mercoledì 18 luglio 2012

NON PARLO PER IL BENE DI TUTTI

I SILENZI D'ORO DI NICOLE MINETTI

Di Caterina Soffici (IL FATTO QUOTIDIANO)

Altro che capretta espiatoria. La Minetti è una iena per niente incline a farsi sacrificare sull’altare del Berlusconi Redivivo. Ieri in Consiglio regionale li ha stesi: “Non parlo per il bene di tutti”. Non solo non si è dimessa, ma ha alzato la posta. In quella semplice frasetta c’è la sintesi ultima e suprema di 20 anni di berlusconismo. “Non parlo per il bene di tutti” non è una novità. È la regola della casa e la ragazza non fa altro che stare al gioco. Bisogna riconoscere alla Minetti di aver capito il meccanismo alla perfezione e di condurre la sua partita in modo strategicamente perfetto. L’insieme di intricate vicende personali e di affari e di amicizie che ha tenuto insieme il sistema di potere alla corte di Arcore è basato su un implicito ricatto: io ti sfrutto, tu paghi. C’era sempre uno che vendeva e Lui che comprava. Le olgettine sono state una parentesi finale, se volete la più dissennata ma anche la più ludica. Ma dai tempi dello stalliere di Marcello Dell’Ultri c’è sempre stato qualcuno che non parlava per il bene di tutti. Ognuno degli attori di questo racconto aveva qualcosa da vendere in cambio di un pezzettino di potere, di un privilegio, di una poltrona. Se li guardiamo a ritroso, questi anni, vediamo una serie di grandi profittatori scaltri e avventurieri, ma anche tanti più ingenui peones che si sono venduti per un tozzo di pane, squallidi comprimari che si sono accontentati di pranzare con le briciole del banchetto. La Minetti non vuole fare questa fine. Bisogna riconoscerle una grandiosità nell’uscita di scena. Ha qualcosa di disperato e al tempo stesso di grandioso, come una eroina di un romanzo ottocentesco. Con le sue magliette attillate, le sue scritte provocatrici, le sue labbra gonfiate e tutto il silicone che si porta addosso, agisce da grande sciantosa ed è fredda come una giocatrice di carte professionista. Alza la posta e si capisce che ha in mano un poker d’assi, per tirare così la corda. La situazione, per uno spettatore esterno, è uno spasso. È il tormentone più divertente dell’estate e sarebbe ancora più spassoso conoscere in diretta le reazioni del cerchio magico del Cavaliere di fronte alla sfrontatezza della ragazza. Ma chi si crede di essere? Non è altro che una miracolata, una ex igienista dentale, una soubrettina di Colorado Cafè, una tettona siliconata. Come osa sfidarci? Pensate la faccia di Angelino Alfano quando ha capito che le dimissioni se le poteva scordare. E la Santanchè? La mascella freme, ma dovrà aspettare per vedere rotolare la testa della odiata Nicole. “Il tempo delle Minetti è fi-ni-to” ave – va detto. Per il momento è solo so-spe-so. Adesso si stupiscono che non obbedisce. Eppure la Minetti ha sempre giocato secondo le regole della casa. Do ut des, una cosa a te e una a me. Non c’era incantamento, infatuazione o altro nei suoi comportamenti. Pensate che facesse beneficenza quando si vestiva da suorina o infermiera alle feste di Arcore? Era una boy scout quella sera in Questura a Milano per tirare fuori dai guai quella sciagurata di Ruby? Nelle intercettazioni dimostra di avere già le idee chiarissime su tutto quando diceva di Berlusconi: “Si sta comportando come un pezzo di merda per salvare il suo culo flaccido”. Se qualcosa salverà il culo sodo della Minetti sarà solo il suo cinismo.

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