutto di me.

Gli replico soprattutto per mia madre, che è stata insegnante, e ha seguito il mio percorso scolastico, oggi gravemente malata, e che non ha bisogno di altri dispiaceri, per la memoria di mio padre e per i professori che hanno contribuito alla mia formazione - anche e soprattutto sul piano morale - e che non finirò mai di ringraziare. Non (si) meritano, loro che hanno studiato per una vita, hanno vinto concorsi su concorsi e sono stati allievi in qualche caso anche dei più grandi letterati italiani (la mia professoressa di italiano delle superiori Gabriella Cenci è stata allieva di Ungaretti), che una penna velenosa in maniera sgradevole e meschina, discrediti indirettamente anche loro che mi hanno educato, promuovendomi alla vita (anche all'esame di diploma, ahimé...)

Di tutto ciò che riporta Stella nel suo pezzo patchwork pubblicato sul Corriere di mercoledì 23 novembre, la sola questione degli accenti merita una spiegazione, per i lettori, per i miei elettori e per i miei colleghi e amici. La questione degli accenti Stella la riprende dalle mie tesi congressuali del 2003 che stupidamente ebbi l’ardire di consegnargli pensando di trovarmi innanzi a uno dei più grandi giornalisti italiani che aspirava a conoscere il mio progetto politico (...no... è evidente che fosse lei ad "aspirare", non Gian Antonio Stella... NdR) e non a una persona che era in cerca di appigli per fare del male e distruggere senza alcun motivo la (mia) credibilità personale.

Ho scritto un po’ con l’accento sulla o, è vero, non come lo vedete ora, perché chiunque usi un computer sa che si trovano le lettere già accentate, e che per mettere l’accento di lato devi (si devono) fare tre mosse (due) con la mano molto poco pratiche quando si scrive in velocità. E così è valso per altri casi. Sarei stata ignorante se avessi scritto «un apostrofo po’» (?) non come era evidente a chiunque non fosse animato da pregiudizi faziosi, l’aver messo accenti certamente fuori posto ma dettati dalla comodità delle nuove tecnologie (...si scomodi pure, onorevolessa...) Chiunque possieda un iPad può provare in questo istante a scrivere «ne» con l’accento e si troverà un «n'è apostrofato» (...strano, a me non capita...). Il resto sono refusi di stampa (?) dovuti ai programmi dei computer che tutti coloro che li usano regolarmente sanno che correggono automaticamente gli scritti facendoti incappare in facili errori (...no, onorevolessa... i correttori durante la scrittura si possono disattivare. E comunque è buona norma dare una guardatina, vero, prima di mettere in circolo? E se il "correttore trasforma "per puro caso" in "per puro cazzo" lei che fa, manda in giro comunque? Dimenticavo... Lei appartiene alla stessa scuola di giardinologia della MaryStar, quella "dei carceri minorili" e dell'egìda...)

Certo mi assumo la mia responsabilità nel non aver riletto attentamente quanto spedito. Per dovere di precisazione (?), in aggiunta, rendo noto che mi sono diplomata nel 1989 con 60/60 di allora (oggi 100/100) all’Istituto magistrale statale, sottolineo statale, Gregorio Elladio di Spoleto, città nella quale vivevo in collegio in quanto orfana di dipendente statale e ho avuto l’ardire di fare il compito di italiano e di prendere pure nove! E la commissione, per buona pace di Stella, a quei tempi era esterna. Ora, se lui pensa di poter giudicare tutti i professori d’Italia faccia pure, ma quelli che ho citato sono fatti mentre le sue sono solo parole cattive che non rendono onore nemmeno alla categoria giornalistica

on. Michaela Biancofiore, Pdl 24 novembre 2011 | 7:39

LA CONTROREPLICA DI STELLA:

È una «comodità delle nuove tecnologie» anche scrivere «stà» con l’accento? Nessuna persecuzione: l'onorevole la smetta di fare errori da matita blu (i cugini di An la derisero anni fa per un comunicato che faceva a cazzotti «con la semantica, con la grammatica, con l’ortografia, con l’etologia e finanche con la matematica e con la letteratura greco-latina») e saremo felici di dimenticarci di lei. Del resto sono anni che sui suoi strafalcioni si dilettano anche i giornali locali. Basti dire che l’altro ieri sull’Alto Adige il prof. Giancarlo Mariani, rievocando una lontana bocciatura, la chiamava «onorevole s’ignorina». Dove l’apostrofo sbagliato, informiamo la deputata, era voluto.

(Gian Antonio Stella)

IL PENDOLARE APPIEDATO

Sta già succedendo. La politica scellerata dei tagli lineari Tremontiani degli ultimi due anni sta purtroppo producendo i suoi fisiologici risultati.  Del resto, come si può fronteggiare il disagio conseguente al continuo aumento della benzina ?  Cancellando il trasporto pubblico locale, of course......

GLI IMMIGRATI VOTANO A DESTRA

Se qualche leghista leggesse questo post, forse, cambierebbe idea sulla questione della cittadinanza italiana ai figli degli immigrati......

