mercoledì 20 ottobre 2010

FUTURO E IMPUNITA'

Mi affido ad alcuni passi dell'editoriale odierno di Marco Travaglio, per descrivere la situazione giudiziaria italiana. Siamo messi (un pò) male. Solo un pò.......

Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano

Mentre il nuovo presidente della Corte dei Conti intona la litania dei suoi cinquanta predecessori dal mesozoico in poi, e cioè che in Italia “gli episodi di corruzione e dissipazione delle risorse pubbliche persistono e preoccupano i cittadini, ma anche le istituzioni il cui prestigio e affidabilità sono messi a dura prova da condotte individuali riprovevoli”, le preoccupatissime istituzioni si precipitano a salvare il presidente del Consiglio dai suoi processi per corruzione e frode fiscale e l’ex ministro Lunardi che, poveretto, ha solo un processo per corruzione. Il formidabile uno-due si deve a entrambi i rami del Parlamento, mai così efficienti e sincronizzati: mentre la Camera parava le terga a Lunardi, il Senato provvedeva a quelle del Cainano. Da segnalare il fondamentale contributo dei finiani, che di questo passo dovranno ribattezzarsi Fii, Futuro e Impunità per l’Italia. Che fossero disponibili a votare la legge Alfano costituzionale (sarebbe ora di smettere di chiamarla “lodo”), si sapeva. Ma che si accingessero (salvo 10 non partecipanti al voto) a sostituirsi ai giudici per assolvere un deputato accusato di corruzione, questo no, nessuno poteva immaginarlo. Vien da domandare a Fini se valesse la pena farsi massacrare da tre mesi per una casetta a Monacò (nessun indagato e nessun reato), per poi cancellare il processo a carico di Lunardi, indagato per aver acquistato a 3 milioni da Propaganda Fide un palazzo di cinque piani che valeva il triplo nel centro di Roma in cambio di 2,5 milioni di finanziamenti pubblici al pio sodalizio vaticano   presieduto dal cardinal Sepe per ristrutturare un immobile in piazza di Spagna. Se il via libera in commissione Giustizia alla legge Alfano i finiani si sono limitati a votarlo, allo stop al processo Lunardi hanno fornito un contributo di ben altro spessore: era proprio un finiano, l’on. avv. Giuseppe Consolo, il relatore di maggioranza in giunta per le autorizzazioni a (non) procedere. Com’è noto, Lunardi è accusato di aver commesso il delitto in qualità di ministro delle Infrastrutture, dunque per processarlo il Tribunale dei ministri necessita di autorizzazione a procedere. Che può essere negata solo se si dimostra che Lunardi è un perseguitato politico. Ma nessuno ha osato sostenerlo.....

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