venerdì 29 ottobre 2010

L'ABUSO

Antonio Padellaro - Il Fatto Quotidiano

Per tutto il giorno abbiamo atteso la seguente smentita. Non è vero che un funzionario della questura di Milano ha chiesto agli agenti che interrogavano la minorenne Ruby-fermata con l’accusa di furto-di lasciarla andare via. Non è vero che l’ordine è partito direttamente da Roma, dalla presidenza del Consiglio. Non è vero che a questo grave abuso, palazzo Chigi, abbia aggiunto un’altrettanto grave falsificazione: sostenere che la ragazza fosse niente meno che la nipote del presidente egiziano Mubarak. Per tutta la giornata abbiamo atteso che il premier negasse decisamente di aver avuto un ruolo in questa incredibile farsa. Di avere indotto,forte della sua autorità, alcuni funzionari dello Stato a violare la legge. E invece con la nota strafottenza di chi si considera al di sopra di ogni regola, Berlusconi ha ammesso tutto sia pure con la ridicola giustificazione del benefattore che aiuta la povera ragazzina indifesa e smarrita nella città tentacolare.
   E’ perfino imbarazzante commentare le avventure erotiche di un anziano personaggio già perfettamente inquadrato da chi lo conosce bene, l’ex moglie Veronica Lario. Di cui resta memorabile la frase: “non posso stare con un uomo che frequenta minorenni, figure di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo”. Fatti suoi, come ha scritto Marco Travaglio a condizione che tra feste e festini non vengano commessi reati e che B. no si renda ricattabile.
   Di possibili ricattatori del premier esiste ormai una lunga lista poichè l’uomo per difendere la sua imbarazzante privacy è stato costretto a promettere qualsiasi cosa. Sui reati di Berlusconi è stata scritta un’intera biblioteca, ma in questo caso, ci troviamo di fronte ad un’esibizione spudorata di illegalità. Si è davvero superato il limite se perfino Bersani si indigna   per le “ singolari abitudini del Premier” e chiede di staccare la spina a un governo ridotto ormai sul marciapiede. Forse bisognava pensarci prima. Per troppo tempo una certa opposizione ha preferito, di fronte ad analoghi comportamenti inaccettabili, girare la testa con la scusa che le abitudini private del Premier erano solo fatti suoi. Adesso è chiaro a tutti che sono anche fatti nostri. Mai l’immagine di un paese era stata trascinata in questo modo nel fango.

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