SOTTOSEGRETARIO AD INTERNET

Sembra che il neo governo Monti prevederà la figura del sottosegretario ad internet.

Scusate, forse per voi è una iniziativa banale, ma a me sembra una misura di valore epocale.

giovedì 24 novembre 2011

URLO DI DOLORE

Di Massimo GRAMELLINI - LA STAMPA

Ministro Passera, immagino sia rimasto sconvolto anche lei dalla notizia dell’ennesimo suicidio di un imprenditore italiano. Giancarlo Perin da Borgoricco, un nome che oggi suona quasi beffardo, si è impiccato alla gru della sua azienda edile nel Padovano. Lascia una moglie, due figli e decine di dipendenti ai quali temeva di non riuscire più a pagare lo stipendio, schiacciato com’era fra debitori insolventi, commesse latitanti e banche che con un eufemismo chiamerei insensibili ma che lui, nella lettera scritta alla famiglia prima di uccidersi, ha definito «avide».

Concorderà, ministro, che certi epiloghi non possono essere liquidati alla voce «attacco depressivo». Il dramma di quell’uomo rispecchia la condizione quotidiana di migliaia di piccoli imprenditori che non dormono più la notte e quando ci riescono non fanno sogni ma incubi. Uno in particolare: di fallire e veder scivolare le proprie aziende nelle mani di finanzieri che di notte invece dormono benissimo, perché non vivendo sul territorio ignorano le storie e le facce delle persone la cui vita dipende dalle loro decisioni.

So di non dirle nulla di nuovo. Ma di fronte al corpo di un imprenditore che penzola da una gru dopo l’ultima disperata e vana visita in banca, mi sembra giusto sottoporre alla sua attenzione di ex banchiere e neo-ministro dello Sviluppo l’urlo di dolore che risuona nel Paese e pretende, accanto a risposte strategiche, anche altre più immediate: di buon senso e, in molti casi, di semplice e rivoluzionario buon cuore.

MA LA LEGA CHE PARLA DI COSTITUZIONALITA' NON VI FA RIDERE ?


E' bastato che Giorgio Napolitano proponesse di dare la cittadinanza ai figli di immigrati nati nel nostro paese (misura in atto in quasi tutti i paesi civilizzati) ed i fazzoletti verdi hanno subito rispolverato i famosi forconi. La cosa più comica è che si sono permessi di giudicare la proposta addirittura "anticostituzionale". Ohibò.... I Leghisti che parlano, sulla Padania, di incostituzionalità, sono uno spettacolino che qualche piccolo commento, consentitemelo, lo meritano tutto......

Cosa vogliamo dire a tal proposito dell'articolo 1 dello Statuto della Lega Nord mai abolito e tutt'ora in vigore ?  Eccolo qua, leggiamolo insieme:



Indipendenza della Padania ? Il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana ?

Ma come, ma l'articolo 5 della Costituzione, non recita che l'Italia è UNICA ED INDIVISIBILE ?

Un leghista che parla di costituzionalità di un provvedimento è paragonabile a Rocco Siffredi che tiene lezioni di astinenza sessuale.

Patetico.

mercoledì 23 novembre 2011

LE AMNESIE COLLETTIVE DEI LEGHISTI

Vi chiedo scusa. Oggi dedico tre post ai leghisti. Per festeggiare. Perchè il solo pensiero che il governo del mio paese non sia più composto da chi sputa sulla bandiera o la vorrebbe usare come carta igienica, o da chi si esprime con pernacchie e diti medi, mi trasmette un enorme sensazione di felicità.
Insomma, sono uno che si accontenta di poco.
Poi oggi, dedicandomi al cazzeggio sulla rete, mi è capitato di vedere un video che riassumeva il peggio del peggio degli ultimi tre anni delle gesta di Bossi. Cose di cui vergognarsi abbondantemente, se solo non appartenessero al passato. Purtroppo, recente.



I fazzoletti verdi finalmente sono usciti dall'ambiguo atteggiamento di doppia personalità che hanno dovuto perpetrare fino alle dimissioni di B. e del suo governo. Finalmente, da ora in poi, potranno tornare a fare opposizione cruda e nuda. Tanto che quando si è trattato di esprimersi sul  decreto "Roma Capitale",  non ci hanno pensato due volte negando il loro consenso a quel provvedimento.
Poco importa se, nell'ambito di un progetto federalista, proprio Calderoli fosse stato ispiratore del decreto "Roma capitale".
Infatti, non a caso, proprio ieri il Senatore Augello (PDL) dichiarava:

"Dispiace che così tanti colleghi della Lega siano stati colti, nel commentare l’approvazione del secondo Decreto su Roma Capitale, da uno stravagante caso di amnesia collettiva. Il Decreto nasce dall’azione di governo dell’esecutivo di Silvio Berlusconi e anche dalla illuminata capacità del collega Calderoli di segnare consapevolmente quell’esperienza con le norme sul federalismo con il quale si sono ribadite le prerogative di Roma Capitale e di cui il Decreto di oggi costituisce soltanto l’inevitabile attuazione".

