lunedì 25 luglio 2011

CERCASI MINISTRO DISPERATAMENTE

Di Alessandro ROBECCHI

Nessuno, nemmeno ben pagato, vuol fare il ministro della giustizia del governo italiano, il cui ruolo somiglierebbe molto da vicino a quello di gonfiare ciambelle di salvataggio sul Titanic. I pidiellini più in vista, interpellati, fischiettano e fanno finta di non sentire. L’attuale tenutario del ministero non vede l’ora di andarsene, con tutto il suo carisma – ben 2,3 grammi – a dirigere il partito degli onesti (che vanta tra indagati, sotto processo, condannati o prescritti 29 deputati e 20 senatori). Gira sulla stampa, come ha detto il presidente Napolitano, una lista di dodici nomi, ma il fatto che nella lista compaia Brunetta e non si faccia invece cenno ai Puffi o almeno ai Pokémon rende l’indiscrezione poco credibile. Le selezioni, a differenza di quelle per X Factor, sono andate deserte. Pare che una lontana zia di Scilipoti, novantaduenne, sorda come una campana, abbia rifiutato il prestigioso ruolo. Il mio cane, anche lui vecchio oltre ogni dire, interpellato ieri per telefono dalla segreteria del Presidente Berlusconi, ha subito annusato la fregatura, ha gentilmente declinato l’offerta con un sommesso guaito e si è rimesso a dormire. Sinceramente, di andare a fare il ministro della giustizia di un governo che scadrà tra poche settimane, con un premier che colleziona processi e che si ostina a promettere una riforma della giustizia che non si farà mai, non se la sente nessuno. Il nostro consiglio, comunque, è di non demordere. Ci risulta infatti che non siano ancora stati contattati né Ibrahimovic né Sabrina Salerno. Ieri, intanto, una macchina con altoparlante come quella che usano gli arrotini, ha percorso via Olgettina, a Milano, diffondendo il suo messaggio con potente voce metallica: “Donne! E’ arrivato Berlusconi! Se volete fare il ministro della giustizia nel suo governo è il momento giusto! Non esitate!”. Nessuno, però, è sceso in strada, nemmeno per informarsi meglio sull’offerta. Pazienza, nel ruolo di guardasigilli abbiamo avuto Angelino Alfano, non avere nessuno rappresenta pur sempre un notevole passo avanti.

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