venerdì 3 dicembre 2010

IL MINISTRO ED IL FILM

Accusato di aver fatto una gestione personalistica dei fondi del ministero della cultura, il ministro Sandro Bondi è stato preso di mira da Francesco Merlo su Repubblica.

Ne è nato questo scambio epistolare.......

Imperdibile


Caro direttore, ho sempre letto con interesse gli articoli di Francesco Merlo perché rappresentano nel panorama della stampa italiana - a mio avviso - un esempio inimitabile di barocchismo giornalistico. Francesco Merlo è interessato alla forma più che alla sostanza, ed ha per questo l' occasione di prestare da tempo la sua penna inesauribile a tutte le sacrosante cause contro il berlusconismo ed i suoi proseliti. Di Merlo ricordo un articolo che scrisse, se non ricordo male nel 1996, dedicato evidentemente a Berlusconi e intitolato significativamente "De profundis". Sono passati una decina di anni e l' ossessione - con il tempo divenuta sempre più maniacale - è sempre la stessa. Nel mio caso - lo riconosco - Merlo ha facile gioco a dare sfogo a tutta la sua triste pulsione barocca e ad infilzarmi con accuse di ogni tipo. Naturalmente la magnificenza e l' altezza delle parole non si curano della realtà né tanto meno delle quotidiane smentite. Ed infatti, il bravo scrittore prestato al giornalismo, sostiene come fosse una ovvietà scontata che avrei condannato senza averli visti film quali "Il Divo", "La prima linea" e il fondamentale capolavoro della cinematografia italiana "Draquila" della Guzzanti; che avrei firmato un accordo strategico con la Bulgaria in materia di coproduzione cinematografica, in base al quale sarebbe stato finanziato il film di Michelle Bonev; e infine che avrei sistemato "il figliastro" (che parola adeguata e che lezione di stile per uno scrittore raffinato di sinistra!). Peccato però che tutte queste affermazioni siano inventate di sana pianta. So bene però che sarebbe lesa maestà imbrigliare l' estro letterario, soprattutto quando è alimentato da una forte passione civile e dall' indignazione per lo stato morale del Paese. So bene inoltre che anche questa smentita e questa precisazione non serviranno a nulla, perché nel nostro Paese - l' ho sperimentato sulla mia pelle - il coro della disinformazione e il gusto, perfino letterario, dell' aggressione personale è più forte della verità.
Sandro Bondi
Signor ministro, lei nega fatti accertati, dai favori alla sua nuova famiglia ai finanziamenti ruffiani alla signora Bonev, inventa un articolo che non ho mai scritto e si piange pure addosso con arzigogolii di barocchismo degenere. Questa sua ' second life' mi divertirebbe se non ci fossero di mezzo Pompei, la cultura e l' arte italiane. Ad impedirmi di trattarla con leggerezza sono infatti i crolli, gli sprofondamenti e i furti delle opere d' arte su cui cresce la mala pianta dell' insipienza ministeriale l' affarismo dei tombaroli. Lei che tiene famiglie, si prodighi pure per le mogli, gli ex mariti, i figliastri, le suocere e per l' harem del suo capo, ma non continui a sottomettere al suo familismo allargato il ministero statale. Si dimetta. So che è inutile chiederglielo, ma io tenacemente barocco sono.
Franceso Merlo



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