Bene, che nessuno ora osi ricordare ai discepoli di Alberto da Giussano che appena 9 mesi fa, in  piena sindrome da "dipendenza da Arcore" hanno votato, nessuno escluso, la tesi che si, Ruby fosse la nipote di Moubarak.

Immagino che se quella votazione si fosse svolta oggi, i leghisti, avrebbero presidiato la Camera dei Deputati schiamazzando ululanti improperi verso la nota escort marocchina che si prostituiva a Villa San Martino. Chiedendone l'allontanamento coatto dai nostri confini.

Altro che nipote di Moubarak......

La lega è tornata insomma. Nuda e cruda.
E quella che faceva parte dell'esecutivo, qualora non lo aveste capito, altro non era che una succursale padana  del Sultanato di Berlusconia,  in visita occasionale a Roma ladrona.

Al governo a sua insaputa.........



FACCIAMO DOPO LE FESTE

Grazie a "On The Nord"

L’annuncio è arrivato in pompa magna: passiamo all’opposizione e riapriremo il Parlamento padano, il 4 dicembre. Bello, peccato che si siano dimenticati che il Parlamento padano è un parlamento in affitto.
Il signor Mario Maistrello, proprietario di Villa Bonin Maistrello a Vicenza e dell’annesso ristorante “Le tre Grazie”, dove avrebbe dovuto riaprire il Parlamento del Carroccio, dichiara che – dispiace – ma è tutto occupato:

Il signor Bossi
"si è dimenticato di prenotare, e da qui a Natale noi siamo pieni. Una telefonata questi signori potevano anche farla…
Col mio legale abbiamo diffidato direttamente il signor Bossi, che io conosco bene, non solo dal venire, ma dall’usare in modo inopportuno il nome di Villa Bonin. Vorrei vedere lui, se mi presentassi io con gli amici per una festa a via Bellerio, all’improvviso…"
Quindi, o si cambia parlamento o rimandiamo tutto a dopo le feste......

GLI STRANIERI NON VOGLIONO GLI STRANIERI

Metilparaben sui leghisti. Assolutamente geniale..........

martedì 22 novembre 2011

IL MERITO DI MONTI ? AVER DETTO LA VERITA'

Sta già iniziando il tiro al piccione contro il governo Monti. Gente indignata per la reintroduzione dell'ICI, per l'ipotetico aumento dell'IVA o per una penalizzante riforma delle pensioni. Misure lacrime e sangue. Che non sapremo se il parlamento italiano poi tramuterà in legge e renderà effettive.
O magari respingerà prepensionando Monti ed i suoi ministri.

Io non sono ne un politologo ne un economista. Ma un grazie a Monti lo dico a prescindere.

Perchè questo "sobrio" personaggio ci ha raccontato la verità. Ci ha finalmente detto che siamo in una situazione quasi disperata. Insomma, i ristoranti e gli aerei non sono tutti pieni ed il quadro generalizzato è decisamente critico.
Molto critico, quasi disperato.

Il governo Monti è un ambulanza. Viene a raccogliere il ferito gravissimo. Lo porta in ospedale, al pronto soccorso prima ed in terapia intensiva poi.

Non vi sta bene ? 

Fate come volete. Io da sempre preferisco il pronto soccorso e la terapia intensiva alla camera mortuaria.

Al funerale certo preferisco la lunga agonia,  con una piccola speranza di guarigione.

LA CORTE DEI CONTI DA' I NUMERI SULL'EVASIONE FISCALE ITALIANA

Grazie a Borsaitaliana

Le sfide che si pongono davanti all’Italia non sono poche, né banali. Le difficoltà risultano moltiplicate, poi, dalla zavorra delle cattive usanze che il Paese si porta dietro, quali l’evasione fiscale. Secondo rilevazioni della Corte dei Conti, il nostro Paese sarebbe addirittura il secondo nella graduatoria internazionale per ammontare di gettito sottratto al Fisco.

Evasione: fa peggio solo la Grecia

L’allarme arriva in un’occasione ufficiale: è Luigi Giampaolini – presidente della Corte dei Conti – a certificare durante un’audizione in commissione finanze al Senato che l’evasione fiscale in Italia è al 18% del Pil, un dato che pone il nostro Paese al secondo posto della graduatoria internazionale dell’evasione, alle spalle della sola Grecia.

L’Iva è la tassa più evasa

Particolarmente indigesta – o forse troppo facile da evadere – è risultata l’imposta sul valore aggiunto, la famigerata Iva. In base ai calcoli della Corte dei Conti, il tasso di evasione dell’Iva arriva al 36%, inferiore esclusivamente a quello della Spagna.

L’Iva italiana, inoltre, secondo Giampaolino raccoglie meno fondi di quanto faccia lo stesso tipo d’imposta in ambito medio europeo perché il "rendimento dell'imposta italiana risulta intaccato dal livello e dall'estensione delle basi imponibili diverse da quella ordinaria, oltreché dai regimi speciali e di esenzione".

