domenica 3 ottobre 2010

L'INTENDITORE

Marco Travaglio - Il Fatto Quotidiano

 L’altroieri, alla notizia dell’attentato a Belpietro, gli ho inviato un messaggio di solidarietà. Poi ieri ho letto il suo editoriale su Libero, in cui attribuisce il vile gesto al “clima mefitico” causato da chi “conduce campagne di delegittimazione e diffamazione” “indicando al pubblico furore, negando ogni dignità, anche quella umana” agli avversari salvo poi ipocritamente “fingere di ignorare gli effetti collaterali”. E, dalla solidarietà, sono passato all’ammirazione più sconfinata per un Uomo che, in circostanze così drammatiche, trova il coraggio per un’autocritica tanto feroce. Belpietro infatti doveva avere in mente alcuni memorabili titoli del suo Libero. Per esempio  su Di Pietro: “Tonino se la prende con Silvio, ma il delinquente è lui” (9/10), “Di Pietro l’ultimo squadrista” (3/9). O sul Pd: “Il Pd fa schifo perfino a Prodi” (2/2). O su Napolitano: “L’arbitro parziale” (14/8), “Ha sbagliato per una vita, ora ci fa la predica” (4/9). Ma soprattutto su Fini e famiglia. “Tradimento compiuto, salto di barricata: Fini strilla come Di Pietro”, “Gianfranco manettaro” (27/7). “Italia manicomio, ascoltano perfino un quaquaraquà: in un paese normale un deputato come Granata sarebbe già stato cacciato dal governo, qui si discute di diritto al dissenso. Ora però Granata va lanciato nel campo nemico”   (27/7). “Il Bongiorno si vede dal Bocchino, tutti da ridere i nomi dei fedeli di Gianfranco”, 

 Ecco, non v’è chi non veda il clima mefitico causato dalle campagne di delegittimazione e diffamazione scatenate da Libero indicando gli avversari al pubblico furore e negando loro ogni dignità anche umana, salvo poi fingere ipocritamente di ignorare gli effetti collaterali. Bravo Belpietro, te le sei cantate chiare.

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