lunedì 31 ottobre 2011

QUANDO ANDAVO A SCUOLA

Quando andavo a scuola e dovevo prepararmi per un compito in classe pianificato con largo anticipo, ero un maestro di programmazione. Bravissimo: Lunedì studio questo. Martedì approfondisco quest'altro, Mercoledì do una ripassatina a quell'argomento lì che già un pò ho studiato, Giovedì faccio un bel ripassone generale e Venerdì mattina mi presento per affrontare la prova scritta, preparatissimo.

Poi, in realtà, succedeva che arrivato al Giovedì sera non avevo fatto nulla di ciò che avevo pianificato.  In me prevaleva una dose di giovanile irresponsabilità e la voglia di divertirsi aveva sempre la meglio sullo studio. Così, il giovedì sera, si trasformava in un vero e proprio dramma.
 Passavo la serata e parte della nottata  a tentare di carpire qualche nozione qua e là e mi presentavo l'indomani a scuola,  assonnato ed assolutamente impreparato. Il compito in classe si trasformava in un mero esercizio dell'arte dell'arrangiarsi. Ricorrevo alla mia creatività ed alla fine, quasi per miracolo, riuscivo ad avere uno straccio di sufficienza.

Il mio comportamento, insomma era molto simile a quello di Berlusconi. Ha governato questa nazione per 8 degli ultimi 10 anni.  Ci ha raccontato mille volte le sue intenzioni, i suoi libri dei sogni, il suo "nuovo miracolo italiano".  Ed ora si ritrova, nei prossimi 18 mesi, come promesso all'Unione Europea con la lettera della settimana scorsa, a dover realizzare ciò che per 18 anni è riuscito solo a scrivere nei suoi onirici programmi elettorali.

Come me, insomma, sarà costretto a far la nottata.

E se non prende la sufficienza, sono cazzi amari per tutti.


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