Pressione ed evasione fiscale

Come spiegato dal presidente della Corte dei Conti, la reale portata dell’evasione fiscale italiana si comprende se si considera il sistema fiscale del Belpaese nels uo complesso. Secondo Giampaolino, infatti, le effettive "implicazioni del fenomeno emergono ancora più nettamente quando si va a calcolare la pressione fiscale "effettiva", rapportando il carico impositivo solo al Pil "dichiarato" al fisco: la pressione fiscale effettiva va corretta verso l'alto, di circa 10 punti rispetto a quella "apparente", con l'effetto, così, anche di un ampliamento della distanza dai partners europei, a causa del nostro più alto tasso di evasione".

Evasione ed elevato livello di pressione fiscale forse si tengono per mano. Il dubbio viene ascoltando quanto ricordato, nella sua relazione, dal presidente della Corte dei Conti. Stando ai numeri, già oggi quasi il Fisco si impossessa di quasi il 43% del reddito degli italiani in regola con i versamenti e tale quota, nei prossimi anni, potrebbe salire ulteriormente (fino al 44,8% nel 2013 e ancora oltre successivamente) per effetto del taglio delle agevolazioni fiscali previsto dalla manovra di agosto e sulla scorta degli aumenti delle imposte locali che regioni e comuni saranno quasi obbligati ad adottare.

IL PARLAMENTO E LA FARSA DELLA GENEROSITA'

Di Bruno Tinti - IL FATTO QUOTIDIANO

La pace del re. Baroni che si azzuffavano come cani uggiolano sotto il trono di Monti. Il Parlamento coeso offre la sua fiducia al sovrano. Gli ultimi giapponesi resistono, ma non se li fila nessuno. Che è successo? Questi Fieramosca da operetta sono rinsaviti di colpo? Hanno capito che chi vince le elezioni deve amministrare il paese e non intrallazzare, arricchirsi, delinquere impunemente? Certo che no: ognuno ha le sue buone ragioni per chinare la testa.

B & C: tanto, se non ce andiamo, ci cacciano. Meglio raccontare la fiaba del “gesto di generosità”. Ma de che: generoso è chi dispone del suo; questi si sono dimenticati che erano al servizio del Paese e che andarsene dopo aver fallito può essere, tutt’al più, un gesto di coerenza.

Cosiddetta opposizione: sia come sia B & C ce li siamo levati di torno. Poteri forti o no, questi sempre meglio di quelli sono: competenza, stile, legalità, fiducia internazionale. Ci si potrà discutere.

Molti (tanti): la legislatura continua, stipendi, indennità, pensioni pure. Con il casino che abbiamo combinato in questi ultimi 5, 6 anni, le poltrone sono a rischio. Facciamoci dimenticare per un po’, prendiamo i soldi e stiamocene acquattati; che è un altro modo di scappare.

Tutti: Monti e i suoi tecnocrati ci privano delle nostre maschere di statisti: politicanti eravamo e politicanti restiamo; lo sappiamo noi e lo sanno o lo sapranno presto i cittadini. Ma per uscire dal buco nero in cui è finita l’Italia ci vogliono competenze che noi non abbiamo. Salvateci, per pietà.

lunedì 21 novembre 2011

L'ON. PAOLINI (LEGA NORD) GUADAGNA TROPPO POCO.......

Ma quali tagli alla casta...
La verità ?  Gli onorevoli guadagnano troppo poco.
Sentite cosa ha avuto il coraggio di dire l'On. Luca Rodolfo PAOLINI, allorchè (purtroppo....) il 28 Settembre 2011 ha avuto diritto di parola alla Camera dei Deputati:
"Noi prendiamo molto meno di tanti direttori, segretari comunali e dirigenti locali, che zitti zitti portano a casa molti più soldi con molto minore impegno orario. Infatti, se consideriamo un parlamentare medio – io mi considero un parlamentare medio – che viene qui il lunedì pomeriggio e se ne va il giovedì sera, fa circa 330 ore al mese.

Prendiamo 10 mila, 12 mila euro netti a seconda dei casi. Noi della Lega versiamo anche molto al partito, ma non tutti lo fanno. Noi portiamo a casa intorno ai 9.000 euro netti, con una busta paga di 20 o 25 euro l’ora. Sembra una cosa incredibile, ma se fate i conti è così. Allora, mi chiedo: è molto ? È poco?

Lascio il giudizio al popolo, ma guardiamo anche chi si impegna molto meno sul piano orario."

(Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)
L'On. PAOLINI (Lega Nord)

SI ALL'ICI ? SILVIO, MI SA CHE TI BUTTA MALE.......

Silvio Berlusconi, ieri, in una intervista al Corriere della Sera a proposito della reintroduzione dell'ICI....


