domenica 26 dicembre 2010

TSUNAMI MORALE

Massimo Gramellini - LA STAMPA

Il 2010 si chiude con gli studenti in piazza e presto potrebbe toccare ai pensionati e persino agli occupati, perché se gli stipendi stanno diventando cinesi, il costo della vita rimane drammaticamente europeo. Ci si può opporre a questa crisi epocale che ha cambiato il flusso millenario della storia? No, ma ci si può convivere. Purché tutti facciano qualcosa. E in quel tutti ci siamo davvero tutti. Noi e loro. Loro sarebbero i politici, la classe dirigente. Alla quale per il 2011 non chiediamo miracoli, ma un sussulto di dignità. Anzitutto il coraggio di qualche scelta impopolare che privilegi l’istruzione, la ricerca, la cultura e l’ambiente, sacrificando all’occorrenza qualcosa del resto, perché la sopravvivenza di una specie è garantita dalla crescita dei giovani, non dall’immortalità degli anziani. Dai potenti vorremmo meno prediche e più buoni esempi. Più decenza e senso della realtà. Un presidente del Senato non può menare vanto che i parlamentari lavorino fino all’antivigilia di Natale e poi aggiornare la seduta al 12 gennaio. La classe dirigente si gloria di assomigliare alla società anche nei difetti, ma è proprio questo che le ha tolto autorevolezza. Pretendere da un leader comportamenti superiori alla media - nel trattare i soldi, nel trattare le donne - non è moralismo, ma la precondizione per la tenuta della gerarchia sociale. Se il capufficio ruba e tocca il sedere alla segretaria, gli impiegati si sentiranno autorizzati a fare altrettanto. 



 

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