domenica 10 ottobre 2010

SIAMO TUTTI INTERCETTATI

Da L'INTERESSATO



Io voglio chiedere scusa a quell’agente di Polizia che ascolta le mie telefonate.  Si, perché se il concetto è quello più volte espresso dal Premier e cioè che “siamo tutti spiati”, sicuramente lo sono anche io. Ed allora mi metto nei panni di quel pover’uomo delle forze dell’ordine che, per lavoro, deve udire  le mie conversazioni al cellulare stando ore ed ore in cuffia.  Sai che palle ascoltare mia moglie che mi ricorda quotidianamente di comprare il pane ed il latte, o mio figlio che mi chiama per chiedermi il solito passaggio in auto per andare a casa del suo amico che abita fuori paese,  o mio padre, che mi riferisce i risultati dei suoi ultimi esami del sangue che deve periodicamente effettuare per una prostata che, ad ottanta anni, ha perso in efficienza. Magari, quello stesso agente, proverà un vero brivido allorchè intercetterà la mia telefonata diretta verso l’amico del cuore Alessandro, per ricordargli che ho prenotato la solita ora di tennis per il solito Venerdì sera che sarà seguita dalla solita pizza e birra nel solito locale.  Poi ci sono le telefonate con i colleghi di lavoro. “Ricordati di fare questo in mia assenza”, “la pratica x giace sulla mia scrivania allorchè arrivo tardi per accompagnare mia figlia a scuola”  o quando ricordo che  “sul primo cassetto ci sono le chiavi dell’armadietto dove custodiamo i documenti dell’ufficio”. Roba forte. Roba da brividi per l’agente costretto tutto il giorno ad ascoltarmi.
Una volta, al cellulare, da spiato, ho sentito una interferenza. L’agente preposto deve aver combinato un qualcosa con la microspia. C’era un effetto riverbero. Lo sentivo chiaramente russare. Si era addormentato. E si è perso la telefonata più compromettente della mia esistenza: la gatta di una mia zia, attraversando la strada, è stata rasa al suolo da un auto pirata. La cara zia, al telefono, mi ha parlato di un vero e proprio “attentato”. Si, ha usato il termine attentato. Quasi piangendo.
Ma, per fortuna, l’agente dormiva, e non ha registrato.
Siamo tutti spiati. Ma io sono salvo.
 Per ora.

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