martedì 6 dicembre 2011

TUTTI I BLUFF VENGONO AL PETTINE


Il signore della foto di cui sopra si chiama Giorgio Mulè. Sembra che si fregi del titolo di "giornalista". Berlusconiano di ferro, ex direttore di Studio Aperto (il non plusultra del trash televisivo inerentemente al mondo delle news) ed ora direttore di Panorama, periodico di proprietà della "famigghia" di Arcore.
Ebbene, questo premio Pullitzer mancato, appena 14 giorni fa scriveva proprio su Panorama un articolo dal titolo "TUTTI I BLUFF VENGONO AL PETTINE" in cui blaterava quanto sotto:

"Poi un giorno dovremo forse guardare alle nostre spalle, riavvolgere il nastro e riascoltare le parole dette e scritte per capire fino in fondo il Grande Inganno. Soprattutto le parole di quegli «esperti» che, per mesi e mesi, ci hanno raccontato con la sicumera degli arroganti un mucchio di frottole sul motivo che sta alla base della differenza di rendimento tra i nostri titoli e quelli tedeschi (il famigerato spread). Fate mente locale e mettete a fuoco professoroni e professorini che si rimpallavano il valore dell’addio di Silvio Berlusconi sul mercato dei Btp. Il problema, a sentire loro, era tutto lì: anche il semplice annuncio delle dimissioni avrebbe dato respiro ai titoli. Un respiro di sollievo che subito dopo, al momento delle effettive dimissioni, si sarebbe trasformato, con lo stesso slancio di un gol ai Mondiali, in uno sfavillante successo con ribassi di 100, forse 200, addirittura 250 punti di spread. Bum e ancora bum. Martedì 15 novembre, settimo giorno dell’Italia liberata dal tiranno, il mostro si era avvicinato ai 540 punti. Vorrei sommessamente ricordare che l’8 novembre, all’annuncio di dimissioni di Berlusconi, non arrivava a 500"

Molto bene caro Mulè, nella giornata di ieri lo spread aveva questo valore:


Pertanto, sono bastati appena 17 giorni di lavoro di un governo semplicemente più autorevole ed affidabile  di quello guidato dal miglior presidente del consiglio della storia della Repubblica Italiana per far scendere di ben 200 punti lo spread facendo risparmiare alle casse pubbliche qualcosa come 38 miliardi di euro, ovvero una volta e mezzo il valore della manovra in discussione in queste ore.

Noccioline insomma caro Mulè.

E' proprio vero,  tutti i bluff vengono al pettine.

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