mercoledì 14 settembre 2011

LA CLASS ACTION DEI SINDACI PARLAMENTARI DEL NORD CONTRO I MINISTRI DEL NORD (PER IL NORD, OVVIAMENTE)

Dal blog di Pippo Civati :

Lo abbiamo ripetuto spesso. Il governo B ha la più alta concentrazione di ministri del Lombardo-Veneto che si sia mai registrata. Abitano tutti qui, molti nella provincia lombarda, da Gemonio a Calolziocorte, che sembra un romanzo di Piero Chiara.

Eppure i sindaci del Nord non ci stanno, e per bocca del leghista Fontana, borgomastro (come dicono loro) di Varese, ribadiscono, oggi, sulla Stampa, la volontà di promuovere una class action contro il governo per avere i soldi indietro.

Credo si tratti del più clamoroso cortocircuito della storia della politica italiana, tutto interno alle forze politiche che guidano il Paese. In molti casi, si tratta delle stesse persone, perché la Lega Nord (per l'indipendenza della Padania, s'intende) ha il record della presenza di sindaci nelle due Camere.

L'altro giorno, in occasione del dibattito di Atreju a cui ho avuto il piacere di partecipare, il sindaco di Verona ha spiegato due cose: che è meglio fare il sindaco che stare a Roma (dal punto di vista della simpatia delle persone) e che la Lega ha scelto di mandare i sindaci in Parlamento per mantenere un rapporto più stretto con il territorio. Che oltre a essere in contraddizione tra loro, le due cose, dimostrano che la confusione è sovrana.

E a cortocircuito si aggiunge cortocircuito: i sindaci che protestano al Nord, che reclamano i finanziamenti di cui sono stati privati, che denunciano il sacco del Nord perpetrato dal governo con le ultime manovre, sono gli stessi che in Parlamento votano la fiducia al governo del Nord che si è dimenticato del Nord e di loro, in primo luogo.

Forse è venuto il momento che anche al Nord si cambi strategia, che ne dite?



Mi permetto solo di aggiungere che la Lega Nord, il 20 Giugno 2011, a Pontida, aveva dato al governo di cui fa parte un ultimatum composto da vari punti che si elencano sotto. Come potete ben vedere, parliamo di carta straccia.....

IL CRONOPROGRAMMA DELLA LEGA -



"Fatti in tempi certi" è il titolo del 'cronoprogramma' dell'attività di governo che la Lega chiede sia realizzato nei prossimi 180 giorni. Nel foglio distribuito ai giornalisti ci sono quindi le condizioni poste dal Carroccio per la continuazione dell'attività dell'esecutivo. La Lega Nord chiede che entro due settimane venga approvata da parte del Consiglio dei ministri una riforma costituzionale che preveda il dimezzamento del numero dei parlamentari e il Senato federale. Questa riforma deve essere approvata definitivamente da parte del Parlamento entro 15 mesi. La Lega Nord chiede che sempre entro due settimane, il Consiglio di ministri approvi un decreto sulle missioni militari con una "riduzione dei contingenti impegnati all'estero".


La Lega Nord chiede che entro 30 giorni venga attivata dal governo la procedura per l'attribuzione di ulteriori forme di autonomia alle Regioni che l'abbiano richiesta. Chiede poi l'approvazione di misure per la riduzione delle bollette energetiche, la riforma del patto di stabilità interno per i comuni e per le province, il taglio dei costi della politica, il finanziamento e il trasporto pubblico locale, e le prime norme per l'abolizione delle ganasce fiscali e delle misure vessatorie di Equitalia nei confronti dei cittadini.


Entro 60 giorni il Carroccio vuole poi l'approvazione della metodologia per la definizione dei costi standard da applicarsi alle amministrazioni dello Stato. Entro l'estate di quest'anno il partito di Umberto Bossi chiede l'approvazione da parte del Consiglio dei ministri della proposta di legge della riforma fiscale e la sua approvazione definitiva in Parlamento entro la fine dell'anno.


Entro l'autunno del 2011 il Carroccio chiede che sia trovata una soluzione definitiva del problema delle quote latte e degli aspetti contributivi di tutto il comparto agricolo. Entro la fine dell'anno il partito di Umberto Bossi, conclude il cronoprogramma delle richieste di impegno per il governo, vuole l'approvazione definitiva del Codice delle autonomie.

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