sabato 6 novembre 2010

INTERCETTAZIONI SURREALI/3

Questa è una telefonata immaginaria. Ormai è una sorta di saga. Le protagoniste, ovviamente, sono sempre loro: il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo ed il ministro della gioventù Giorgia Meloni. La prima delle telefonate già intercorse tra le due ministre la trovate qui. La seconda della serie invece è possibile rileggerla a questo link.

E' appena terminato il Consiglio dei Ministri del giorno 05/11/2010. Le auto blu lasciano Palazzo Chigi. Stefania Prestigiacomo chiama Giorgia Meloni.


MELONI: pronto. Ciao Stefà.
PRESTIGIACOMO: Uff… uff… uff…
MELONI: che fai piagni Stefà ?
PRESTIGIACOMO: tu c’eri al Consiglio dei Ministri. Hai visto come mi ha trattato Tremonti ?
MELONI: per quella faccenda dei fondi al ministero tua ?  Embè ? E’ normale. Lo sai no come è fatto Tremonti. E’ misogino. C’ha sempre sto atteggiamento da professore. Se sente superiore. Che, nun ce lo sapevi ?
PRESTIGIACOMO: m’ha detto “questa faccenda dei fondi te la spiego fuori”. Insomma, m’ha trattato come una deficiente che non capisce. E’ stato altamente offensivo.
MELONI: o so Stefà. Ho visto e sentito. Che è ? Oggi me scendi da marte e te sei svegliata pure tu ? E nun l’hai ancora capito con chi c’avemo a che fa ?
PRESTIGIACOMO: Ma Giulio non l’aveva mai tenuto questo atteggiamento, con me. E poi hai visto Silvio ? Si. Ha fatto da paciere. Ma sembrava che anche lui ce l’avesse con me.
MELONI: no Stefà. Tu nun hai capito el concetto. Nun è che ce l’aveva con te. E’ che tu glie stavi a fa perde tempo. Il Corriere della Sera ha stilato una statistica sulla durata dei ultimi venti consigli dei Ministri. La media è di 23 minuti. Insomma, ce sedemo, votamo, ce arzamo, e se n’annamo. E nun se po’ disturbà el manovratore. Nun l’hai ancora capito ?
PRESTIGIACOMO: si Giorgia. Ma io debbo pur far valere le mie ragioni. Debbo pur preoccuparmi della difesa dell’ambiente e del territorio.
MELONI:  anvedi ahò. Che voi che te stendene pure el tappeto ? Allora nun hai capito che nun contamo un cazzo. Nun hai capito che lì dentro le decisioni le pijano i soliti tre quattro ? Nun hai capito che er Silvio nostro c’ha fuga de finì perché mica se po’ rompe gli zebedei a parlà de ste cazzate. C’ha da fa fori. Anzi, c’ha da fa a casa. E mica po sta a perde tempo lì con te a parlà della difesa del territorio.
PRESTIGIACOMO: Giorgia, ma ti vedo e ti sento così distaccata, disincantata, delusa. Ti vedo quasi pronta a passare con Fini.
MELONI: a Stefà. Quannè che te togli ste fette de mortadella coi pistacchi dargli occhi ? Quannè che te dai na svegliata ?   Semo ai giorni de fine impero. Nun l’hai capito ?  Qua nun c’è Fini che tiene. Qua c’è solo el Fine de tirà a campà.
PRESTIGIACOMO: ma io credevo nella politica alta. Negli ideali. Nella politica intesa come servizio al cittadino.
MELONI: eh. E vissero felici e contenti. Pure io credevo a Biancaneve e i sette nani.  Mò ho capito chi è Biancaneve e chi so li sette nani. Pensavo che era una favola per bambini. Ho capito che era un copione de un film vietato ai minori. Stamme bè Stefà. Bona Domenica. Io parto pe la sagra della castagna a Frascati. Du bottiglie de vi rosso, castagne arrosto, e in culo a chi ce vole male.
PRESTIGIACOMO: prendo l’aereo e vado dai miei in Sicilia. Ci si vede Lunedì Giorgia.
MELONI:  a Stefà !!!  Se in Sicilia c’è er sole nun turnà su. Magnate do arancini e fatte na beuta. E lassa perde sta filosofia spicciola che s’è mpossessata de te. Na beuta, na magnata e passa a nuttata…. Ciao Stefà.-

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