giovedì 16 febbraio 2012

MENTIVANO, ORA E' CHIARO.

Nei giorni in cui si discute su art. 18, decreto svuota carceri ed il no del nostro esecutivo alla ipotesi di vedere Roma tra le candidate ad ospitare i giochi olimpici del 2020, c'è una notizia che in un paese normale avrebbe scatenato il finimondo ma che in Italia è stata relegata alle ultime pagine dei giornali. La Corte Costituzionale, massimo organo giuridico di questo paese, si è pronunciata sulla competenza del Tribunale di Milano nel processo Ruby contro Silvio Berlusconi.

Crolla in pratica la tesi della maggioranza del nostro parlamento, che pendendo dalle labbra del mitico deputato Paniz, aveva stabilito con un netto voto di maggioranza (leghisti included) che essendo da considerarsi Ruby come la nipote di Moubarak, la competenza del processo dovesse passare nelle mani del Tribunale dei Ministri, in quanto un eventuale reato commesso da B. sarebbe stato connesso alle sue funzioni di premier e pertanto di competenza di tale tribunale.

Per farla breve, la Consulta, pronunciandosi in tale maniera, ha smontato quella che era evidente fosse una barzelletta, alla quale nessun italiano ha mai creduto.

Salvo, ovviamente, il nostro esimio parlamento.






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