lunedì 23 gennaio 2012

CHE BELLE CROCIERE AI TEMPI DI BERTOLASO

Di Alessandro ROBECCHI

Il gigante spiaggiato della Costa Concordia sarà pure una metafora niente male di come ce la passiamo da queste parti. Così come la moldava venticinquenne (un passo avanti: per Silvio sarebbe stata anzianotta). Così come il gesto di bullismo dello sfiorare le isole per mostrarsi capitani coraggiosi. Così come il dibattito un po’ fesso sul fatto che abbiamo bisogno di eroi almeno quanto siamo in mano a poderosi cialtroni. Insomma, tutto previsto e tutto prevedibile, tutto prevedibilmente commentato dai soliti prevedibili commentatori. Cosa mancava a completare il quadretto di ordinario albertosordismo nazionale? Mancava lui, Guido Bertolaso. Che interviene piccato per difendere la “sua” Protezione Civile, che sarebbe stata “delegittimata” con “calunnie e false accuse”. Insomma, Bertolaso ci dice che “quando c’era lui, caro lei”, le cose andavano meglio. Ecco. Si dà il caso, però, che proprio in questi giorni si inseguano in rete e sui media più attenti certe divertenti conversazioni del Bertolaso dei tempi d’oro. Quando c’era lui, caro lei, poteva telefonare all’Aquila prima del terremoto per dire che la convocazione della Commissione Grandi rischi “è un’operazione mediatica” e “che non ci sarà mai la scossa che fa male” (bingo!). In un’altra telefonata (con Gianni Letta), Bertolaso esprime il timore che ai funerali delle vittime del terremoto Berlusconi non conquisti la prima fila, eventualità che lo angoscia al punto da proporre che il presidente della Camera, o del Senato, se ne stiano a casa. E tutto questo senza contare i rinvii a giudizio, i massaggi al centro benessere, gli appalti, i vari G8 e altre cosucce ancora. Se il capitano Schettino fosse l’unità di misura del cialtronismo nazionale, qui saremmo davanti a uno Schettino al quadrato, a uno Schettino al cubo. Che però ci fa ancora la lezioncina e la moraletta. “Per salvare tutti sarebbe bastata una app da due euro”, ci dice Bertolaso. E per salvarci da Bertolaso, invece, cosa serve? Un po’ di decenza? Un po’ di silenzio è chiedere troppo?

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