domenica 26 settembre 2010

MENO MALE CHE SILVIO C'E'

Federico Brusadelli - Fare Futuro Web

C’è la ferrea volontà di trasformare l’Italia nello scenario di una resa dei conti tutta personale, tutta privata, che sia contro i giudici, che sia contro i “comunisti”, che sia contro chi ha osato alzare il dito o la voce, che sia contro chi ha stonato nell’intonare “Meno male che Silvio c’è”. C’è il cinismo di una politica estera che passa, senza altra bussola che non sia quella dell’interesse economico, dalla fratellanza atlantica alla genuflessione libica, dal ranch alla dacia senza batter ciglio. C’è una retorica dei “valori” tanto declamata a voce quanto smentita nei fatti e nei comportamenti C’è un’inesorabile legge del doppiopesismo, per cui i “nostri” hanno sempre ragione e gli “altri” hanno sempre torto, per cui chi è nel “cerchio magico” è innocente a prescindere e gli altri sono comunque colpevoli, bugiardi, cattivi. C’è il richiamo martellante a categorie medievali: la lealtà personale, la fedeltà, il premio. C’è il gusto della compravendita. C’è l’idea aziendale e imprenditoriale della politica. Sì, i tasselli ci sono tutti. Manca l’ingrediente decisivo, per fortuna: manca la spinta “totalitaria”. Ma gli ingredienti per un autoritarismo “morbido” e “culturale”, prima che politico, nascosto dietro il paravento sgargiante del consenso popolare, ci sono tutti.

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