giovedì 27 ottobre 2011

PERCHE' A BOSSI SERVONO LE DIMISSIONI DI B.

C'è un aspetto della crisi economica e politica che stiamo vivendo in queste ore che sembra essere un pò troppo sottovalutato: la sopravvivenza della coppia Berlusconi e Bossi.
Il primo, per tirare a campare, non può certo puntare su letterine di vacue promesse da portare ai vertici europei. Ha bisogno di misure sostanziose. Per non presentarsi a mani vuote al cospetto delle autorità europee. Come una seria riforma delle pensioni che preveda il ritiro dal mondo del lavoro a 67 anni. Ma attuando questo piano andrebbe a cocciare gli interessi di Bossi. Perchè due terzi degli assegni di anzianità ergoati dalle pubbliche  casse previdenziali riguardano appunto baby pensionati padani.

Bossi, invece, per tirare anch'egli a campare, ha bisogno che si vada a rivotare con questa legge elettorale, (il porcellum voluto da Calderoli), che notoriamente non prevede le preferenze espresse dai cittadini e concede alle segreterie di partito di compilare preventivamente l'elenco dei possibili eletti. Questo, ovviamente, gli permetterebbe, come segretario, di imporre i propri nominativi, facendo fuori tutti coloro che ormai sono simpatizzanti e riconducibili alle correnti che fanno capo al Ministro Maroni o al Sindaco di Verona Tosi e che non ne possono più dell'onnipotenza vagheggiante del Senatur.

Ma per andare a votare prima che un probabilissimo referendum, nella prossima primavera, spazzi via il porcellum, occorre che il nostro premier si dimetta tra Dicembre e Gennaio.

L'amaro frutto di questo ragionamento è che sia Bossi che Berlusconi,  stanno giocando al gatto con il topo, sull'orlo di un abisso dentro il quale, grazie alla loro scelleratezza, potremmo finire noi  tutti. Siamo insomma appesi ad opportunismi di due malati, come riferiva lady Veronica inerentemente al suo ora ex marito, e come sottolineava  pochi giorni fa Daniela Santanchè relativamente  al leader leghista.

Non ci resta che piangere. O, forse meglio, pregare.

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