venerdì 5 agosto 2011

IL CONFLITTO DI INTERESSI COME NORMALITA'

“Non dimenticatevi che state ascoltando un imprenditore che ha tre aziende in Borsa. E che ogni giorno è nella trincea finanziaria”.
(Silvio Berlusconi alla Camera, 3 agosto 2011)

Dopo la dichiarazione di cui sopra, alla camera dei deputati, hanno parlato tutti i leader dell'opposizione: Bersani, Di Pietro, Casini.
Nessuno ha fatto notare al nostro premier un concetto basilare e cioè che nel 2011, in una moderna democrazia, un personaggio come il nostro presidente del consiglio, possa essere immerso in maniera così netta in un conflitto interessi gigantesco che lo porrebbe fuori dai giochi in ogni altro paese occidentale con una cultura civica "normale".
Forse basterebbe  questo per capire perchè stiamo vivendo momenti così difficili e complicati per il nostro paese. Molto semplicemente, stiamo dando per assimilato e fisiologicamente compatibile ciò che altrove sarebbe assolutamente aberrante.

PRIMO UPDATE:  L'apoteosi si è raggiunta qui

SECONDO  UPDATE:  solo dopo aver scritto questo post, tramite Dagospia, apprendo che Pino Corrias del Fatto Quotidiano si era accorto dello sproposito che ho denunciato sopra.....



3- CONFLITTO D'INTERESSI CONFESSIONE IN DIRETTA
Pino Corrias per "il Fatto quotidiano"

Nei momenti supremi Silvio B non delude mai e con la sua faccia in grigio, le occhiaie gonfie, stavolta ha deciso di confessare in pubblico. Trascorsi diciassette anni di chiacchiere, imbrogli e bugie ha dichiarato dai banchi del governo che il suo conflitto di interessi resta rotondo e infrangibile. Lo ha fatto gonfiando il petto e scandendo per bene le parole. Ha detto: "Non dimenticatevi che state ascoltando un imprenditore che ha tre aziende in Borsa. E che ogni giorno è nella trincea finanziaria". Ma come?

E se sta ogni giorno nella trincea finanziaria a difendere le sue aziende quotate in Borsa, che diavolo ci fa tra i velluti del governo? Sta parlando a nome delle sue aziende o del Paese? E soprattutto: conosce la differenza tra una cosa e l'altra? Imprenditore, tre aziende in Borsa, la trincea del lavoro: mai stato così chiaro.

Con l'arroganza supplementare di rivendicare l'inganno dalla vetta delle macerie che quell'inganno in questi anni ha prodotto. Esibendosi senza vergogna, senza titubanza, in equilibrio sul baratro che la crisi ci ha scavato intorno. Rivendicando in quelle due righe sfacciate quello che i suoi faccendieri di parole non hanno mai smesso di nascondere.

1 commento:

  1. Dal sito lettera43.it

    Cav, più brocco che broker
    Berlusconi consiglia di acquistare le sue azioni. Che crollano.
    di Fabio Chiusi
    Di fronte alla crisi, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi continua a
    mostrare ottimismo. Anche per le sue aziende quotate: Mediaset, Mediolanum e
    Mondadori. Per loro, il Cavaliere si è detto «in trincea». Ma non ha perso
    l'occasione per un messaggio (auto)promozionale: «Io investirei prepotentemente
    nelle mie aziende che continuano a fare utili».
    Eppure uno sguardo ai grafici che registrano gli
    andamenti dei tre titoli non sembra confermare il messaggio di Berlusconi.
    Mediaset infatti ha perso il 15% nell'ultima settimana, Mediolanum è ai minimi
    da aprile 2009 e Mondadori ha lasciato sul campo il 16% dal 5 luglio 2011.
    Il tutto al netto della promessa snocciolata già ai tempi alla discesa in campo,
    nel 1994: «Rinuncio al mio ruolo di editore e di imprenditore». E smentita
    apertamente nel suo discorso al parlamento il 3 agosto 2011: «State ascoltando
    un imprenditore che ha tre aziende in Borsa».

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