Dopo un ricorso della Cgil al giudice del lavoro per discriminazione dei lavoratori scolastici che non simpatizzavano per il Carroccio, il Comune fu condannato in primo grado e in appello:Per arredare 18 aule e far splendere il «sole delle Alpi» ovunque la giunta stanziò 193 mila euro, ma all’inaugurazione di settembre 2010 non c’era un euro per le bandiere dell’Italia e dell’Ue. Quando il Corriere della Sera pubblicò la vicenda, il presidente Giorgio Napolitano fece sentire la sua voce, ma il sindaco Oscar Lencini fu irremovibile: «Se me lo chiede Bossi rimuovo i simboli non domani, ma ieri». Silenzio dall’allora ministro che 18 mesi dopo sarebbe stato travolto dallo scandalo sui fondi elettorali sui quali indaga per gli aspetti contabili il procuratore Antonio Caruso e i sostituti Adriano Gribaudo e Federico Lorenzini.
Solo allora un impiegato e un vigile urbano furono incaricati di rimuovere i simboli. Le scelte del sindaco e della giunta sono state «in contrasto con i fini istituzionali» per una «illecita operazione di propaganda politica», scrive il pm Barbara Pezzilli nell’invito a dedurre, una sorta di informazione di garanzia, notificato a sindaco e giunta che con «irragionevolezza» si sono opposti «ostinatamente» alla rimozione dimenticando di rappresentare l’intera comunità, non una parte politica.
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