martedì 5 ottobre 2010

CARO GIORGIO

Lettera aperta al Presidente Napolitano


Caro Giorgio,
ti giunga innanzitutto la mia incondizionata stima. Ma sappi che non ti invidio proprio. Eppure penso che tu non possa proprio ritenerti un uomo sfortunato. Ti è capitato in dotazione il “miglior presidente del Consiglio della storia” e questo è privilegio che i tuoi predecessori non hanno certamente avuto. Poi, comprendo, che spesso non vi capiate proprio al volo. Sono mesi che provi a fargli intendere in tutti i modi che questo Paolo Romani Ministro proprio non ti piaceva per nulla. Forse perché lo giudicavi troppo contiguo al mondo degli affari privati del premier e, di conseguenza, poco adatto ad amministrare il bene comune. Eppure di segnali ne hai mandati. Immagino che il sottosegretario Letta, tutte le mattine, disturbasse la tua colazione per ricordarti che prima o poi, a bordo di un auto blu, proprio quel Paolo Romani ti sarebbe venuto a trovare per il giuramento. E tu che tergiversavi, mostravi il tuo disappunto, insomma, facevi capire che magari si poteva scegliere qualcun altro. Invece no. Alla fine te lo hanno porto in un piatto d’argento. Tu hai mostrato gelo, quasi offesa indignazione. Senza però opporti al volere del premier.
Ora potrei ricordarti che l’art. 92 della Costituzione prevede che il Presidente del Consiglio propone i Ministri per il suo esecutivo ed il Presidente della Repubblica li nomina. Riservandoti dunque l’onere della scelta finale. Ma sono sicuro che tu quell’articolo lo reciti a  memoria essendo alto il tuo senso dello stato ed il tuo attaccamento alla nostra Carta.
Ma forse, questa volta, un sussulto negazionista avrebbe potuto nutrire il tuo operato. Forse, questa volta, avresti potuto fare qualcosa di più. Si, lo so, poi ti saresti dovuto sorbire, e noi con te, 50 titoloni di Feltri e Belpietro che ti accusavano di non aver pagato i contributi nel 1978 al giardiniere del tuo pied a terre che custodisci con tanto amore a Terracina. Ma noi, comuni mortali, saremmo stati dalla tua parte. Ti avremmo sostenuto. Ti avremmo difeso.
Ed invece no. Hai ingoiato il rospo.
E noi, purtroppo, con te.

L’INTERESSATO


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