martedì 14 febbraio 2012

LE CENE ELEGANTI

RUBY: AGENTE, DISSE 'SILVIO MI AIUTERA' A FARE IL CARABINIERE' - POLIZIOTTO RACCONTA IN AULA CONFIDENZA DELLA RAGAZZA... 

(ANSA) - "Ruby mi disse che voleva fare il carabiniere, e quando io le feci notare che non poteva anche perché non aveva nemmeno i documenti, lei mi rispose che ci avrebbe pensato Silvio a farle avere i documenti, disse che l'avrebbe aiutata perché era la nipote di Mubarak". Sono le confidenze che la giovane marocchina raccontò al poliziotto Ermes Cafaro, intervenuto il 27 maggio 2010 per portare la ragazza al commissariato e che oggi sta testimoniando in aula nel processo sul caso Ruby a carico di Silvio Berlusconi.

In aula, l'agente Ermes Cafaro, sta ricostruendo cosa accadde il 27 maggio del 2010, quando Ruby si trovava in un centro estetico in zona corso Buenos Aires, a Milano, e venne riconosciuta dalla sua ex amica ed ex coinquilina Caterina Pasquino. Fu quest'ultima a chiamare il 113 per denunciare che la marocchina, qualche giorno prima, le aveva portato via da casa soldi e gioielli per un valore di circa 3 mila euro. "Io e il collega Russo - ha spiegato Cafaro, rispondendo al pm Antonio Sangermano - siamo intervenuti dopo quella telefonata che arrivò verso le 18,15".

Il poliziotto ha chiarito che i due fecero subito accertamenti sulla ragazza, scoprendo che "aveva un precedente per furto e che si era allontanata circa un anno prima da una comunità a Messina". L' agente, poco dopo le 19, contattò il pm dei minori Annamaria Fiorillo, la quale diede disposizione di "affidarla a una comunità, dopo il foto-segnalamento, visti i suoi precedenti, e spiegò che, nel caso non ci fosse stato posto, dovevamo trattenerla in Questura fino al giorno successivo".

La minorenne, invece, stando a quanto ricostruito dalle indagini, venne rilasciata dalla Questura verso le due di notte e affidata a Nicole Minetti, dietro pressioni, secondo l'accusa, di Silvio Berlusconi. "Ruby ebbe una reazione emotiva di sofferenza e si mise a piangere, quando le dicemmo cosa aveva deciso il pm minorile", ha aggiunto Cafaro. La ragazza marocchina venne poi portata al commissariato Monforte-Vittoria per "la stesura degli atti", prima dell'accompagnamento in Questura per "il foto-segnalamento".

Nel commissariato lei si confidò con il poliziotto. "Cominciò a dire che da grande avrebbe voluto fare il carabiniere - ha raccontato l'agente - e io le dissi che visti i suoi precedenti e il fatto che non aveva nemmeno i documenti era impossibile. Lei mi rispose che ci avrebbe pensato 'Silvio' a farle avere i documenti e mi ripeteva questo nome 'Silvio' diverse volte, senza che io capissi lì per lì a chi si stava riferendo".

Fino a che "mi disse che questo Silvio l'avrebbe aiutata, perché lei era la nipote di Mubarak". La difesa, con gli avvocati Filippo Dinacci e Giorgio Perroni, ha sollevato un'eccezione, cercando di bloccare la testimonianza dell'agente in relazione proprio a queste confidenze, ma i giudici l'hanno respinta.


Ruby, il carabiniere mancato

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