I suoi fans su "Spazio Azzurro"  :

IL NUOVO STILE MONTI CONQUISTA TUTTI: LE MINISTRE INDOSSERANNO LE MUTANDE

Di Alessandro Robecchi

Annuncio choc del nuovo Presidente del Consiglio: per la prima volta a Palazzo Chigi le riunioni si faranno restando vestiti – Lunghe trattative con le associazioni dei camionisti, chiedono un nuovo calendario della ministra delle Pari Opportunità – L’ex ministro Rotondi compie un gesto irreparabile: legge un libro – Ristrutturazione a Palazzo Chigi: un bancomat al posto del palo della lap dance

Nemmeno un rutto o un dito medio alzato, nemmeno una barzelletta zozza dal Presidente del Consiglio, nemmeno un’occhiata fugace al sedere delle segretarie: la cerimonia di giuramento del nuovo governo Monti si è svolta nella più piatta sobrietà, segno di un netto cambiamento di stile rispetto al governo precedente. “E’ come passare dai lucertoloni dell’isola di Komodo a degli astronauti”, ha scritto la prestigiosa rivista Science, pubblicando una foto di Sacconi mentre divora un armadillo. Ma non tutte le voci concordano: ieri le home pages dei principali siti di escort erano listate a lutto e molte professioniste del settore si sono rivestite per protesta. In settimana, intanto, saranno al lavoro speciali squadre di bonifica addette alla ristrutturazione degli uffici dei nuovi ministri. Operazione complessa che prevede il ripristino di decenti condizioni ambientali: dall’ufficio del ministro Brunetta, per esempio, si dovrà rimuovere l’enorme mosaico rappresentante Biancaneve, mentre alle Pari Opportunità gli operai hanno chiesto di poter conservare i calendari della precedente ministra appesi alle pareti, naturalmente per testimonianza storica. Più impegnative le operazioni a Palazzo Chigi, nell’appartamento che spetterà al nuovo Presidente del Consiglio. I lavori in muratura per schiodare dal pavimento il palo della lap dance sono durati alcune ore, così come lo sgombero degli armadi, dove sono stati recuperati oltre trecento tanga leopardati, si dice usati durante le riunioni di lavoro. Giallo invece al ministero dell’economia per la scomparsa del precedente inquilino, il dottor Tremonti. Da giorni non si hanno sue notizie, i familiari sono preoccupati e le numerose segnalazioni giunte in questura – c’è anche chi l’avrebbe visto borseggiare un turista alla stazione Termini – si sono rivelate infondate. Per ora i ministri uscenti non hanno fatto drammi, nessuno si è barricato in ufficio minacciando di gettarsi dal sesto piano, cosa che ha un po’deluso il presidente della Repubblica.

domenica 20 novembre 2011

IL MIGLIOR PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEGLI ULTIMI 150 ANNI.....

Senza parole....

IMPERDIBILI

Eh si. I commenti dei lettori de IL GIORNALE di questi giorni, sono veramente imperdibili:


"OSCENO mettere un banchiere ministro dello sviluppo!!! Conflitto di interessi mostruoso! Silvio guarda cosa fanno questi!!!! Ritorna tu a governarci con braccio mite e giusto! Tu sei l'eletto del popolo non questa gente di bassa lega e moralità discutibile! Silvio! Silvio! Silvio! Silvio! Silvio! Silvio!"

"E cominciata la stagione dei ricchioni dei deputati trans, dei viados delle lesbiche e dei salami e mortadelle varie.BUON APPETITO".

"Non ce n'è uno/a bello...non può essere un governo vincente!"

sabato 19 novembre 2011

FUORI ONDA

A tutti quelli che rompono già infinitamente gli zebedei con il "governo dei banchieri e dei poteri forti" vorrei ricordare che fino ad otto giorni fa eravamo messi così :

L'UOMO DALLA SMENTITA AUTOMATICA

Libero, l'altro ieri:


La Repubblica, ieri :


MELINDA E MELINDA

Sempre più spesso, ultimamente, mi capita di anticipare i concetti espressi da Marco Travaglio nei suoi editoriali......


