lunedì 28 novembre 2011

CONDANNATO, CIOE' INNOCENTE

Marco Travaglio - IL FATTO QUOTIDIANO

Confidando nella scarsa memoria storica degl’italiani, che evapora dopo due giorni come quella dei pesci rossi, si tenta di far   dimenticare mostri come la P4 proprio mentre il patteggiamento del protagonista Luigi Bisignani conferma platealmente la fondatezza delle accuse dei pm di Napoli e la vergogna di politici, manager e giornalisti che pendevano dalle sue labbra. Se un personaggio di quel calibro, iscritto alla P2, condannato per Enimont, uomo di Andreotti, poi di Letta e sempre del Vaticano, confessa e accetta una condanna a 1 anno e 7 mesi di carcere per 10 imputazioni di associazione per delinquere, concussione, corruzione, ricettazione, favoreggiamento e rivelazione di segreti, è chiaro che ne ha fatte di cotte e di crude.      La relativa esiguità della pena deriva dagli sconti per la collaborazione con la giustizia e per il patteggiamento, senza i quali avrebbe sfiorato i 4 anni. E poi i 19 mesi si sommano ai 2 anni e 6 mesi già totalizzati per Enimont, che impediscono a Bisi di usufruire della sospensione condizionale e dunque, una volta definitivi, li sconterà in carcere o in affidamento ai servizi sociali. E, quando sarà sentito nel processo agli altri associati a delinquere, tipo Papa, sarà testimone e dovrà dire la verità, senza potersi avvalere della facoltà di tacere. Bene, una notizia di questa portata è confinata dal Corriere in un   trafiletto a pag. 29, mentre sul Giornale il povero Sallusti la ribalta addirittura: “È l’ennesimo flop della Procura di Napoli che si era inventata un complotto ai danni dello Stato che non è mai esistito… Fiumi di fango su politici, ministri, giornalisti. Un clima fetido che ha minato la maggioranza e non certo agevolato la lotta alla crisi economica. Ecco, non era vero nulla. La società segreta non è mai esistita. E adesso chi paga per questa ennesima patacca mediatico-giudiziaria? Più che di un governo tecnico, il Paese   avrebbe bisogno di una magistratura tecnica che commissari quella togata”. Un tempo era innocente chi veniva assolto. Poi si raccontò che era innocente anche chi veniva prescritto (soprattutto uno). Ora, nell’ultima frontiera della logica sallustiana, è innocente pure chi viene condannato, anzi concorda addirittura la condanna. E proprio il fatto che uno si accolli 1 anno e 7 mesi di carcere dimostra che non c’entrava nulla, non era vero niente, le accuse erano infondate e non dev’essere lui a pagare, bensì la Procura. Ma quando arriva l’ambulanza?

Luigi Bisignani

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