venerdì 22 luglio 2011

GOVERNO, UN'ONDATA DI BALLE

Di Silvia Cerami - L'ESPRESSO

Nessun ticket sulla sanità. Nessun aumento delle tasse. Nessuna speculazione sull'Italia. Sono alcune delle incredibili affermazioni che compaiono nel nuovo libretto di B. sui suoi tre anni di governo. Dove sono spariti (rispetto al 2010) gli abbracci con Gheddafi e gli elogi del nucleare. L'Espresso lo ha sbugiardato, riga per riga

Come ogni anno, prima delle vacanze, Silvio rende partecipe il Paese delle imprese del governo del fare. E così ecco arrivare l'atteso libretto "Tre anni dopo. Le realizzazioni del Governo Berlusconi".

L'anno scorso si intitolava "Due anni di governo Berlusconi".

Sono stati, ci spiega il nuovo libretto, tre anni di grandi riforme, dall'università alle pensioni, dalla giustizia civile al federalismo fiscale, senza dimenticare il contrasto all'evasione fiscale, la salvaguardia dei conti pubblici e poi le grandi opere, la criminalità organizzata, i rifiuti, il piano casa, i costi della politica, le missioni internazionali. Per comprendere i risultati encomiabili raggiunti, abbiamo provato a confrontare il testo 2011 con il libro dell'anno scorso. Ecco il risultato.

Manovra? Quale manovra?
Il volumetto dell'estate 2010 apriva con lo stato dell'economia:«A causa di non una, ma ben due crisi tutti i governi sono stati costretti a una manovra, ma poiché il nostro governo in questi due anni è riuscito a mantenere in buona salute i conti dello Stato, la manovra necessaria per rispettare gli accordi europei vale solo 24, 9 miliardi di euro in due anni. La stessa manovra ne costerà 100 in Francia, 60 in Germania, 50 in Spagna», si diceva. E come se non bastasse da noi «non ci sono aumenti di tasse, stipendi e pensioni restano immutati, nessuna riduzione degli investimenti per sanità, scuola e assistenza». Quest'anno il premier non fa accenno ad alcuna manovra, che invece è stata di 47,9 miliardi (quasi il doppio di quella dell'anno scorso, che doveva valere per due anni...) e che prevede diversi aumenti di tasse, dal ritorno dell'Irpef sulla casa alla reintroduzione dei ticket sanitari, per non parlare del taglio del welfare agli enti locali. Cose superflue, evidentemente, perché quest'anno ci si limita a vantarsi di «aver salvaguardato il sistema economico e produttivo del Paese». E' questo «il maggior risultato di questo Governo, il vanto di cui andiamo fieri», scrive e sottoscrive Silvio Berlusconi in persona.

Mai stato nuclearista
L'anno scorso la 'nuclear renaissance' era la svolta per il fabbisogno energetico del Paese. Ben due pagine di reattori e di spiegazioni sulla necessità del ritorno all'atomo. Nella versione 2011 cambia tutto. Al posto del ritorno all'atomo, c'è la sezione dedicata all'«amore e rispetto per l'ambiente», che vede trionfare pannelli fotovoltaici e pale eoliche. Quanto al nucleare,«il governo ha approvato una moratoria per valutare le scelte migliori». Uno svoltone a 180 gradi rispetto all'esaltazione di 12 mesi fa, opportunamente dimenticata. A leggere il libretto di quest'anno sembra proprio che non sia mai stato nuclearista, Berlusconi, per carità.

I ticket a sua insaputa

Berlusconi rassicura: «Il governo non ha tagliato le prestazioni sanitarie e ha investito 4 miliardi di euro in più nella sanità, ha digitalizzato la sanità con medici in rete e certificati on line». Ma non solo, punto cardine per la salute è l' «abolizione dei ticket sanitari per il triennio 2009- 2011». Stampato a caratteri ben leggibili in entrambe le edizioni. Eppure qualcuno, di certo a sua insaputa, ha stabilito che occorrerà pagare 10 euro sulle ricette mediche e 25 sugli interventi del pronto soccorso in codice bianco.

Lo strano caso dei rifiuti in Campania.
Sotto il capitolo "Emergenze risolte" sottotitolo "Lo Stato è tornato a fare lo Stato" il volume edizione 2010 a pagina 38 non lasciava ombra di dubbio: «Rifiuti in Campania. Problema risolto. In soli 58 giorni il governo ha ripulito le strade di Napoli dall'immondizia». Nella versione 2011 i rifiuti ritornano con un nuovo capitoletto "La nuova emergenza rifiuti" sottotitolo "Causa inadempienza del Comune di Napoli, che non ha potenziato la raccolta differenziata, aperto nuove discariche e costruito il termovalorizzatore, c'è di nuovo l'emergenza rifiuti". In altre parole, nel 2010 il governo aveva deciso che la monnezza non c'era più, e se ne prendeva tutti i meriti. Nel 2011 si è arreso all'evidenza che la spazzatura c'è ancora, ma addossa le colpe ad altri. Si sorvola sul fatto che il responsabile del ciclo rifiuti nella provincia di Napoli è sempre lo stesso, nel 2010 come nel 2011: Luigi Cesaro, Pdl, uomo di Berlusconi e di Cosentino.

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