MELINDA E MELINDA - Marco Travaglio - IL FATTO QUOTIDIANO

Nel film “Melinda e Melinda” di Woody Allen, due autori teatrali discutono del senso della vita. Uno sostiene che è comica, l’altro che è tragica. E, per dimostrare ciascuno la propria tesi, s’inventano due storie parallele con la stessa protagonista: Melinda. Nella versione tragica, Melinda scopre che l’uomo che ama la tradisce con la sua migliore amica, e tenta il suicidio. In quella comica, Melinda s’innamora e si fidanza con un pianista. Ecco, anche il governo Monti può avere un pessimo finale o un lieto fine. Dipenderà da quello che riuscirà a fare, da quello che gli lasceranno fare, ma soprattutto da quello che sembrerà aver fatto. Checchè se ne dica, in questo Parlamento Monti ha più nemici che amici. Anche nei partiti che ora gli sorridono e lo incensano.  Perchè il Parlamento è lo stesso che fino a due settimane fa votava la fiducia al governo B. E addirittura approvava a gran maggioranza (614 deputati e 151 senatori) il via libera al conflitto di attribuzioni contro il Tribunale di Milano che pretende di processare B. per il caso Ruby, con la credibilissima  motivazione che B. telefonò in questura perché credeva Ruby la nipote di Mubarak. È a questa maggioranza che Monti e i suoi ministri dovranno chiedere il voto per le loro misure “lacrime e sangue”. E, a ogni giorno che passa di qui alle elezioni, siano esse anticipate nel 2012 o regolari nel 2013, quel voto si farà più difficile e improbabile. Del resto non si vede perchè B. (senza il quale il governo Monti non sarebbe mai nato) dovrebbe mettere la faccia e il voto su riforme che, giuste o sbagliate che siano, non ha mai varato in 17 anni di carriera politica, per giunta in piena campagna elettorale. Basta leggere i suoi house organ e le sue tv, che non vanno neppure a far pipì senza il suo avallo, per capire che lui finge di sostenere il governo Monti (per salvare le sue aziende precipitate in Borsa e per non apparire lo sfasciacarrozze che è sempre stato), ma in realtà è già stabilmente e ferocemente all’opposizione. Attende solo l’occasione del primo provvedimento impopolare per scatenare la piazza, anche per non regalare milioni di scontenti alla Lega. Dall’altra c’è un Pd sempre più diviso, che oggi magnifica il governo di larga Intesa, ma domani dovrà fare i conti con la Cgil, la Fiom e i milioni di lavoratori da esse rappresentati, davvero poco inclini a pagare il conto di una crisi che non hanno provocato, ma solo subìto. Di Pietro, con la sua fiducia condizionata, e Vendola, che ha la fortuna di star fuori dal Parlamento, sono pronti ad approfittarne. E poi c’è l’aspetto mediatico, fondamentale in un Paese in cui i media sono quelli che sono. Se la grande stampa, per ora, scioglie inni e ditirambi al governissimo che fa benissimo, le tv sono sotto il controllo pieno e incondizionato di B. Che, grazie alle sue tv, ai suoi Vespa, Minzolingua e Ferrara, farà di tutto per ascriversi gli eventuali meriti del governo tecnico e per scaricare le misure impopolari sulle solite sinistre affamatrici e vampiresche. Per questo B. è maestro nel fare lo gnorri, nell’atteggiarsi a vittima e nel rigirare frittate: riesce a fingersi all’opposizione anche quando governa (la guerra in Libia l’ha approvata la sua maggioranza, ma agli occhi della gente è parsa una robaccia della sinistra cattiva e dell’Europa cattivissima). Almeno in questo, Monti e i suoi grigi ministri dovranno imparare da B.: tagliare subito, drasticamente, i costi, i privilegi e le illegalità delle caste e delle cricche, mettendo all’ordine del giorno subito una draconiana legge sul conflitto d’interessi (Passera permettendo); e solo dopo imporre sacrifici ai cittadini comuni e spiegarli col disastro ereditato dal governo B. (altro che non andare in tv, come qualche sciocchino ha auspicato). In caso contrario, nel giro di pochi mesi, il governo tecnico ci restituirà B. e Bossi come nuovi. Un finale che non sappiamo dire se sia più tragico o più comico.

venerdì 18 novembre 2011

BRUNETTA IS BACK

L'ex (per fortuna) Mini-stro Brunetta, ieri ha rilasciato un intervista al Corriere della Sera.
Ed ha detto queste cose qua. Davvero.

Monti ha abolito il suo ministero, la Pubblica amministrazione...
«Ne sono felice».

Sta scherzando, vero?
«No, sono felice perché vuol dire che basta solo implementare le cose che ho fatto io. Sono tranquillo, so che Monti porterà a compimento la mia riforma».

Altro che «controllore» del premier, lei è diventato un fan!
«Io conosco benissimo l'agenda europea avendola scritta e confermo che controllerò l'azione del governo. Me ne intendo, io. Sono professore come Monti, amo questo Paese e sono una persona seria. Il premier è uomo capacissimo e di prestigio e sarà al di sopra delle parti. Ma voglio che dica bravo Brunetta, brava Gelmini, viva la legge di stabilità».Non chiede un po' troppo?
«Il governo Berlusconi è stato uno dei migliori della storia e io da Monti mi aspetto un'operazione verità. Dimostri di essere più riformista di noi e di saper fare cose più belle di Brunetta, di Sacconi e della Gelmini».

Non è che spera di fare il viceministro o il sottosegretario?
«Io, il professor Brunetta? Davanti a me ho una prateria di idee e battaglie parlamentari. Per chi ama la politica si apre un periodo straordinario in cui ripristinare la realtà, tanto vilipesa, dell'esperienza di Berlusconi. Al governo ci tornerò solo dopo aver vinto le elezioni, parola di Brunetta».


BOCCONI DI NORMALITA'

FERMARE B.

Sta già organizzando l'ennesima manipolazione dei cervelli limitati. Ha ripreso lo svolgimento del compitino che gli è sempre riuscito benissimo. Esercitando il perpetuo ruolo della vittima inerme, al quale non hanno concesso la possibilità di lavorare serenamente. Se la prende con il Capo dello Stato, parla di democrazia sospesa, come se non fossero stati proprio i numeri parlamentari a tradirlo.

