martedì 23 novembre 2010

DIRITTO DI REPLICA

Da L'INTERESSATO

Stamattina su Rainews 24, Beppe Giulietti (Articolo 21), ospite di Corradino Mineo,  ha detto una cosa che mi ha colpito. Provo a riportarla, nel contesto di un ragionamento più ampio.

Saviano, la settimana scorsa, nel suo monologo a “Vieni via con me”, ha asserito che le mafie si sono impossessate del Nord Italia e che per sviluppare i propri affari trattano con molti amministratori, anche leghisti. Apriti cielo. E’ venuto giù tutto. Gli “house organ” del Premier (Il Giornale e Libero) gli si sono scagliati contro. Maroni, nella doppia veste di Ministro dell’Interno e dirigente della Lega Nord, voleva quasi querelare lo scrittore napoletano. Poi, ci ha ripensato, ed ha praticamente preteso un diritto di replica. Andato in onda puntualmente ieri sera. Maroni, in diretta TV ha elencato i successi di questo governo nella cattura di famosi boss mafiosi. Ed ha ribadito in maniera chiara e netta che la Lega Nord nulla ha a che vedere con la mafia.
Siamo quasi nel lecito, verrebbe da dire. Maroni, ritenendo che Saviano avesse asserito il falso, ha detto la sua. Normale, in democrazia.
Ma viene pensato allora ad un altro evento che ha suscitato altrettanta indignazione.
Qualche mese fa, nel  Tg 1 diretto da Minzolini, è stata riportata la notizia che l’avvocato inglese David Mills era stato assolto dall’accusa di essere stato corrotto dal premier Silvio Berlusconi per dichiarare il falso in uno dei molteplici processi che riguardano il premier. In realtà David Mills non è stato mai assolto. E’ stato prescritto per decorrenza dei termini ma la Cassazione, nel dispositivo della sentenza, ha comunque confermato il reato di corruzione a carico di Berlusconi nei confronti di Mills.
Duecentomila telespettatori del TG1, su iniziativa di una valorosa cittadina, hanno raccolto firme chiedendo che lo stesso telegiornale diretto da Minzolini, correggesse quella clamorosa bugia pronunciata in diretta, smentendola. Ma non è successo niente.
Ecco, mentre a Maroni, è stato dato il diritto di replica, a quei duecentomila italiani è stato negato un diritto elementare. Quello di pretendere che la televisione pubblica non racconti clamorose bugie.
E questo è un doppiopesismo inaccettabile.



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