Se qualcuno avesse la pazienza di recarsi ad Arcore e spiegare all'uomo delle videocassette e di gogol, come si individua e si pigia il tasto per accendere un computer e come si maneggia un mouse, sono convinto che provocherebbe nell'omuncolo inopinatamente assurto a premier uno spasma cardiaco di proporzioni bibiliche e lo convincerebbe in un attimo del fatto che il lavoro oscuro e censorio dei Minzolini e Mimum (rispettivamente direttori del TG1 e del TG5) stia diventando ogni giorno più inutile.
Prendiamo il caso dell'ultima performance di Brunetta con i precari. Ovviamente i due Tg nazionalpopolari se ne sono ben visti dal parlarne o dal dedicargli un servizio in prima serata. Le notizie, da quelle parti, vengono evitate come la peste e questo è notorio.
Poi però arriva questo mondo sconosciuto al premier che è la rete. E ti impacchetta il guasto irreparabile. Il video con l'ultima esibizione di Brunetta ieri mattina, a 12 ore dalla sua pubblicazione sul sito di Repubblica, aveva totalizzato 400 mila visualizzazioni e 20.000 condivisioni su Facebook. Lo stesso video sui siti del Corriere e del Fatto Quotidiano era il più cliccato. Ogni blog ne ha estesa visione, ogni bacheca di Facebook o Twitter di ogni singolo italiano è stata contaminata dal mitico Brunetta versione "insulta e scappa". Insomma, per farla breve, quel video censurato dai principali telegiornali, in mezza giornata era sui pc di ogni utente collegato alla rete. Con buona pace del premier e dello stesso Brunetta.
A conferma ulteriore che si può controllare lo schermo che si guarda stando seduti sul divano, ma poi se ti scappa lo schermo che hai nello studio o nella cameretta di tuo figlio, la frittata è comunque fatta.
Riguardo al pessimo Brunetta, che dire......
Penso che basti affidarsi alle fantastiche parole di una canzone di De Andrè tratta dall'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Il titolo di questa canzone è IL GIUDICE.
E nella versione riarrangiata dal grande Fabrizio recita in questo modo:
".... passano gli anni, i mesi e se li conti anche i minuti
è triste trovarsi adulti senza essere cresciuti,
la maldicenza insiste batte la lingua sul tamburo
come a dire che un nano è una carogna di sicuro
perchè ha il cuore troppo, troppo vicino al buco del culo"
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