Pensate a quanto sia diabolico. Da una parte gode come un riccio che Monti possa intraprendere quelle misure da lacrime e sangue che fanno perdere popolarità e magari, dando uno straccio di credibilità all'Italia, consentiranno alle stesse aziende del premier di respirare. Evitando un tracollo pienamente in atto.
Dall'altra, ha iniziato una azione di opposizione demagogica, classica del berlusconismo più becero. Pericolosissima perchè capace di lavare i cervelli dei scarsamente pensanti.

Il caimano è fuori dall'uscio. Vuole già rientrare. E noi dobbiamo impedirlo con tutte le nostre forze. 

giovedì 17 novembre 2011

CROLLO CONTINUO (CON OTTIMISMO)

Silvio Berlusconi e la fiducia degli italiani nei suoi confronti......
Il 9 Maggio 2009 dichiarava che il 75% degli italiani erano con lui (qui)

Il 03 Luglio 2010 dichiarava che il 63% degli italiani erano con lui (qui)

Il 14 Novembre 2010 dichiarava che il 60% degli italiani erano con lui (qui)

Il 24 Novembre 2010 dichiara che il 54,6% degli italiani erano con lui (qui)
E ieri.... la triste realtà:
Il premier, durante l'ufficio di presidenza del Pdl, ha invitato i suoi a non mollare: "Ci sono i margini per recuperare e questo tempo dobbiamo utilizzarlo per riorganizzare il partito e rinsaldare il rapporto con gli elettori". Poi ha citato i sondaggi: "Il Pdl è oltre il 27 per cento, la fiducia nei miei confronti oltre il 35 per cento"
Dai Silvio, che lo zero assoluto non è mica lontano......

PULIZIE

Se compri una casa usata, prima di andare ad abitarci, è prassi consolidata fare un pò di pulizie.......
Gettando nella spazzatura tutto lo sporco che trovi.

RIVOLUZIONE MASS-MEDIATICA ?

Se c'è una cosa che è risultata chiara in questa crisi di governo, è come ci sia stata una vera e propria rivoluzione nel seguire l'evolversi degli eventi, dalle dimissioni di B. all'incarico a Monti.
Tutti i canali "all news" (da Sky Tg24 a Rainwes24) hanno fatto registrare ascolti storici.
I siti internet dei due più grandi quotidiani italiani (corriere.it e repubblica.it) che hanno seguito tutte le conferenze stampa e le sedute parlamentari con estrema puntualità, sono stati seguitissimi.
Santoro, rifugiato in un  circuito televisivo di nicchia, porta a casa 3 milioni di telespettatori.
Il telegiornale de LA 7 che non propone cronaca nera e rosa, ha raggiunto percentuali di share incredibili.

E' la fine della televisione classica, insomma, quella che ha fatto la fortuna di B. in quanto facilmente manipolabile.

Bisognerà vedere ora, se tutto ciò rappresenterà un vero e proprio spartiacque.

Se così fosse, per B. ed i suoi aficionados, sarebbe quasi il definitivo colpo mortale.....

SENTITA PER RADIO

Mario Monti:

                      "affidare un ministero a Passera, mi è sembrata una grande idea"


Berlusconi:

                      "si, ma quando lo dicevo io, mi davano tutti contro......"

mercoledì 16 novembre 2011

AGOPUNTURA

Finita la legislatura, quanta agopuntura dovrà praticare Scilipoti per ripianare il suo debito con la giustizia ?

GAME OVER

Marco Bracconi - Repubblica - Politica Pop

E adesso, fine dei giochetti.
Addio alibi, nascondini, tatticismi e versioni di comodo. La pacchia è finita per tutti.
E’  finita la rendita di Casini, bravissimo a dissimulare una “collocazione” politica con la politica. E’ finita la bella vita del Pd, che dovrà pur dire se sta con la Bce o la Cgil. E’ finita la passeggiata di salute di Di Pietro, rimasto orfano dello stupro della democrazia. E’ finita la sovraesposione mediatica di certi magistrati. La doppiezza furbetta dei leghisti. L’indignazione a scoppio ritardato degli imprenditori.
Game over, per tutti.
Il grande gioco di società che era diventata la politica italiana finisce con l’addio di Silvio alla stanza del potere. C’è stato più di quindici anni. Tre lustri di disastro per il Paese.

E di vacche grasse per tutti gli altri.

CAMERATA BUFFON

FIRST LADY

Andrea Marcenaro - IL FOGLIO

La signora Elsa Antonioli maritata Monti, questo abbiamo appreso da Repubblica, è una signora all’antica, riservata, sobria, rassicurante, crocerossina, matrimonio perfetto, consacrata al volontariato, determinata, con un magnifico rapporto di fedeltà e d’amore, che si fa consigliare dal marito per la scelta delle mise importanti, in pace con l’età, nessun ritocco chirurgico, trucco leggero, schiva, cultrice dell’understatement, affabile, cordiale, una casa modesta nella quieta Silvaplana, no, non a Saint Moritz, nella quieta Silvaplana, una signora che serve il caffè volentieri, non si tira indietro dallo sparecchiare la tavola, in prima fila quando si tratta di organizzare un evento benefico, immersa nel suo lavoro, dalla mattina alla sera, campionessa di fund raising, fredda come il suo lui, la prima che fornisce di protesi dentarie gratuite gli indigenti, la prima nel laboratorio didattico di “Taglio e cucito Punto e croce”,  la prima a distribuire pacchi alimentari nei centri “Maria Teresa”.

