sabato 9 ottobre 2010

ATTENTI A QUEST'UOMO

Da L'INTERESSATO

Era da tempo che volevo dedicare un post ad un personaggino che ogni volta che lo vedo provoca un aumento vertiginoso dei miei succhi gastrici......




Divenne famoso per un pizzino. Durante un dibattito politico ad Omnibus su La 7. Ospiti in studio Italo Bocchino (all’epoca fervido sostenitore del PDL), Massimo Donadi dell’Italia dei Valori ed il nostro eroe, appartenente al principale partito all’opposizione. Ad un certo punto, l’alto dirigente del PD, passò un pizzino in diretta Tv a Bocchino suggerendogli come doveva attaccare mediaticamente il rappresentante dell’IDV.  La scena divenne di dominio pubblico. Andò ripetutamente su Striscia la Notizia. Fu ripresa in internet da tutti i siti on line di informazione e blogger.
Massimo Donadi (IDV) commentò in questa maniera: 
“Lo scambio del pizzino fra Latorre e Bocchino è la dimostrazione che in questo paese esiste un rapporto malato tra media, politica ed affari. Che un rappresentante dell’opposizione, mio alleato, suggerisca ad un esponente della maggioranza come attaccarmi durante un dibattito televisivo è una rappresentazione visiva della politica del compromesso che mira solo all’esercizio del potere”.
L’eroe in questione, sveliamo il mistero, è NICOLA LATORRE. Sempiterno dirigente del Pd che, purtroppo, non riusciamo a toglierci dalle palle (scusate il termine poco Oxfordiano).
Ieri, all’assemblea nazionale del Pd tenutasi in piena Padania, Nicola Latorre ci ha distribuito gratis, un’altra delle sue perle. L’argomento del contendere era lo statuto del Pd che all’articolo 22 stabilisce e ribadisce che un parlamentare, nazionale o europeo, non può svolgere più di tre mandati elettorali. Norma ovviamente confezionata per garantire un ricambio della classe dirigente e per svecchiare il partito.
Un giornalista del Fatto Quotidiano, si è avvicinato al nostro sventurato Senatore, e gli ha chiesto un parere su questa norma. E Latorre così ha risposto:
“Il nostro partito già prevede dei limiti che sono assolutamente giusti che riguardano gli ambiti entro i quali uno deve……… Io credo che sia una scelta saggia, naturalmente bisogna prevedere alcune deroghe. Ci sono alcuni leader che io credo sia giusto continuino a rimanere in parlamento”
Allora il giornalista del Fatto Quotidiano lo ha pungolato con una ulteriore domanda acuta.
Gli ha chiesto:  “Ma scusi, si fanno le regole e poi si fanno le deroghe ??”
E Latorre si è superato: “Io credo che le deroghe facciano parte delle regole”

Siccome sono curioso per natura, sono andato a controllare su Wikipedia da quante legislature garantiamo stipendio dorato  e prebende varie a questo genio che il Pd manda ancora in giro nei vari dibattiti televisivi allo scopo di perdere ulteriori consensi. Ed ho scoperto che Latorre è alla sua terza  legislatura. Se venisse applicata la norma dello statuto del Pd, per lui, non ci sarebbe giustamente più posto. In pratica, le deroghe che lui auspica, andrebbero applicate a se stesso.  Perché non abbiamo dubbi che  tra i leader “che lui crede sia giusto continuino a rimanere in parlamento” ci sia anche un certo Nicola Latorre.
Un fuoriclasse di questo livello, tra le fila del PD, è sprecato.  Io lo vedrei bene tra Bondi, Dennis Verdini e Paolino Bonaiuti. A passare pizzini. Appoggiando, per l'appunto,  leggi, norme e statuti ad personam.
E, soprattutto, derogando se stesso.
Perché parafrasando l’Albertone nazionale in una mitica scena de Il Marchese del Grillo, una cosa deve essere chiara:
“ Latorre è Latorre e voi nun siete un cazzo”



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