lunedì 18 ottobre 2010

A CENA CON PIPPO

Da L'INTERESSATO

Capita che un gruppo di amici volenterosi del tuo stesso paese vogliano organizzare un dibattito aperto alla cittadinanza sulle tematiche relative all’immigrazione e su come bisognerebbe seriamente relazionarsi con questo problema. E, normalmente, per rendere questi incontri interessanti, corre l’obbligo di invitare una qualche figura di rilevanza nazionale, che sia però allo stesso tempo, innovativa. Chi meglio di Pippo Civati, 35 enne consigliere di opposizione della regione Lombardia e, figura emergente del Pd nazionale. Uno, per capirci, che fa il pieno di voti a casa di Berlusconi. Grazie alle sue idee, grazie al suo modo di esporle. Grazie alla sua semplicità, alla sua ironia acuta, alla sua capacità di rendere la politica comprensibile. Cosa, di questi tempi, molto ardua da realizzare.
Tutto ciò è successo ieri al mio paese. In una serata interessante. Proseguita con una pizza tra intimi amici dove chi scrive, sedeva allo stesso tavolo di Pippo. E scopri allora che in questa nazione derisa e spesso  maltrattata da chi ha l’onere e l’onore di guidarci, una alternativa seria c’è. Capisci che non tutto potrebbe essere destinato ai soliti quattro potentati di destra o di sinistra. Capisci che questo paese, se solo ci si svegliasse da questo grigio torpore, potrebbe essere affidato in altre mani. Consegnato ad una gioventù che potrebbe parlarti di futuro avendone diritto. E non affidato a sessantenni ormai senza speranza. Basterebbe solo crederci. Basterebbe solo che a queste persone venisse dato lo spazio che meritano. Perché hanno una marcia in più, perché ormai, forse, siamo arrivati ad un punto in cui l’esperienza, in politica, quella intesa come un ventennio di poltrone occupate in maniera improduttiva, non sia più un plusvalore.
E quando vedi quelli come Pippo, che magari in un’ altra nazione avrebbero molto più spazio di quello che lui provi a ritagliarsi in Italia, non riuscire ad emergere in maniera più netta, ti incazzi. Perché, in un certo senso, perdi la speranza. Quella speranza che tieni dentro e vorresti trasformare in energia positiva. Quella speranza che qualcuno, con noiosa ripetività, purtroppo, continua a toglierti. Presentandoti la solita zuppa che ormai sa di muffa. Trasformando l’arte nobile del mangiare in un noiso nutrirsi.

Un grazie a Pippo. Per la serata. E per la sua compagnia.

Pippo Civati






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