mercoledì 28 dicembre 2011

REGALO ALLE BANCHE O AIUTO REALE ALL'ECONOMIA ?

Duemila miliardi di prestiti. A un tasso dell'1 per cento. Una decisione senza precedenti per volume di denaro e per condizioni di favore. Servirebbe per rilanciare l'economia. Ma non è accompagnata da nessuna misura per imporre agli istituti regole che impediscano nuovi tentativi di speculazione come quelli che hanno causato la crisi

La crisi del mercato creditizio deve essere molto grave. Non si spiegherebbe altrimenti la qualità e la quantità dei provvedimenti messi in campo in tutta fretta dai governi nazionali oltre che dalle autorità europee. In Italia, col decreto d'emergenza, si è deciso di concedere la garanzia dello Stato sulle obbligazioni che gli istituti emetteranno nei prossimi mesi per rimpinguare le loro casse. Una scelta pesante perché lo Stato non potrà non registrare l'onere di simili fideiussioni sul grande libro del debito pubblico.

In Europa si è fatto ancora di più. La banca centrale di Francoforte, infatti, offre fino a 2 mila miliardi di prestiti agli istituti dell'eurozona al tasso ufficiale vigente dell'uno per cento per una durata che può arrivare a 36 mesi. Il tutto accettando in garanzia vuoi titoli dei debiti sovrani (anche quelli più a rischio) vuoi obbligazioni emesse dalle banche medesime vuoi crediti adeguatamente cartolarizzati. Una decisione senza precedenti per volume di denaro e per condizioni di favore. Perciò l'unica spiegazione è che Mario Draghi e i suoi colleghi considerino la situazione davvero molto critica.

La storia, del resto, insegna che le banche - quando siano in seria difficoltà - dispongono di un oggettivo ed enorme potere di ricatto sull'intera filiera delle istituzioni politiche ed economiche. Il fallimento di un istituto di credito non secondario, infatti, ha conseguenze sistemiche pesantissime. Lo si è visto nel corso della depressione degli Anni Trenta del Novecento. Lo si è appena rivisto con il "default" di Lehman Brothers. Correre ai ripari per scongiurare il ripetersi di simili tragedie è, dunque, un imperativo categorico sia per le banche centrali sia per le autorità politiche.

Ciò non toglie che soprattutto la decisione di Francoforte costituisca un regalo davvero straordinario per i banchieri. Il conto è presto fatto: si prendono soldi all'1 per cento per tre anni dalla Bce e si comprano titoli di Stato italiani al 6 con pari scadenza da offrire in garanzia del prestito. Morale: si guadagna il 5 per cento senza correre rischio alcuno. A queste condizioni tutti saprebbero fare il banchiere, anche lo zio di Bonanni.

Si dice, però, che regalando alle banche questi profitti sicuri non si vuole soltanto evitare fallimenti a catena ma anche rimettere in moto il circuito virtuoso dei prestiti per nuovi investimenti produttivi. Questo scrupolo a favore del mondo delle imprese suona pregevole in una fase nella quale il rilancio della crescita è diventato anch'esso un imperativo categorico. Ma chi e come è in grado di asseverare che i maggiori profitti assicurati alle banche si tradurranno in finanziamenti all'economia reale?

(www.espresso.it)

1 commento:

  1. ED INFATTI LE BANCHE NON FARANNO NULLA, SE LI TERRANO BEN STRETTI PER COPRIRE LA VORAGGINE DI CONTENZIOSO CREATA CON E PER GLI AMICI IMPRENDITORI, AL MAX UNA BELLA OPERAZIONE DI FACCIATA TRA COMPAGNI DI MERENDE. MA I PICCOLI ARTIGIANI, COMMERCIANTI ED INDUSTRIALI NON VEDRANNO NEMMENO LE MONETINE ROSSE, VE LO DICE CHI E' IN BANCA DA OLTRE 20 ANNI. VA BENE CIAO

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