Piero Ostellino, in uno dei venti-trenta articoli pro Berlusconi scritti sul Corriere - ma sempre con l’aria di difendere il liberalismo a nome di Locke, Stuart Mill, Tocqueville e gli altri suoi spiriti guida prematuramente scomparsi – insinua che “l'inchiesta sul capo del governo, e le relative intercettazioni, sarebbero partite prima della famosa telefonata in Questura, cioè prima di qualsiasi notitia criminis… un abuso di potere tipico dei regimi dittatoriali”. Due giorni dopo, sempre sul Corriere, Ernesto Galli della Loggia ripete con lo stampino: “Qual era la notitia criminis che prima della famosa notte della Questura ha indotto a mettere sotto controllo la villa di Arcore?”.Tutte balle. L’indagine partì a giugno e le intercettazioni a luglio, dunque dopo la notte della Questura (27 maggio); e mai fu controllata la villa di Arcore: lo furono solo i cellulari delle ragazze invitate dal trio Mora-Fede-Minetti, sospettato di organizzare un giro di prostituzione. Per scoprirlo non occorre nemmeno conoscere i codici. Basterebbe che gli opinionisti del Corriere leggessero le cronache del Corriere.
CHE TROVATE QUI
Nessun commento:
Posta un commento