mercoledì 19 giugno 2013

LEGITTIMO RINCOGLIONIMENTO

Le cose stanno più o meno così: l'utilizzatore finale, corruttore, evasore fiscale e datore di lavoro di stallieri mafiosi, ha fornito al tribunale di Milano un elenco di date nelle quali si era dichiarato libero per affrontare le udienze relative al processo Mediaset. La Corte, preso atto di questo elenco, ha convocato una delle udienze in una data nella quale l'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi aveva garantito la propria disponibilità. Preso atto della convocazione della predetta udienza il nostro ex premier decide di spostare un consiglio dei ministri proprio in quella data ( guarda caso....). La corte celebra ugualmente l'udienza. Gli avvocati onorevoli del premier ricorrono evocando il legittimo impedimento alla Corte Costituzionale. Oggi, l'Alta Corte ha sentenziato: il legittimo impedimento non poteva sussistere.

Alla notizia della sentenza una miriade di parlamentari, ministri, sottosegretari, si sono recati nella privata residenza di Berlusconi, a manifestare la loro solidarietà. Con il vice premier Alfano in testa ad essi. Senza conoscere neppure le motivazioni della sentenza. Una fiducia al sultano a prescindere, insomma.

Tutto questo é successo in Italia, paese membro dell'Ue, ottava potenza industriale mondiale. Paese, dicono, sviluppato e comunque prospero.

Non sappiamo ancora per quanto.

 

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