L'INTERESSATO - Dalla profonda provincia Maceratese.......
Ora ce la stanno tutti a menare con questo modello Macerata, ribattezzato ai posteri come la santa alleanza tra Casini e D’Alema che da queste parti si sono precipitati per sostenere un candidato riconducibile all’alveo politico del centro sinistra (Antonio Pettinari) che aveva la straordinaria virtù di poter vantare nel proprio curriculum vitae una vice presidenza nella precedente legislatura (poi commissariata) nelle fila del centro destra.
Ora ce la stanno tutti a menare con questo modello Macerata, ribattezzato ai posteri come la santa alleanza tra Casini e D’Alema che da queste parti si sono precipitati per sostenere un candidato riconducibile all’alveo politico del centro sinistra (Antonio Pettinari) che aveva la straordinaria virtù di poter vantare nel proprio curriculum vitae una vice presidenza nella precedente legislatura (poi commissariata) nelle fila del centro destra.
Questo fantomatico modello Macerata, in realtà, nasce in occasione delle elezioni regionali del 2009. Il PD marchigiano, ora guidato dall’ex senatore Palmiro Ucchielli, decise di scaricare la sinistra di SEL e Rifondazione con le quali aveva ben governato nel precedente quinquennio, alleandosi con l’UDC e l’IDV.
Il risultato di questo connubio fu quanto meno comico: basta fare un paragone numerico.
Nel 2004 la coalizione modello Ulivo elesse il proprio candidato Gianmario Spacca con un margine di vantaggio di 19 punti abbondanti sul candidato del centro destra Francesco Massi.
Nel 2004 la coalizione modello Ulivo elesse il proprio candidato Gianmario Spacca con un margine di vantaggio di 19 punti abbondanti sul candidato del centro destra Francesco Massi.
Cinque anni più tardi la coalizione che ha poi preso il nome di “modello Macerata” (PD + IDV + UDC) che confermava Gianmario Spacca come candidato governatore vinse con 13,4 punti di vantaggio sul centro destra.
Sei punti di distacco in meno rispetto a cinque anni prima con tutta la dirigenza del PD a festeggiare per la saggia strategia politica intrapresa.
Sei punti di distacco in meno rispetto a cinque anni prima con tutta la dirigenza del PD a festeggiare per la saggia strategia politica intrapresa.
In sostanza si era provveduto a sostituire il 6,51% ottenuto da Rifondazione e SEL, (per l’occasione costrette a presentarsi con un proprio candidato presidente nelle stesse elezioni), con il 5,81% ottenuto dall’UDC. Un vero affare non c’è che dire.
Così, quando l’UDC, che come sappiamo, applica con molte variabili il motto di Pier Ferdinando Casini (sosteniamo solo i migliori….) nelle recenti elezioni amministrative provinciali, da queste parti, ha pensato bene di svoltare a sinistra vista la pessima aria nazionale che spirava dalla parte dei fans del cavaliere, i vertici del Partito Democratico marchigiano e maceratese non hanno esitato un attimo nel proporsi come servili sposi, concedendo proprio all’UDC anche il candidato presidente (Antonio Pettinari). Il tutto con la pacifica approvazione dell'IDV, che nelle Marche è molto "governativa"
Anche in questo caso, come nel 2009 per le elezioni regionali, la sinistra Vendoliana e di Rifondazione è stata costretta a presentarsi con un proprio candidato portando a casa uno splendido 9,9% contro il 7,64% conquistato dall’UDC al primo turno.
Riepilogando: in cosa consiste il modello Macerata ? E soprattutto: è esportabile a livello nazionale ?
Io ho qualche fondato dubbio. Politico e numerico.
Politico perché significherebbe appiattire comunque le posizioni del PD e della sinistra italiana su quelle di Pier Ferdinando Casini.
Numerico perché nella provincia di Macerata, se al secondo turno gli elettori di SEL e Rifondazione non avessero in maniera molto responsabile dirottato i loro voti sul candidato PD-IDV-UDC quest’ultimo non avrebbe mai e poi mai portato a casa la vittoria.
Ed allora diciamolo in maniera chiara: il modello Macerata, tradotto in parole semplici, significa sottostare ai ricatti di Casini che decide di spostare i suoi consensi elettorali da una parte all’altra degli schieramenti ponendo condizioni politicamente drastiche (l’esclusione delle forze di sinistra che il genero di Caltagirone non vede di buon occhio...).
E non vedo perchè, proprio ora, dovremmo sentirci tutti maceratesi piuttosto che milanesi o napoletani.
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