Poi dicono che uno si butta con la nipotina di Mubarak.

NIENTE FESTA SIAM CAZZULLI

Ho esposto la bandiera italiana sul balcone. E lo avevo scritto prima di Travaglio. (QUI)

Cribbio.....

da Il Fatto Quotidiano del 14 novembre - Marco Travaglio

Confessate, perdio, dite la verità: sabato sera avete goduto come ricci? Avete stappato uno spumantino? Siete scesi in strada a fischiare, esultare, cantare l ’Alleluja di Händel? Avete suonato il clacson in segno di giubilo? Avete postato sui social network qualche battutaccia liberatoria, tipo “il nano è tratto”, “sic escort gloria bunga”, “Che fai, Ruby o party?”? Avete, Dio non voglia, gridato “ladro in galera” o, peggio ancora, lanciato una monetina verso la Berlusmobile funebre che trasportava la nota salma al Quirinale? Vergognatevi e arrossite. Dovevate chiedere l’autorizzazione preventiva a Ferruccio de Bortoli, che ve l’avrebbe senz’altro rifiutata visto che, in un videoeditoriale sul pompiere.it, avverte: “Non c’è nulla da festeggiare nella caduta di Berlusconi. Si chiude un periodo, fine”.
Invece mi sa che non vi è venuto in mente, e ora peggio per voi. Beccatevi le rampogne del vicepompiere Aldo Cazzullo contro la vostra “gazzarra senza coraggio”, il vostro “spettacolo preoccupante”. Cazzullo vi voleva composti, disciplinati, pettinati. British. Perché “nell’ora delicatissima in cui potrebbe nascere un governo di solidarietà nazionale, in un momento in cui il Paese è chiamato al massimo sforzo di unità, nessuno può chiamarsi fuori”. Ecco: dovevate rintanarvi in casa, meglio se nel freezer, a sorseggiare l’ultima lectio magistralis del prof. Mario Monti alla Bocconi, a recitare a memoria il board di Goldman Sachs, a delibare l’ultimo best-seller cazzulliano Viva l’Italia! con l’inno di Mameli a palla. Possibile che, mentre il regime tira le cuoia, non abbiate pensato di “rinunciare alle asprezze polemiche e cercare un minimo comune denominatore con l’avversario per percorrere insieme un tratto di strada”? Invece niente: anziché cercare un denominatore comune e percorrere un tratto di strada con chi ha strangolato Costituzione, giustizia, informazione, scuola pubblica, università, ricerca, cultura e lavoro per farsi i cazzi suoi mentre il Corriere lo esortava alla “rivoluzione liberale” con P 2, P 3, P 4, Ciarrapico, Dell’Utri, Verdini, Gasparri, Gelmini, Carfagna, Bondi, Cicchitto, Brunetta, Calderoli, Stracquadanio e Scilipoti, avete “inscenato una gazzarra” che è “il contrario di ciò che il mondo si aspetta dall’Italia”.

Per la verità, a giudicare dal giubilo con cui tutti i governi (tranne Putin e Lukashenko) e i giornali del mondo han salutato la dipartita del Cainano, ma anche dalle contestazioni subìte da Blair appena rimise il naso fuori di casa, si direbbe che il mondo si aspettasse esattamente quel che è accaduto sabato sera. Senza violenze o incidenti. L’ha riconosciuto anche il ministro uscente Giorgia Meloni: “Anche questa è democrazia”. Ma il pompierino no. Distratto sulla vera violenza dei Ferrara che gridano al “golpe” e delle Santanchè che minacciano “una brutta fine per i traditori”, Cazzullo vorrebbe che i cittadini comuni umiliati da 17 anni di regime si imbalsamassero nel mutismo e nella rassegnazione, come se non fosse accaduto niente: B. “non è stato battuto da un voto elettorale” (prendete nota: voto elettorale, acqua bagnata, ghiaccio freddo), ma solo dalla “crisi internazionale e dalla propria inadeguatezza a farvi fronte”, ergo non sta bene festeggiare. Pare brutto.

E siccome B. “in 17 anni ha sempre avuto un vasto consenso nel Paese”, chi non l’ha mai votato e l’ha sempre subìto deve starsene zitto per “rispetto dei sentimenti e delle opinioni di chi in Berlusconi ha creduto”. Cioè di chi per 17 anni ci ha dato dei comunisti, coglioni, terroristi, mandanti morali. Il noto cuor di leone, autore di memorabili interviste-scendiletto ai gerarchi del regime, chiude il sermone con una lezione di temerarietà: “Non occorre grande coraggio per andare a urlare sotto casa di B.”. In effetti occorre molto più coraggio per scrivere certe scempiaggini. Ps. In serata anche Minzolingua e Polito el Drito tuonano contro la festa in piazza. Appunto.